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A Bagnoli l’arrossamento della Sacra Spina il Venerdì Santo

26.04.2016, Il Quotidiano del Sud

Bagnoli, si grida al miracolo

Relazione inviata al vescovo. Parroco cauto, paese incredulo.

Bagnoli-Irpino-Sagra-Spina-2016-5La Sacra Spina custodita a Bagnoli Irpino nella Chiesa di Santa Maria Assunta si è colorata di rosso il 25 marzo, il venerdì Santo prima di Pasqua. La notizia, a dir la verità, ci ha messo un po’ a circolare. Forse per lo scetticismo che la sta accompagnando. Forse per la naturale prudenza del Clero moderno a gridare al miracolo.

Chiediamo allora un incontro chiarificatore al parroco, Don Stefano dell’Angelo, nel pomeriggio. Non esita molto a mostrarci la Sacra Spina, incastonata in un reliquario dal XVI secolo. Da un tempo immemore. La comunità bagnolese però, in qualche modo, l’ha custodita e ‘portata’ sino ai giorni nostri. Il prete, dopo aver raccontato le circostanze in cui si è verificato il fenomeno, non si sbilancia: «Miracolo o no, è un fatto che si sia colorata di rosso. Se fosse un prodigio, sarebbe comunque un segno che può aiutare e sostenere la fede, ma non può sostituirla».

Don Stefano ci porta per mano in un mondo che, soprattutto ai più giovani, appare tanto distante dal nostro, quello della devozione popolare. Eppure, a rifletterci su, non è poi così lontano. Alcune manifestazioni resistono ancora oggi. Magari vissuti non con la stessa spiritualità. Vedi la Via Crucis. La Sacra Spina è infatti entrata di diritto nella ritualità legata alla Pasqua: «Il parroco che mi ha preceduto era scettico su queste cose». La reliquia viene così dimenticata.

Dal 2000 però Don Stefano l’ha ‘recuperata’, esponendola il venerdì Santo: «Tante persone vengono a baciarla e onorarla in quel periodo». La Spina ha una storia molto curiosa e interessante. Che risale fino ai tempi dell’imperatore Carlo V, il re della famiglia Asburgo e del Sacro Romano Impero «dove non sorge mai il sole», frase che la leggenda gli attribuisce e che narra la vastità dei suoi possedimenti. Ebbene, a donare la reliquia al popolo bagnolese fu il personale confessore di Carlo V (e del papa Pio IV). Nato proprio Bagnoli: Ambrogio Salvio, vicario generale dell’ordine dei domenicani e vescovo di Nardò. Non è un caso infatti che il reliquario dove da sempre la Spina è custodita rechi il suo stemma, stampato nella cera.

Don Stefano sa bene che, durante il Medioevo e oltre, il ‘mercanteggiare’ in reliquie era prassi assai diffusa: pezzi di Croce, sudari del Cristo. Qualsiasi suppellettile che la Bibbia riportasse nei suoi scritti poteva essere venduta o offerta nelle Chiese del vecchio continente. Ma un modo per ‘separare il grano dal loglio’ per il parroco c’è. E anch’esso va ad incastonarsi nella tradizione della religiosità popolare: «Le reliquie vere, o almeno realmente provenienti dalla Terra Santa, dai luoghi teatro della vita e della morte di Cristo, si distinguono per tre motivi: negli anni in cui il Venerdì Santo coincide con il 25 marzo, ossia nel giorno dell’Annunciazione, le Sacre Spine o fioriscono. O sanguinano. O si colorano di rosso».

Don Stefano ci racconta l’esperienza vissuta il 25 marzo 2016 così come narrata in una relazione scritta, già consegnata a Don Tarcisio Gambalonga, responsabile Beni Culturali della Diocesi di Sant’Angelo, e al Vescovo Monsignor Pasquale Cascio, tutto corredato da un cd con le foto prima e dopo il fenomeno: «L’ultima volta che Annunciazione e venerdì santo erano coincisi risale al 2005. Allora il fenomeno non si verificò». Quest’anno invece, il prodigio: «Ho iniziato a monitorare la reliquia dalle 7,45». Al vertice, la reliquia presenta quello che si presume essere sangue raggrumato, di colore scuro. E, al centro, due puntini rosso vivo. Dopo cinque minuti proprio i due puntini rossi, sotto la lente di ingrandimento, iniziano ad espandersi: «Poi alle 9 i due puntini si sono estesi, creando un massa unica. Anche la punta laterale è diventata rossa». Alle 9,15 il fenomeno diventa visibile a occhio nudo. Don Stefano lo testimonia con le foto. Poi, dalle 9,24, la Spina torna quella di sempre: «Ho un’ipotesi: il fenomeno si è verificato durante le ore che, per tradizione, coincidono con quelle della flagellazione e coronazione di Spine».

Quindi è sangue? «Chissà», risponde il parroco in un’aura di mistero. In paese, per la verità, più che scetticismo, c’è aria di incredulità. Un giovane barista, ad esempio, non sapeva nemmeno dell’esistenza della spina. Certo, chi legge non potrà assistere più al fenomeno: Annunciazione e venerdì Santo infatti coincideranno di nuovo nel 2157. L’ultima volta che invece risale al 1932: «Belisario Bucci, storico locale, documenta il prodigio». Lasciamo Don Stefano, mentre ci informa che è intenzionato a verificare altre coincidenze di date nella storia in cui le Spine avrebbero potuto colorarsi di rosso: ha annotato secoli e anni in cui Annunciazione e Venerdì Santo si sono ‘incontrate’. Un po’ come succede all’occhio umano con le comete.

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26.04.2016, Il Mattino

Bagnoli – La spina si arrossa, relazione al vescovo

Il fenomeno osservato dal parroco Don Stefano; «Non grido al miracolo, significa che la reliquia è autentica».

Bagnoli-Irpino-Sagra-Spina-2016-1La fede si nutre anche di segni, di simboli. E quel che è accaduto a Bagnoli sarebbe un segnale, la conferma che la Sacra Spina custodita nella chiesa Madre provenga dalla Palestina, dal luogo in cui visse Gesù.

Nel giorno del Venerdì Santo questa Spina si è arrossata. Il prodigioso fenomeno è stato osservato e documentato dal parroco di Bagnoli Irpino don Stefano Dell’Angelo che lo rivela solo adesso, al termine della preparazione di una relazione per informare il vescovo della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Don Pasquale Cascio.

Il parroco ha provveduto ad immortalare l’evento su un cd che poi in numerose copie è stato distribuito alla comunità  e al sito web bagnolese Palazzo Tenta. Don Stefano ha annotato tutte le fasi: «Alle ore 7,45 osserva ad occhio nudo e con lente d’ingrandimento la spina presentante il sangue raggrumato (così appare a vista, ma la spina è sigillata e non è possibile accertare la provenienza del materiale) di colore scuro e i due puntini di un rosso vivo al centro. Alle ore 7,50 i due puntini rossi iniziano ad espandersi. Alle ore 9 i due punti rossi si sono estesi fino a creare un’unica massa visibile ed anche la punta laterale ha assunto questa colorazione. Il fenomeno è visibile con la lente d’ingrandimento e s’inizia a percepire anche ad occhio nudo. Alle ore 9,15 l’intera punta della spina è passata dal suo colore scuro a un rosso vivo».

Evento mistico o fenomeno naturale? Ognuno potrà darsi una spiegazione.

«Non  è un gridare al miracolo piuttosto la prova dell’autenticità della spina – spiega  don Stefano Dell’Angelo – e questo fatto testimonia in maniera emblematica che la devozione del popolo bagnolese verso la Sacra Spina è ben riposta. È un piccolo aiuto alla fede, fermo restando che la fede è tutt’altra cosa».

«Nel medioevo c’è stato un mercimonio di queste spine, ragion per cui molte non provengono dai luoghi in cui Gesù visse. Gli studiosi nel corso dei secoli hanno accertato che quelle autentiche durante il Venerdì Santo possono arrossarsi, oppure fiorire o addirittura versare un a goccia di sangue».

La reliquia in questione venne donata nel XVI secolo dal bagnolese Ambrogio Salvio al locale monastero domenicano. Ambrogio Salvio era il confessore personale dell’imperatore Carlo V , del Papa Pio IV e vicario generale dell’ordine domenicano.

Sem pre su questo tema don Taricisio Gambalonga, parroco di Lioni e vicario per il clero della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi rivela: «La leggenda tramandata nei secoli, pare confermata anche da studi, sostiene che le Sacre Spine possono avere questi fenomeni quando il Venerdì Santo coincide con la data del 25 marzo, giorno dell’Annunciazione del Signore. Come è accaduto quest’anno.  Di queste spine ne sono conservate altre due nella nostra diocesi, una a Torella, l’altra a Rocca San Felice. In provincia ci sono anche quelle di Ariano. Nel Sud la più importante è quella di Andria».

A Bagnoli il fenomeno era stato già osservato nel 1932, a documentarlo fu lo storico locale Bellisario Bucci nel libro «Bagnoli e le sue opere d’arte» del 1947.

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25.04.2016, La notizia

A Bagnoli l’arrossamento della Sacra Spina il Venerdì Santo

Il parroco ha preparato una relazione del fenomeno per il vescovo della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, ipotizzando il verificarsi dell’evento in concomitanza con le ore in cui si è verificata la flagellazione e coronazione di spine di Cristo.

Bagnoli-Irpino-Sagra-Spina-2016-3Non solo Andria e San Giovanni Bianco, anche da Bagnoli Irpino il parroco don Stefano Dell’Angelo comunica il verificarsi dell’arrossamento della Sacra Spina lo scorso Venerdì Santo. L’avvenimento non veniva documentato dal lontano 1932. In paese l’avvenimento è stato del tutto inaspettato, pertanto lo scetticismo ha prevalso sul diffondersi della notizia. Nonostante ciò, durante la celebrazione eucaristica della scorsa domenica un cd contente foto e relazione del fenomeno è stato distribuito alla comunità.

Nella chiesa madre di Bagnoli Irpino da secoli si tramanda il culto del bacio della sacra spina al termine della “Via Crucis”. La reliquia in questione venne donata nel XVI secolo dal bagnolese Ambrogio Salvio al locale monastero domenicano. Il Salvio fu confessore personale dell’imperatore Carlo V, del papa Pio IV e vicario generale dell’ordine domenicano; pertanto la sua dichiarazione di aver ricevuto questa spina da persone di fiducia non fu mai messa in dubbio. Ancora oggi il reliquario contenente la spina reca lo stemma vescovile in ceralacca del Salvio.

Nel medioevo il mercimonio di sacre reliquie era prassi diffusa e molti falsi delle sacra spina erano in circolazione nelle chiese europee. Pertanto, iniziò a sorgere la credenza che le vere spine (raccolte in Palestina sui luoghi calpestati da Gesù) nel giorno in cui il Venerdì Santo viene a coincidere con l’annunciazione si manifestino in tre modi: arrossendo, fiorendo o espellendo una goccia di sangue.

La reliquia conservata dalla comunità bagnolese sembra presentare del sangue raggrumato con due puntini rossi e, finora, era presente una sola documentazione storica del fenomeno nel 1932. Lo storico locale Belisario Bucci documenta il prodigioso evento nel suo libro “Bagnoli e le sue opere d’arte” (1947), mentre risultano perduti i quaderni su cui il parroco dell’epoca annotò l’avvenimento. Nel 2005 il venerdì santo venne a coincidere con l’annunciazione, ma l’arrossamento della spina non venne notato. Quest’anno il parroco locale don Stefano Dell’Angelo ha provveduto a monitorare la sacra spina sin dalle prime ore del mattino documentando fotograficamente il fenomeno. Di seguito riportiamo una sintesi delle osservazioni:

  • – Alle ore 7.45 annota di osservare ad occhio nudo e con lente d’ingrandimento la spina presentante il sangue raggrumato (così appare a vista, ma la spina è sigillata e non è possibile accertare la provenienza del materiale) di colore scuro e i due puntini di un rosso vivo al centro.
  • – Alle ore 7:50 i due puntini rossi iniziano ad espandersi.
  • – Alle ore 9:00 i due punti rossi si sono estesi fino a creare un’unica massa visibile ed anche la punta laterale ha assunto questa colorazione. Il fenomeno è visibile con la lente d’ingrandimento e s’inizia a percepire anche ad occhio nudo.
  • – Alle ore 9:15 sotto i raggi del sole provenienti dal finestrone sopra l’altare di S. Filomena l’intera punta della spina è passata dal suo colore scuro a un rosso vivo. Il fenomeno è abbastanza visibile, quindi il parroco provvede a documentarlo scattando alcune fotografie con il cellulare.
  • – Tra le ore 9:30 e le ore 10 il sacrestano Pascal Marzo si reca in chiesa e controlla la sacra spina su cui non è più presente nessun segno del fenomeno.
  • – Nel corso della mattinata anche il parrocchiano Angelo Miranda si reca in chiesa e non notando alcun fenomeno sulla spina provvede, comunque, a scattare alcune foto alla reliquia.
  • – Il parroco provvede alla redazione di una relazione del fenomeno per il vescovo della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, ipotizzando il verificarsi dell’evento in concomitanza con le ore in cui (dai Vangeli) sembra si sia verificata la flagellazione e la coronazione di spine di Gesù.

In allegato all’articolo sono fornite le foto scattate dal parroco prima, durante e dopo il fenomeno.

Fede o scienza, qualsiasi sia la spiegazione che vogliate darvi del fenomeno, la sacra spina di Bagnoli Irpino conservata da secoli tra i vetri del reliquario il giorno 25 marzo del 2016, coincidendo l’Annunciazione con il Venerdì Santo, ha assunto una colorazione rossa. Questa coincidenza verrà a verificarsi nuovamente nel 2157, dovranno passare 141 anni per poter riosservare il fenomeno. Nel frattempo restano a riprova dell’evento verificatosi le foto scattate dal parroco don Stefano Dell’Angelo.

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1 Commento »

  • redazione scrive:

    Commento di Gianni Corso (su fb):

    Sempre molta prudenza, giusto. La fede non si basa solo sui miracoli. Credere significa anche ricerca scientifica della radice del nostro io, profondamente radicato nella nostra coscienza, riflesso di Dio. Scienza non e’ solo documentazione del visibile, ma anche dell’impercettibile. La ricerca di Dio e’ inscritta nel cuore dell’uomo, da sempre. Gli affreschi rupestri della Valcamonica sono un esempio, gli uomini gia’ “creavano” un Dio su pietra per poterlo adorare. Possiamo ringraziare s. Tommaso d’Aquino per averci trasmesso un approccio scientifico, quindi razionale, della fede. Se e’ vero che fede significa credere in cio’ che non si vede, e’ anche vero che nessuno puo’ amare senza vedere. Amiamo solo cio’ che conosciamo, ma la conoscenza implica tutto: circostanze visibili ed invisibili.

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