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Bagnoli, speranza torymus per sconfiggere il cinipide

27.06.2013, di Domenico Cambria (da “Il Corriere”)

Esperti del settore in Piemonte per acquistare l’antagonista che attacca i castagneti.

Non ci voleva, diciamolo pure con rabbia, con tutta la crisi che c’è in giro, non ci voleva proprio che un dannatissimo insetto partito dalla Cina giungesse a noi non solo per minare una delle maggiori economie della nostra provincia, in molti casi la sola che desse sostegno e respiro a tante famiglie, in uno dei momenti economici e politici peggiori che il nostro Paese ricordi.

L’Italia è uno dei maggiori produttori di castagna al mondo, pari al 15% del prodotto mondiale, che è di circa 80.000 tonnellate, il 30% esportato nel mondo, soprattutto aegli USA, la Campania la maggiore in Italia con il 56% del prodotto totale, l’Irpinia all’interno della Campania, con la sola Castagna di Montella con ben il 60% pari a 7-8 mila tonnellate, grazie ai notevoli castagneti di Montella, Bagnoli, Nusco, Montemarano e Volturara, alla quale occorre aggiungere la produzione di Serino, Summonte, 150 i miliardi delle Vecchie lire annue nell’economia attiva della nostra bilancia commerciale.

Un’economia, quindi, primaria, che da un paio di anni è messa purtroppo in pericolo da questo insetto. Originario della Cina, il Cinipide ha fatto la sua comparsa in Europa nel 2002 con i primi avvistamenti in Italia nella provincia di Cuneo. Negli ultimi anni si è diffuso ulteriormente, interessando 15 delle 20 regioni italiane. Risulta assente solamente in Valle d’Aosta, Basilicata, Molise, Sicilia e Puglia. In Piemonte la prima presenza, il Piemonte il primo a togliersi, diciamo … dai guai.

Questo è il secondo anno che il Cinipide interessa i nostri castagneti, con una produzione che non dovrebbe essere maggiore di quella avutasi lo scorso anno (solo il 10% degli altri anni). Non vogliamo con questo creare allarme sul territorio, ma è la triste realtà che tutti gli industriali della filiera conoscono. Vi sono zone che il parassita ha interamente invaso le piante, altre meno. Il cinipide attacca i germogli delle piante ospiti causando la formazione di galle, arrestandone così la crescita vegetativa e provocando una riduzione della fruttificazione. Infestazioni gravi possono portare anche al deperimento della pianta.

Come abbiamo potuto notare di persona, su alcune piante l’apice è stato risparmiato, stessa cosa nelle giovani piante, il perché dovrà dircelo l’Istituto di Patologia di qualche Università, quella di Portici certamente la più vicina. Negli anni 70 anni è stato scoperto in Cina un insetto (imenottero) antagonista al Cinipide, il Torymus Sinensis. Le prime prove contro il parassita sono state effettuate in Giappone a partire dal 1982, dove è riuscito ad abbattere il cinipide in un arco di tempo di circa dieci anni. Tale esperienza è valsa a finanziare un progetto della Regione Piemonte finalizzato all’introduzione del parassitoide nel territorio della regione. Dal 2003 si è iniziato dapprima uno studio in laboratorio degli esemplari adulti ottenuti da galle raccolte in Giappone, poi negli anni successivi, anno dopo anno, ulteriori introduzioni per combattere meglio il parassita. Attualmente il Piemonte riesce ad ottenere il 60-70 dell’antica produzione: un risultato ottimo.

E’ in Piemonte, quindi, che occorre rivolgersi per iniziare una lotta che certamente durerà anche da noi anni, sperando bene nel risultato finale. Ed è lì che sono stati due i tecnici di Bagnoli, a Cuneo, i dottori Luca Branca e Adamo Patrone, per acquistare e conoscere come utilizzare l’antagonista al Cinipide.

Presente a Bagnoli in questi giorni per qualche giorno di vacanza, ne abbiamo approfittato per avere informazioni proprio da Patrone, il quale ha confermato le notizie generali sopra fornite. Bagnoli, dopo essere stato a Cuneo, ha acquistato ben 160 coppie di Torymus, lanciandole sul territorio purtroppo solo un mese fa. Questo, pertanto, non permetterà all’anno corrente di potere fruire di tali lanci in quanto la larva del cinipide è già uscita dal guscio (galla).

“La speranza – ci dice Patrone – potrebbe essere quella che il castagno abbia conservate molto della sua energia dopo l’attacco dello scorso anno, e si sia difeso in modo autonomo per una produzione speriamo maggiore di quella ottenuta lo scorso anno. Ci vogliono pertanto 5-6 anni per vedere i primi risultati”.

Come funziona questo antagonista? La femmina va a deporre le proprie uova proprio nella galla del Cinipide, divorando il cinipide ed impossessandosi poi del nido. Questo in teoria, ma anche in pratica. Hanno partecipato economicamente alla disinfestazione la Regione Campania e la Comunità Montana del Terminio-Cervialto, insieme ai privati che hanno dato il loro contributo economico in dipendenza della superficie del loro castagneto; un contributo molto modesto a dire il vero, ragione che dovrebbe incrementare i lanci nelle primavere dei prossimi anni, prima cioè che le larve lascino il nido per deporre poi le uova altrove.

LE FOTO

(Bagnoli, lancio del Torymus aprile-maggio 2013)




                                                                                                       

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