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“La cerza lo ‘mpìso”, quel misterioso luogo …

16.12.2012, La mail del preside Giuseppe Marano

Spettabile redazione di “PalazzoTenta39”, desidererei sapere qualcosa di più su una località del territorio agreste di Bagnoli, denominata (!) “La cerza lo ‘mpìso”. Tempo fa quando frequentavo per lavoro Bagnoli, qualcuno mi indicò il toponimo e con una certa probabilità pure l’annosa “famigerata” quercia, vi dico pure il punto: me lo inquadrò da quel bel ponticello (adesso chiuso al transito) sulla ferrovia…

Era un vecchietto molto gioviale e ricco di spirito (poteva avere la mia età d’adesso) che mi disse che alcuni, quella quercia, la chiamavano “lo ‘mpìso”, altri “lo ‘mpecàto“…Io azzardai che era più credibile la prima dizione, che significava in modo trasparente: “La quercia dell’impiccato”, fatto più drammatico e singolare, che giustificava maggiormente la persistenza del nome nell’immaginario collettivo o memoria storica…”Lo ‘mpecàto”, invece è un denominativo più generico ed astratto: significa ovviamente: l’imbrattato, lo sporco, il zozzone (riferito a persona), che essendo caratteristica questa molto comune fra la gente rurale, non avrebbe impressionato l’attenzione sociale al punto di farsi trasmettere per tradizione … Si sa infatti che allora la categoria dei lavoratori agricoli, per le condizioni strutturali (come si dice) del tempo, non poteva riservare alla propria persona il trattamento igienico che essa meritava.

Su quel bel ponticello ci tornai a riprendere con la telecamera il treno a vapore nel fatidico giorno del centenario, doveva essere il ’94 (a la fàcci: quasi vent’anni! pare ieri!) impressioni indimenticabili, attesa d’ore, ma brevissima piacevole al ricordo, perchè sul quel treno ci ho viaggiato qualche tempo … un mare di tempo fa … di cui mi arriva un po’ di riflusso nostalgico. Fu una gioia silenziosa ma profonda quando avvistammo (eravamo un piccolo gruppo) una candida chioma che si sollevava in cielo, era la locomotiva del treno della memoria, che era arrivata alla Stazione di Montella e da lì mi centellinai con la immaginazione tutto il percorso che descrisse lungo il curvone ad U ai piedi del Salvatore lungo Santo Vito ed innanzi per sbucare improvviso, quando non te l’aspettavi più, mostro nero sbuffante sotto di noi pervasi d’un unico tremore col ponticello.

Fu allora che mi ricordai della “Cèrza” che avvistai – se era quella! -… con l’aureola della sua inviolabile storia … Ho detto prima “famigerata”, perchè secondo la mia interpretazione, è stata verosimilmente testimone e … strumento impotente (!) di un dolorosissimo evento: un suicidio … La storia misteriosa di quel povero cristo, cerca ancora nei fondali della mente un barlune di luce … o vuol addirittura emergervi …

Grazie dell’eventuale aiuto d’informazione (penso il Prof. Dell’Angelo ne possa sapere, e perchè no? Anche… l’amico Sturchio …) … saluti cordiali e complimenti per la bella e interessante attività.

                                                                                                       

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