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C’è ancora qualche speranza per un PD senza fazioni?

30.07.2013, La riflessione politica (di Antonio Cucciniello)

Come simpatizzante, non iscritto, del Partito Democratico sono non solo irritato per i ripetuti scivoloni, di metodo e di merito, dopo l’esito delle elezioni politiche, ma, soprattutto, disgustato dello stato delle relazioni personali e dei rapporti politici sia a livello dirigenziale che tra i militanti.

E questo è molto grave perché siamo tornati indietro di molti anni, ai tempi della “cordata” anti Veltroni, e credo che questo stato di cose possa avvicinare la rottura dell’unico partito che ancora potrebbe rappresentare una valida alternativa alla destra demagogica e populista di Berlusconi e che, così come è oggi, non merita il sacrificio di quelle persone che, in modo disinteressato e con perdita di tempo e di denaro, sono l’ossatura delle manifestazioni e delle primarie.

Certamente, il deprimente spettacolo che viene offerto quasi quotidianamente a milioni di elettori che ancora sperano nella sopravvivenza di un forte PD non è caratteristica degli ultimi mesi ma, come accennavo prima, ha radici lontane ed è risultato eclatante quando Veltroni è stato costretto alle dimissioni per la definitiva trasformazione delle correnti in sediziose fazioni. E, diversamente da ciò che sostiene Scalfari, questa situazione non è determinata dall’esistenza della fazione di Renzi ma, a mio parere, è l’aggregazione di alcune fazioni già esistenti, con l’obiettivo di bloccare la candidatura dello stesso Renzi alla segreteria del PD, a determinare la nascita della fazione “renziana”. Corollari della cristallizzazione delle fazioni sono le sempre più numerose “risse” in tutta Italia che hanno come protagonisti giovani e meno giovani, vecchi e meno vecchi.

Forse, per restare in sintonia con il degrado culturale della società italiana, in particolare della sua classe dirigente, anche nel partito democratico c’è stato negli ultimi tempi un incremento vertiginoso delle risse e degli insulti. A conferma di ciò che affermo, riporto alcuni significativi episodi recenti e meno recenti:

1. In un’intervista del 2008 Emma Giammattei , per sei mesi segretaria del PD a Napoli, dichiarava: << ero terrorizzata quando entrava nella mia stanza Roberto Conte, esponente della ex-Margherita che si presentava con un fiero “capobastone sono”. Mi voleva trasmettere il senso della sua influenza, offrirmi la paura come segno della sua presenza. La cosa che mi impressionava, nella vita del partito, erano i corpi separati. La slealtà dell’uno con l’altro. Il principio vigente era l’assoluta assenza di regole, di qualunque regola. Valeva solo la fedeltà o l’opposizione a Bassolino. Io proposi un codice etico. Mi fecero capire che la politica era un’altra cosa. Clan combattenti in una deriva libanese ….. >> ( da “Il PD sarà un partito riformista? Il PD sarà un partito?” di Gennaro Cucciniello del 8/01/2011, tratto dal blog dello stesso autore ).

2. Franceschini, da poco segretario del PD dopo le dimissioni di Veltroni, aveva criticato il Presidente della regione Campania, Bassolino, e lo aveva invitato a dimettersi ; di contro a questa condanna c’è stata la sprezzante replica di Bassolino: << pure ‘e pulice tienene ‘a tosse (pure le pulci hanno la tosse )>>. Si risponde a un a civile argomentazione con un’espressione pesante di offesa, facendo il verso dialettale alla Lega, e trascurando il fatto che, se è una pulce a dirigere il PD, non è solo delegittimato il segretario ma l’intera formazione politica alla quale ancora Bassolino appartiene. Questo episodio rivela come meglio non si potrebbe la verità dell’espressione: un partito di cacicchi. ….…..( da “Il PD sarà un partito riformista? Il PD sarà un partito?” di Gennaro Cucciniello del 8/01/2011 ).

3. L’onorevole Orfini ( un giovane e promettente dirigente del PD, non un “vecchio capo-bastone come Bassolino ), dopo la votazione sulla “pausa di riflessione” dei lavori parlamentari ( sic!!!! ) chiesta dal PDL contro la decisione della Cassazione sulla data di discussione del processo Mediaset per evasione fiscale di Berlusconi , pausa di tre ore concessa dal PD e da Scelta Civica, (una pessima scelta che, a mio modesto parere, non era un atto puramente tecnico ma un fatto politico rilevante ), per deprecare il fatto che un collega di partito ,Gentiloni, non avesse votato come la maggioranza degli eletti del PD al Senato, dichiarava: << Gentiloni è un merda>> ( frase riportata da Maria Teresa Meli, una giornalista del “Corriere della Sera” ), frase successivamente corretta in << Quelli che non hanno votato sono sciacalli>>.

4. Nelle ultime primarie tra Bersani e Renzi nel dicembre del 2012, un giovane militante del PD lombardo, reo di essersi schierato apertamente per Renzi, è stato “chiamato a rapporto” e sottoposto a un “piccolo processo” da altri militanti del partito.

E potrei continuare con altri dolorosi esempi del “malcostume politico” che imperversa in molte formazioni politiche e che, ohimè, caratterizza anche la vita del PD; e ciò è deprimente per un simpatizzante come me che pensava, votando Bersani nelle ultime primarie, di aver scelto , per governare l’Italia, il saggio “buon padre di famiglia” che, dopo aver “governato” i contrasti interni ( o almeno così sembrava ) promuovendo un certo rinnovamento, poteva, con proposte di buon senso contribuire all’uscita del nostro Paese dalla terribile crisi che attraversa. Condividevo alcune proposte di Renzi sulla necessità di un profondo rinnovamento antiburocratico nel partito, non solo di idee ma anche di persone, su una vera diminuzione dei costi della politica e sulla militanza come servizio ai cittadini e non come strumento per il carrierismo sfrenato e per l’arricchimento personale ( si veda al riguardo le due lettere aperte al PD, pubblicate su VareseNews e sulla Prealpina, che un nutrito gruppo di simpatizzanti del partito aveva spedito a deputati, senatori della passata legislatura e ad altri dirigenti locali e nazionali del partito: la prima del 12 settembre del 2009, la seconda del 17 giugno del 2011, in momenti diversi, quindi, e molto prima dei successi mediatici di Renzi sulla rottamazione e del movimento di Grillo ). A mio parere, in fin dei conti, l’unico rottamato, è stato Veltroni che, penso, si possa criticare solo per non avere lottato sino in fondo, come segretario, contro la “nomenclatura” e i vari “cacicchi” del partito .

Ma una certa dose di “arroganza” di Renzi ( o almeno così sembrava ), la mancanza di esperienza, ma soprattutto il timore, a pochi mesi dalle elezioni politiche, di una disastrosa spaccatura del PD, mi hanno convinto ad appoggiare Bersani. Col senno del poi, credo di essermi sbagliato ma non tanto per l’esito delle elezioni ( in parte prevedibile perché , come ha poi ammesso lo stesso Bersani, il PD è stato “troppo timido” sul tema della lotta ai costi della politica e della lotta alle “caste”, e, ben prima delle elezioni, è stato visto, da una parte considerevole degli elettori di sinistra che hanno votato per Grillo o si sono astenuti, connivente e ben inserito negli oleati meccanismi del privilegio e, talvolta, anche del “malaffare” ), quanto per gli errori, quasi da dilettanti allo sbaraglio, fatti nei due mesi successivi alle elezioni con il testardo ed impraticabile binomio del << Governo di combattimento>> da una parte e dell’accordo con Berlusconi sull’elezione del Presidente della Repubblica e sulle riforme istituzionali dall’altra.

Bersani, con le sue dimissioni, aveva fatto la cosa giusta perché quando si sbaglia si paga di persona e non si accusano i collaboratori, soprattutto se non coinvolti pienamente nelle scelte più importanti. Ma, dopo pochi giorni, sono stato costretto a ricredermi: Bersani non è uscito di scena, come aveva fatto a suo tempo , con eleganza , Veltroni, ma, con la sua agguerrita fazione è in campo per non permettere a Renzi di diventare segretario del partito.

Perché, mi chiedo spesso, è così difficile, in Italia, farsi da parte come accade in tutti i paesi civili? ( cerchiamo di non imitare il signor Berlusconi anche in questo!! ).

Perché è così difficile capire che troppa burocrazia nuoce anche ad un’organizzazione politica o sindacale?

Perché è così difficile capire che << botti troppo vecchie impediscono al vino nuovo di entrare>> (come Ilvo Diamanti fotografava recentemente la situazione del PD ) ?

Con molti sogni nel cassetto e con la necessaria presa d’atto della dura realtà italiana ( la crisi che rende i poveri sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi anche per la spudorata evasione fiscale che fa pagare ai cittadini onesti anche le prestazioni del welfare dei disonesti, ecc….), non mi resta che sperare nel “miracolo” che nel prossimo congresso si possano mettere le basi di un partito laico e seriamente riformista, non burocratico, con un personale politico competente ed onesto, senza i privilegi delle varie “caste” ( anche manager di stato e non, magistrati, giornalisti, burocrati ministeriali, ecc. ), con parlamentari e consiglieri regionali che possano parlare di coloro che “non arrivano alla fine del mese” senza vergognarsi degli stipendi che percepiscono e senza promettere “mare e monti” pur di fare carriera e, per finire, con un segretario che non sia un uomo solo al comando ma che contribuisca alla formazione di un nuovo gruppo dirigente, con persone preparate provenienti anche da correnti di pensiero diverse e non da fazioni ( penso a personalità come Barca, Chiamparino, ecc. ).

Rimettere in sesto un partito frammentato e con agguerrite fazioni pronte allo scontro non è certo un’operazione facile ma, nel disperante panorama politico italiano, credo che sia l’unica operazione per cui valga ancora la pena di dedicare qualche ora della propria esistenza per alcuni suggerimenti che si spera possano essere discussi anche perché disinteressati e liberi ( non ho mai guadagnato una lira né un favore per la mia “militanza” non di partito ma di area politica ).

P.S. Mi permetto, come ultima cosa, di invitare i candidati alla segreteria ad essere un po’ più umili; come sta dimostrando Papa Francesco, si può essere persone rigorose, colte, che hanno qualcosa da dire e da dare senza essere invadenti, supponenti ed “Unti del Signore”.

                                                                                                       

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