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Il giornalino “La Parrocchia” – Giugno 2011

06.06.2011, L’editoriale

Assassinio di Bin Laden … soluzione cristiana?

Si può esultare davanti alla morte di un uomo? La domanda, forse retorica, nasce spontanea dopo aver visto le scene di giubilo negli Stati Uniti e altre parti del mondo in seguito alla notizia della morte di Bin Laden, che la sua fine ha indubbiamente avuto per gli americani il sapore della liberazione, la fine di un incubo che durava decenni.

In realtà la morte di Bin Laden ha più che altro, un carattere simbolico, non sarà certo la sua scomparsa a fermare il terrorismo di matrice islamica. Al Qaeda, movimento di  cui Bin Laden era il leader, è un universo variegato dove orbitano diverse fazioni terroristiche, è purtroppo logico pensare che la minaccia di attentati continuerà ad essere persistente. Tuttavia la sua uccisione sembra dare la certezza che il nuovo nemico mondiale, il terrorismo islamico può essere sconfitto. Per questo tutto l’occidente si è rallegrato per la morte di un criminale a cui si devono una serie di attentati che hanno funestato non solo gli Stai Uniti, ma anche Spagna, Inghilterra e numerosi paesi islamici. Se quindi la soddisfazione dei paesi occidentali per la morte di Bin Laden era scontata, in America si è andati oltre con scene di festa nazionale che hanno attraversato tutti luoghi pubblici. Un mix di gioia personale e di orgoglio nazionale ha evidentemente scosso l’intero paese. Il risultato è stato una serie di scene di giubilo che, innegabilmente, mal si sposano con la morte di una persona.

Umanamente è comprensibile la gioia per la morte di un uomo responsabile della morte di persone innocenti, soprattutto da parte di chi ha visto morire un proprio congiunto in un insensato attentato. Ma, al di là delle reazioni “a caldo”,ci si chiede: può la morte di un uomo, anche se questi sia il peggior criminale, essere motivo di gioia? Per chi si dichiara cristiano a questa domanda non può che esserci risposta negativa, nessuna morte può essere gioiosa. Il rispetto per la vita altrui, è  l’unico sentimento a dover  prevalere e unirlo  ad un  impegno per un mondo migliore  e in pace.

“La PARROCCHIA”, Anno VI, Numero 2, Giugno 2011 (790,90 KB)


 

                                                                                                       

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