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Il perchè di tanta acqua per la nostra Irpinia

01.12.2010, di Michele Gatta

Articolo di approfondimento meteo

Gli attenti visitatori del nostro sito, appassionati e interessati alle notizie meteo, ricorderanno che da queste pagine avevamo prospettato qualche settimana fa, un inverno 2010-2011,più freddo del precedente per noi abitanti italiani. Il trimestre freddo per il calendario inizia il 21 dicembre, mentre la meteorologia ne anticipa l’evento agli inizi del mese. In realtà già l’ultima decade di novembre ha riservato sensazioni invernali al nord-Italia. Ma quello che va sottolineato sono l’irruzioni fredde, anche continue, che sono giunte nel mediterraneo occidentale. Queste ultime hanno scatenato persistenti afflussi di aria umida ed instabile soprattutto per le regioni tirreniche. Una persistenza che poche volte si è riscontrata nel periodo autunnale.

La mancata presenza di campi di alta pressione, resistenti, hanno favorito un tempo spesso instabile e a volte anche perturbato. Le alte pressioni sono migrate verso lidi settentrionali europei e verso le acque calde delle coste della Groenlandia. Queste ultime  hanno fatto da calamita agli spostamenti dei flussi sub-tropicali. Primo effetto della NINA (nigna) che è vista in gran spolvero in questo inizio di stagione invernale. I più ricorderanno i nostri editoriali che hanno trattato l’argomento.

Dicevamo degli afflussi freddi che hanno raggiunto l’Atlantico meridionale e le coste africane. A questi, in natura rispondono correnti umide e calde. Con basse pressioni in formazione sul mediterraneo occidentale che spostandosi verso levante hanno arrecato continue precipitazioni per la nostra Irpinia. Territorio che risente notevolmente i flussi meridionali o addirittura di libeccio che hanno imperversato sulle nostre regioni di ponente. L’orografia del territorio ha fatto il resto.

Uno scenario che ci accompagnerà ancora per qualche giorno. I corsi d’acqua delle nostre terre (Bagnoli) hanno assunto le sembianze che probabilmente non si vedevano da prima del terremoto dell’anno 1980. Il lago sull’altopiano del Laceno ha praticamente invaso tutta la pianura, tracimando dalla parte opposta alla strada provinciale. Ma proprio nella zona dell”acernese“, da oltre trent’anni non si vedevano i valloni pieni di acqua che velocemente scorrone verso la pianura del Laceno. Un fenomeno certamente rilevante anche per le nostre risorse idriche.Uno scenario obiettivamente, se non anomalo, ma quantomeno rilevante che ricorderemo per un bel pò.

La fase acuta di questo scenario è conclusa? Con una dose di prudenza, pensiamo proprio che il prossimo futuro dovrebbe regalarci scenari un pò più vari e perchè no, più in sintonia con l’entrante stagione invernale. C’è d’aspettarsi una fase più stabile o al più variabile, con temperature non fredde a partire dal prossimo fine settimana, fino almeno a dopo la festività dell’Immacolata. Nella seconda decade del mese di dicembre, le AO(Atlantic Oscillation) sono viste in una  nuva fase discendente, preludio a nuovi afflussi freddi che stavolta potrebbero favorire maggiormente le regioni adriatiche e meridionali, pronte a ricevere il primo regalo invernale. Sarà così? Lo scopriremo di volta in volta nei nostri prossimi editoriali.

                                                                                                       

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