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Cronaca di una morte annunciata

22.08.2014, Articolo di Alejandro Di Giovanni (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2014, Anno VIII, n.4)

“Sono pronto a morire, ma non di noia”, recitava una battuta del film Zabriskie Point. Allo stesso modo, dico che qui si sta morendo di noia, oltre che per altre questioni già tumulate da tempo.  E’ un paese noioso il nostro, ripetitivo e spossante, e in più è lento, non arriva mai per tempo sulle cose, e quando ci arriva pretende pure di aver trovato la soluzione tempestivamente, rivendicando presunte qualità di velocità deduttive, quando oramai i buoi sono invecchiati e morti tanto il tempo trascorso per capire come andare a riprenderli.

Ma un paese ci vuole, scriveva l’ avvocato Nello Chieffo, sta lì ad attenderti sempre, per quanto lontano tu possa andare e a lungo restarci, significa non essere mai soli, lo porterai con te e ne difenderai i tratti, orgoglioso della sua natura e della sua cultura, resterà il diario perpetuo delle tue radici e delle memorie più lontane e nostalgiche (e per questo più seducenti). Le sue pietre, i suoi anfratti d’edera, i tratti dei colli, i suoi rumori e i suoi sapori, ti sembreranno unici, per quanti paesi i nostri sensi accoglieranno, poiché solo in quell’angolo io calciavo il pallone sul portone a dieci anni, solo in quel prato io correvo da fanciullo, solo in quel posto ho conosciuto l’amore …

Ma ecco che, come Mark nel film suddetto di Michelangelo Antonioni, dinanzi alle questioni d’interesse locale così discusse e trite, alle soluzioni dei cittadini compiaciuti della loro protervia e vanità, di saggi ignoranti di montagna, io mi alzo e dico “sono pronto a morire, ma non di noia”: seggiovie, concessionario e “amministrazione”, Pagnini e Molinaro, finanziamenti e rivendicazioni di diritti, spazzo via tutto con uno prolungato sbadiglio (così come per il legnatico prima, monotematici!); Mark, a bordo di un aereo con Daria, fugge dalla pesantezza dell’umanità e dalle annose dispute delle parti, dagli interessi privati soliti, per arrivare nel deserto di Zabriskie Point, nel nulla e nel tutto, è un individualista, ha deciso di vivere per un po’, una donna e il suo amore, un paesaggio mistico e riflessivo, e l’esplosione nella scena finale del film degli oggetti che volano rappresenta proprio il ripudio della società dei consumi che con le sue distrazione ci ha allontanato dai grandi interrogativi e dalle questioni profonde della vita, come l’esistenza e la morte: si può dire che la società dei consumi ha estinto la filosofia e le sue grandi riflessioni, sostituendola con beni di largo consumo, e oggi ancor di più con il consumo mediale del digitale e dei social media; abbiamo così sconfitto la morte, poiché la paura della morte non risiede nell’atto del morire ma nel pensarla, e non pensarla vuol dire sconfiggerla, ma sconfiggerla è sempre pratica illusoria e ingannevole.

Allora un paese ci vuole, ma parimenti necessaria pare la fuga, così come auspicabile per lo spirito pare il ritrovare se stessi senza le distrazioni che sempre di più ne negano il dialogo più intimo. Una fuga ci vuole, perché non si può morire di noia, e perché queste sedicenti disquisizioni sono sterili e atrofizzanti. Fa tutto parte di una cronaca di una morte annunciata: tutti nella storia di Marquez sapevano dell’ imminente assassinio di Santiago Nasar, ma quasi nessuno fece niente, molti non ci credevano, e poi, questioni d’ onore e di famiglie, il nostro annuncio così vi è arrivato tardi o inascoltato (come sempre), e Santiago Nasar è morto e il rimorso non serve a tanto ora; parlavamo ai sordi e scrivevamo ai ciechi, così il paese necessario rimane sempre tale, fisicamente immutabile, ma ora esso davvero è divenuto un paese bello e inutile, assassinato, e quel po’ che rimane davvero non coinvolge più.

Quando scrivo tutti mi dicono “si è così, sono così …”, ma se tutti non si sentono chiamati in causa quando scrivo, mi spiegate un po’ a chi mi stavo riferendo? I bagnolesi sono sempre gli altri, e tutti si credono così di un altro spazio e tempo!

Ci sia consentito di volare col nostro aereo e di giungere all’ agognato Zabriskie Point, perché se è vero che un paese ci vuole, è vero anche che una vita ci vuole.

                                                                                                       

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