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“Serenata a Monna Lisa”, amore e morte tra Sazzano e Bisaccia

24.03.2013, La recenzione al libro (di Nicola Di Monaco)

Dietro il sorriso, ambiguo e intrigante di Monna Lisa, storie di un’Irpinia che fa fatica a riprendersi dalle macerie della guerra e che cerca una sua nuova identità politica dopo il tracollo del fascismo. Antonio Cella torna al racconto della sua terra con una storia d’amore e una amicizia struggente e fatale. Sullo sfondo di lotte contadine e di un legame profondo a tradizioni e abitudini millenarie

Eccoli lì, in parata, i personaggi di Monna Lisa: Rocco, Elena, Michele davanti a tutti. A seguire Salvatore Gambone, il Dottore Brosio, Don Egidio, il barbiere, il farmacista. E poi Idea, i genitori di Michele, i genitori di Elena, la madre di Rocco. Una folla, poi, di gente semplice, uomini e donne, tra Sazzano e Bisaccia, il verde intenso e la neve dell’alta Irpinia. Non mancano neppure, nella parata, le donne del quarto stato, povere, oneste, intraprendenti, con i bambini in braccio e che, in una taverna fredda e polverosa, un soffitto casa e bottega di ragni bianchi e neri, gridano i loro bisogni e con un applauso doloroso firmano la sconfitta di Rocco Gambone. Onnipresente e sornione un gatto, Lucignolo. Il romanzo di Antonio Cella, edito dalle Edizioni Mephite di Atripalda, segna il suo ritorno alla scrittura, un cammino che riparte da luoghi che gli sono cari e che ama con l’intensità che solo gli amanti sanno esprimere. Non manca la colonna sonora, una serie di serenate che attraversano il paesaggio e le storie che Cella racconta come un antico aedo, accanto al focolare, con cura dei particolari e frequenti richiami a tradizioni, costumi, abitudini. Un concertino, un cantante solista sempre disponibile, e il freddo pungente della notte si anima di gridi d’amore e di passione, sia che i balconi restino muti, sia che il canto si sciolga in un abbraccio che chiude i conti con il destino. E’ la serenata, antica tanto da sprofondare nel lontano medioevo, che fa da contrappunto all’ambiguo sorriso di Monna Lisa e titola il romanzo. Frutto di una ricerca paziente, attenta, minuziosa, Antonio Cella ricostruisce in maniera certosina il clima degli anni 50 del secolo scorso nell’Irpinia del dopoguerra, povertà e miseria compagne della speranza e dell’attesa di una primavera sociale solo annunciata e promessa. La campagna elettorale a Sazzano, nel 52, è un autentico capolavoro e la fotografia di una realtà vissuta e sofferta. Bilancia e Tromba, l’incombente Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, con i nostalgici della monarchia a fare da terzi incomodi, in un gioco leale e crudele, epopea di un paese nel quale la speranza non si arrende, ma che la realtà condanna a scegliere per non morire sotto il peso della miseria. E’ in questo contesto che Antonio Cella fa vivere ed agire i suoi personaggi e i sentimenti che li animano. Rocco, la star, ultimo di generazioni cresciute e arricchite con la terra, una sorta di nobiltà agraria di periferia, intelligente e in fondo di buoni sentimenti, amato e rispettato, è costretto a fare i conti con una realtà che non gli appartiene e non lo comprende, amicizie e amori, ideali e trappola nello stesso tempo. Michele, cresciuto in casa Gambone come un figlio, personaggio con una sorta di spleen cucito addosso, silenzioso, taciturno, amico fedele e incompreso, brucia d’amore ma appende i suoi sogni e la sua malinconia ad un albero, un personaggio che sembra uscito dal pennello di Munch. In contrappunto i due personaggi femminili, Elena e Idea: testarda, modello di amori antichi e tutti di un pezzo, la prima, figlia di una cultura che si porta addosso i sogni e le tradizioni dell’Irpinia, la prima; fatale, complicata, contraddittoria, donna moderna e di un mondo che si colloca fuori orizzonte, la seconda. Entrambe belle, bellissime; ma di una bellezza diversa, agli antipodi. Amori che riconsegnano Rocco alla sua terra e che bruciano Michele. Rocco perdente di successo, il ricordo dell’altro consegnato al muto linguaggio di una croce su di una scheda elettorale. Sullo scenario di un’Irpinia povera e che fatica a riprendersi dalle macerie della guerra, Antonio Cella, crea e fa muovere le fila di storie che hanno l’amaro sapore della realtà, ma anche il magico richiamo della favola.

Antonio Cella – Serenata a Monna Lisa – Edizioni Mephite, Atripalda – euro 14

                                                                                                       

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