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C’è chi dice …

04.01.2013, Articolo di Giovanni Nigro (da “Fuori dalla Rete” – Dicembre 2012, Anno VI, n.5)

… che i Maya hanno sbagliato, ma questo non vuol dire che non arriverà la “Fine del Mondo”. Arriverà, quando chi meno te lo aspetti busserà alla tua porta. In tempo di elezioni si mobilita la politica quella fatta di “malebolgie” e che si presenta con una faccia triste e caritatevole, ma sotto sotto vi è un trucco. La politica non è mai solo avere a che fare con questa gente. Il sintomo che si dovrebbe avere è l’”amore per la politica”; cioè bisogna amarla perché di lei si ha bisogno.

«Quindi vi dico di amare la politica, non avere interessa per la politica è come non avere interesse per la propria vita» così Roberto Benigni l’ha spiegata in occasione dell’esegesi della Costituzione Italiana, su rai uno dal titolo “La più bella del mondo”. La politica dice è «Organizzare la nostra vita, la costruzione della nostra vita»; su questo si basano i principi della buona politica. I padri, i nonni e perché no anche le mamme dovrebbero sensibilizzare la prole al vivere comune e anche ad ascoltare la vita politica per poi scegliere. La scelta non deve derivare da altrui persone; magari avendo in cambio un pacchetto che a volte contiene solo parole, ma deve derivare da un pensiero. Si è qualcuno quando si pensa e non quando si ascolta solamente. Il tempo sta per terminare nel 2013 si andrà a votare per il ricambio quinquennale dell’amministrazione e del governo nazionale.

In tempi passati la politica a Bagnoli Irpino aveva un colore, una bandiera, un sentimento e anche una faccia; adesso si assicura una poco notorietà. Non sbaglia chi ha perso la fiducia, perché ha decisamente stancato la storia della politica in tutti questi anni. Non è però un vanto da parte di chi lacera continuamente lo stato dicendo che chi vota spreca il suo tempo. Il futuro così lo si mette in mano ad altre persone che arriveranno in macchina blu e accuratamente senza ritegno sceglieranno per loro.

Tra il paese irpino e la nazione intera non cambia molto, gli studenti portano i loro problemi in piazza, ma sono un numero sempre più piccolo, la classe operaia occupa i cantieri, ma non riesce a dar voce a se stessa, la crisi viene nelle case e fa piazza pulita dell’intero guadagno. Quindi non ci si dovrebbe aspettare molto da un paesino dove i giovani sono pochi e poco sensibilizzati. Si pensa purtroppo che un voto non cambia niente. Il voto dovrebbe essere inteso come il proprio contributo alla vita dei figli e a quella dei nonni. I primi sono sempre più usati e hanno un futuro che non prospetta nulla di buono e i secondi potranno solo sperare che qualcuno gli aiuti senza richiedere molto perché vogliono vivere in pace.

Allora la domanda sorge spontanea: perché non interessa il sentimento dell’amore?

                                                                                                       

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