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Dall’lrpinia alla Romania, quell’eroe dimenticato

21.04.2011 di Rosaria Patrone * (tratto da Il Corriere dell’Irpinia)

Il nome di Nicolae Balcescu, esule rumeno morto circa 159 anni fa a Palermo, è emerso, fungendo da trait d’union, nell’incontro del 25 marzo scorso a Ramnicu Valcea. In questa città della Romania, il pittore Felice Storti, presidente della sezione di Castelfranci dell’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”, ha inaugurato una personale di pittura e ceramica per ricordare Giordano Bruno, nell’anniversario della sua tragica morte avvenuta oltre 400 anni fa.

Erano presenti all’evento alcune personalità della cultura e della politica del distretto di Valcea, tra questi: lo scrittore loan Barbu, premiato a Recanati nel 2006 dal Centro Mondiale della Scrittura “La Ginèstra di Giacomo Leopardi”; il pittore Dican Gheorghe, presidente dell’Associazione “Uniunii Ariste Plastici” di Valcea; l’interprete, luliana Dragonic, dirigente della biblioteca “Jupiteana Atim Vireanul” di Valcea e il senatore Frincu Emizian.

Da anni ormai, si rinnova, tra queste personalità della Romania e il presidente del “Libero Pensiero” di Castelfranci, un intenso scambio culturale. Infatti, la celebrazione del 25 marzo del filosofo italiano, è stata fortemente voluta da rappresentanti politici e della cultura del posto; in Romania l’impegno per lo studio di filosofi e scienziati Italiani, come Giordano Bruno e Galileo Galilei, inizia già alle scuole medie, per essere successivamente sviluppato alle scuole superiori; un approfondimento che, nelle scuole italiane, avviene quasi sempre a discrezione di pochi illuminati insegnanti. L’incontro a Ramnicu Valcea (capoluogo della regione Valcea) ha coinvolto i convenuti alla personale di pittura nel ricordo dello scrittore Nicolae Balcescu, anima della Rivoluzione del 1848, vissuto solo 33 anni, e morto in esilio a Palermo il 29 novembre 1852, in una stanza dell’hotel Trinacria. Nel monastero dei Cappuccini della città riposano tuttora i suoi resti.

Balcescu nacque a Bucarest nel 1819 da una famiglia nobiliare. All’età di 19 anni si arruolò nell’esercito della Valachia e nel 1840 prese parte alla cospirazione di Filipescu contro il principe Alessandro 2°. Alla scoperta del complotto, Balcescu fu arrestato, la prigione ne segnò irrimediabilmente la salute. Al suo rilascio, due anni dopo, prese parte alla nascita di una società segreta di stampo massone, chiamata “Fratellanza”, con il grado 33. Viaggiò nel mondo, di sua volontà e contro di essa:  la sua patria prima di tutto, attraversata palmo a palmo, e poi Parigi, Istanbul, Palermo ecc. Proprio a Parigi, dove studiò per qualche tempo, nel 1846 divenne leader di un gruppo romantico-nazionalista di tipo liberale denominato “Società degli Studenti Rumeni”.

Nel frattempo pubblicò un sostanziale scritto dal titolo: “Sullo stato sociale dei contadini dei principati rumeni, nelle varie epoche”, sostenendo la necessità di una riforma agraria basata sull’esproprio di larga parte del territorio in possesso dei latifondisti; Karl Marx trasse non pochi spunti da questo scritto, fatto che diede a Balcescu molto rilievo nella Romania Comunista.

Nel 1848, dopo aver preso parte ai moti rivoluzionali in Francia, Balcescu tornò a Bucarest per partecipare alla rivoluzione dell’11giugno e, per soli due giorni, fu Ministro e Segretario a Stato del provvisorio “Governo Rivoluzionario”: egli sostenne con decisione il suffragio universale e la riforma agraria, riforma che, però, non fu mai approvata. In conflitto con le autorità più tradizionali compresa la Chiesa Ortodossa rumena, fu arrestato il 13 settembre dello stesso anno dalle autorità dell’impero Ottomano, che mise fine alla rivoluzione. Successivamente, trasferito ad Istanbul, insieme ad altri prigionieri rivoluzionali, venne rilasciato; da qui raggiunse la Transilvania, ma fu espulso dalle autorità asburgiche, perché considerato un agitatore politico del nazionalismo rumeno. I suoi ultimi anni furono caratterizzati da un’intensa attività di pubblicazioni: tra gli altri, lo scritto storico “I Romeni sotto il Dominio di Michele l’Impavido”, e la “Questione Economica dei Principati Danubiani”. Indebolito dalla tubercolosi, e costantemente in viaggio tra la Francia e l’Italia, trovò la morte a soli 33 anni a Palermo.

L’interrogativo che le autorità rumene si pongono da tempo, sulla possibilità di rimpatrio dei resti terreni di Balcescu, resta tuttora senza risposta. In patria, nella regione della Valcea, gli è stato dedicato e intitolato un museo, nella stessa regione vi è un villaggio “Nicolae Balcescu”, ma l’obbiettivo della politica e della cultura rumena resta quello di mettere una croce sui resti terreni del valoroso patriota.

Già nel 1863, a 11 anni dalla sua morte, il professore Nicolae lonescu si recò a Palermo per ricercarne le spoglie, senza alcun risultato; nel 1921 ci provò lo studente Alecu Isaceanu non approdando, anch’egli, a nulla;nel 1970 il Partito Comunista provò risolutamente a riportarne in patria i resti, ma i monaci Cappuccini del monastero di Palermo (custodi delle catacombe del posto) negarono, alla delegazione, l’accesso alla tomba. Il 15 novembre 2003 è stato firmato un “Memorandum di Collaborazione” tra i rappresentanti della Regione Sicilia e quelli della provincia di Paterno da una parte e, dall’altra, i rappresentanti del “Consigli per lo Sviluppo della Romania”.Il quarto dei cinque punti del protocollo dice: La regione Sicilia si impegna a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per facilitare il rimpatrio in Romania dei resti terreni di Nicolae Balcescu, morto in esilio a Palermo”.

A tutt’oggi non se ne è fatto niente.  I diritti di Balcescu sono stati nazionalizzati dal governo rumeno all’inizio di quest’anno e le autorità di questa Nazione non perdono la speranza di poter realizzare l’intento, finora sfortunato, di riportare Nicolae Balcescu a riposare per sempre nella propria terra. Quello che di concreto possiamo fare noi, dell’Associazione del Libero Pensiero ” Giordano Bruno” di Castelfranci, per gli amici rumeni, è far conoscere Nicolae Balcescu, sensibilizzando l’opinione pubblica, di questa parte dell’Italia, sugli avvenimenti che lasciano i resti terreni di questo “eroe nazionale rumeno”  lontano dalla dimora naturale, auspicando che questo smuova più di una coscienza.

* Vicepresidente dell’Associazione Libero Pensiero Bruno di Castelfranci

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La notizia  – Felice Storti in Romania:  pittura e ceramica dedicata a Giordano Bruno

                                                                                                       

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