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I versi di Albino Lenzi per gli amici della “Sala …”

06.12.2014, La filastrocca – Napoli 1927 (da “Fuori dalla Rete” – Novembre 2014, Anno VIII, n.5)

PER GLI AMICI DELLA “SALA …”

Stimatissimi Signori

io vi canto la canzone

della sala che a Bagnoli

serve per riunione.


Presidente è Luca Bucci,

passo fermo e ferma voce,

segue il vice, Ludovico,

buon gustaio, che ammaglia ‘e noce.


Ecco Trillo ch’è pittore

di talento straordinario,

gli succede tomo, tomo

l’altro Bucci, Belisario.


C’è Filippo, ossia Varricchio,

che sta sempre nella luna.

Cerasuolo murmurea

e n’a fa bbona a nisciuno.


Ecco i Lenzi, don Giovanni

l’elegante più perfetto,

ma il fratello don Giuseppe

è nu poco stretto ‘e pietto.


Ecco Chieffo Pasqualino,

nuovo artista teatrale,

e ammirate Aulisa Alfonso

dalla barba patriarcale.


C’è Meloro, don Attilio,

ch’è devoto del tremore,

e Palermo, don Vincenzo

due di spade e non bastone.

                                                                                                       

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