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«Fotografare il sapore della terra»

15.10.2015, Il Mattino (di Giulio D’Andrea)

Melina Mulas e gli studenti di Bagnoli: la macchina è strumento di conoscenza.

fotografia-e-territorioUnire la fotografia e la terra è l’obiettivo di un’interessante iniziativa che vede coinvolti gli studenti di Bagnoli Irpino. Sono loro i protagonisti. Con le reflex o con gli smartphone, poco importa. L’importante è immortalare il proprio territorio, magari cogliendo prospettive inedite oppure dando semplicemente uno sguardo diverso ai luoghi.

Il tutto sotto la guida di Melina Mulas, specializzata in ritratto e diritti umani. Lei è figlia di Ugo Mulas, uno dei più grandi fotografi italiani e si trova in provincia per il progetto sperimentale «in Campo». In corso con un laboratorio creativo. Riprese fotografiche da parte dfei ragazzi, un video documentario. Poi la selezione delle foto realizzate con una mostra fotografica a Milano presso i «Frigoriferi Milanesi», luogo di incontro e di scambio dedicato all’arte e alla cultura.

Inclusione dei lavori dei ragazzi su un magazine di cultura internazionale. Queste le tappe del percorso finanziato dal Comune di Bagnoli Irpino e rivolto agli alunni della scuola media secondaria di primo grado «Lenzi». Insieme alla direttrice artistica prendono parte al laboratorio le docenti Alessia Lanzi, coordinatrice del progetto, e Gabriella Aulisa, collaboratrice e insegnante di Arte e Immagini.

I luoghi sono quelli tipici di Bagnoli e dintorni. Luoghi che in questi giorni hanno i colori migliori. Il centro storico, le aziende agricole, i mestieri come il tartufato, il pastore o il boscaiolo. «Anche la terra, che può essere incontrata dai ragazzi con la fotografia, è uno strumento di comunicazione. – spiega Melina Mulas – Stiamo lavorando per far capire che si può utilizzare la macchina fotografica come mezzo di conoscenza. prima il viaggiatore aveva le matite per ricordarsi di quello che osservava. Ora siamo spettatori attivi e passivi allo stesso tempo, e questo è un bene».

melina-mulas«Sono sempre curiosa di vedere come i ragazzi affrontano queste esperienze. Esperienze che riteniamo essere altamente formative. – continua – Infatti se non conosci la fotografia  è difficile capire il linguaggio della pubblicità, per fare un esempio. In realtà moltissime forme di comunicazione visiva, soprattutto oggi, sono comprensibili appieno solo conoscendo le basi della fotografia. L’immagine va codificata , la fotografia è un mezzo per capire altri concetti. È un ponte. Un ponte tra noi e l’altro. Nel momento in cui inquadri puoi scoprire strutture totalmente diverse. In questo progetto può servire a far conoscere meglio i luoghi, un modo per far connettere i ragazzi alla terra e alle origini».

Inizialmente il progetto nasce da un’idea di Katia Provantini, presidente della Cooperativa Minotauro e Melina Mulas, per aiutare un gruppo di ragazzi con disagio evolutivo. Poi si è diffuso.

«Arrivo a Bagnoli dopo aver conosciuto la professoressa Aulisa e sono grata al preside e al sindaco per aver creduto in questa idea. All’inizio abbiamo pensato a questo percorso per i ragazzi con difficoltà.- conclude Mulas – In realtà la fotografia nasce anche da un bisogno di conoscere e soprattutto di conoscersi, quindi è una forma di arte anche utile alla persona in generale. Si lavora in gruppo, anzi su vari gruppi. Dall’architettura dei luoghi al ritratto passando per i panorami. Ogni gruppo porta a termine la sua personale missione fotografica. Questo progetto vede poi un momento in cui gli scatti da tutta Italia vengono raccolti e mostrati».

                                                                                                       

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