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I valori di De Sanctis celebrati ma assenti

17.09.2017, La rubrica InfoIrpinia di Francesco Celli (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2017, Anno XI, n.4)

Francesco_de_SanctisNell’anno del duecentesimo anniversario dalla nascita di Francesco De Sanctis, figlio illustre della nostra terra ed originario di Morra, tanti sono stati i convegni a lui dedicati, forse troppi di parata, ma pochi suoi insegnamenti sono ancora attuati, soprattutto dai politici che spesso ne hanno parlato.

De Sanctis era un visionario e vedeva per questa terra ciò che gli altri non vedevano. Aveva il coraggio delle sue idee. Quando parlava di ferrovia a metà dell’’800 non c’era l’ofantina, non c’erano le strade di oggi e si contavano pochissime case: ma lui guardava già lontano immaginando il trasporto pubblico per tutti e la possibilità di rompere dall’isolamento le zone interne attraverso l’Avellino-Rocchetta Sant’Antonio.

Anche l’istruzione per lui doveva essere per tutti: pensate, è stato il primo ministro dell’istruzione nel primo governo Cavour dopo l’unità d’Italia. Così come voleva dialogo e non repressione acerrima contro i briganti borbonici, poiché ciò non avrebbe portato ad alcun passo avanti.

Un politico illuminato che intendeva distruggere i partiti personali, vera malattia anche dei giorni nostri, affinché fosse l’ideale a prevalere e non la persona, il bene comune e non il potere. Egli si impegnava tenacemente a combattere il fatalismo, quella falsa convinzione in cui ci imprigioniamo da soli e per cui tutte le cose che facciamo ci sembrano inutili: nulla di più falso e ce lo ha testimoniato con le sue azioni. Ogni gesto teso al bene produce bene.

De Sanctis si impegnò senza sosta per un rinnovamento delle coscienze occupate da stanchezza ed indifferenza.

Tutto questo, al di là delle chiacchiere nei dibattiti, dov’è? Chi parlava fino a pochi anni fa di Avellino-Rocchetta? A me pare nessuno se non pochissimi visionari. Chi parla di spopolamento e di necessario miglioramento del trasporto pubblico per le zone interne? Chi parla dei servizi sociali che mancano e rendono dura la vita in alta Irpinia? Chi ha il coraggio di opporsi ad un potere clientelare che ha devastato questa terra, creando ridicoli reucci che vivono perennemente alla ricerca del potere? Chi si impegna a diffondere la cultura per innalzare il livello di benessere e cambiare in meglio il territorio?

A me sembra nessuno, soprattutto con riferimento ai politici nostrani del tutto impreparati sul piano politico, etico ma anche culturale.

Credo che sia importante, ognuno per la propria parte, mettersi al lavoro nel sociale, nella cultura, nella comunità, per provare a risollevare le sorti della nostra terra tutti insieme, nel segno di De Sanctis e di tutte le persone semplici ed oneste del nostro popolo Irpino.

Francesco Celli

 Presidente di Info Irpinia

 

                                                                                                       

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