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Cinipide del castagno

Articolo – 08.07.2010

di Luca Branca, Ass. Agricoltura e Ambiente Comune di Bagnoli Irpino

Nell’ultima settimana sono stati pubblicati diversi articoli sul cinipide del castagno e tutti, spesso, in modo forte hanno posto il problema della sua diffusione incontrollata e della riduzione, che determinerebbe, sulla produzione di castagne.

Qualcuno si è spinto a fare delle stime (a livello provinciale 25% della produzione in meno entro il 2010, riduzione di circa 20 mln di euro, per il settore, entro il 2013) e a ipotizzare la morte di piante, ecc.

Insomma una catastrofe economico-ambientale senza precedenti.

Lascio immaginare gli effetti che queste voci allarmistiche stanno avendo sui castanicoltori.Nell’ultimo incontro (21 maggio scorso) organizzato a Bagnoli Irpino dalle strutture dell’Assessorato regionale all’Agricoltura – STAPA-CePICA di Avellino – come Amministrazione Comunale abbiamo chiesto agli esperti di approfondire, con degli studi specifici da svolgere durante il 2010, due aspetti che riteniamo fondamentali per la comprensione del fenomeno cinipide nell’areale della Terminio-Cervialto:

1. analisi sulla riduzione della produzione di castagne che l’insetto determinerebbe;

2. analisi sulla percentuale di insetti antagonisti “locali” presenti.

Infine abbiamo chiesto alla Regione la realizzazione di un campo per l’inserimento nel 2011 del Torymus (antagonista cinese del cinipide).

A questo punto credo sia necessario fare chiarezza sul perché delle nostre richieste e su quanto si sta dicendo in giro in questi giorni.

Preciso che le mie riflessioni sono relative solo all’Alta Valle del Calore e non alla situazione provinciale.

1. Riduzione della produzione di castagne – Ad oggi non ci sono dati sulla perdita di produzione di castagne determinata dall’attacco del cinipide, pertanto tutte le informazioni che oggi circolano sono semplicemente non valide scientificamente, pertanto vanno prese con le molle.

Gli esperti dicono che la perdita di produzione può essere determinata da due motivi: a) la riduzione, a seguito dell’attacco del cinipide, dell’attività fotosintetica delle foglie dovuta alla presenza delle galle; b) lo sviluppo di galle sul fiore femminile da cui si svilupperà il riccio che ne compromette la fecondazione o lo sviluppo.

Chiunque ha fatto un giro nei nostri castagneti avrà notato che la copertura fogliare nelle zone attaccate quest’anno è notevolissima; e chiunque può vedere che non ci sono galle sui fiori femminili del castagno, pertanto dovremmo avere un corretto sviluppo del riccio.

Perché dovrebbe esserci una riduzione della produzione, allora?

Personalmente credo che per quest’anno e per la nostra area non dovremmo avere cali di produzione dovuti al cinipide, se ci saranno potranno essere determinati da altre cause (siccità, grandine, ecc.).

2. Presenza degli antagonisti locali – Lo scorso anno in alcune aree attaccate della Campania, in cui ci sono molti querceti, è stata rilevata una forte presenza di antagonisti “locali” del cinipide; le prime stime di parassitizzazione rilevate dagli studiosi dicono che questa primavera la situazione si è ripetuta.

Perché una cosa del genere non dovrebbe essersi verificata anche da noi? I nostri castagneti spesso sono a stretto contatto con le querce da dove provengono questi insetti antagonisti “locali”.

Abbiamo chiesto alla Regione questo studio perché è importante conoscere chi e quanti sono questi insetti antagonisti per poter meglio definire gli interventi futuri senza dovere ricorrere a soluzioni estreme quali i trattamenti fitosanitari che sono un rimedio peggiore del male, perché irrimediabilmente portano a squilibri che si pagano dopo qualche anno.

P.S. – Lo STAPA di Avellino e lo STAPF di Sant’Angelo in collaborazione con il Comune  stanno realizzando un campo di castagnoli alle Fieste del Comune su cui poter nel 2011 inserire l’antagonista naturale, il Torymus. Spero solo che nessuno “tocchi” quelle piante perché in caso di furto faremmo una figura di niente a livello regionale.

Articolo, Cinipide del castagno, di Luca Branca, 08.07.2010

                                                                                                       

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