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La Misericordia di Montella: «Tre giorni di sagra, 150mila persone, nessuna ambulanza»

13.11.2015, La denuncia (dal sito www.orticalab.it)

Sulla sagra della castagna interviene Flavio Lombardi, Presidente della Misericordia: «Solo organizzando il territorio, superando stupidi campanilismi e affidandoci alle competenze, possiamo immaginare di fare quel salto di qualità al quale, oggi, non siamo ancora pronti»

Flavio-Lombardi-presidente-Misericordia-Montella-1«Tre giorni di sagra, 150mila persone, nessuna ambulanza. A Montella poteva accadere qualsiasi cosa» Sulla sagra della castagna interviene Flavio Lombardi, Presidente della Misericordia: «Solo organizzando il territorio, superando stupidi campanilismi e affidandoci alle competenze, possiamo immaginare di fare quel salto di qualità al quale, oggi, non siamo ancora pronti»

Lo scorso fine settimana, come noto, s’è tenuta a Montella la tradizionale sagra della castagna, un evento che anno dopo anno continua a crescere attirando enormi flussi di visitatori da tutta la regione e anche oltre. Quest’anno i numeri, anche grazie al meteo amico, sono stati straordinari: c’è chi parla di 150mila persone in tre giorni. Una sagra che verrà ricordata per i numeri, per la visita del governatore De Luca e, purtroppo, anche per qualcos’altro.

Abbiamo ricevuto, nel corso di quei giorni e anche in quelli immediatamente successivi, molte segnalazioni che denunciavano l’assenza di postazioni di pronto intervento e di ambulanze, che raccontavano di persone colpite da malori e soccorse da altri avventori, di ripetute scene di panico.

Abbiamo provato ad indagare e, ricevuta più di una conferma, abbiamo pensato di chiamare in causa Flavio Lombardi, Presidente della Misericordia di Montella, struttura di riferimento per tutto il territorio.

«La verità è che si sarebbe dovuta sospendere la sagra, nessuno, al Comune, ha ritenuto di interpellarci ed il risultato è stato che nel corso dell’intera tre giorni non c’è stato alcun presidio fisso. Al di là del 118, che opera su tutto il territorio, non c’erano ambulanze pronte né personale. Fortunatamente non è accaduto nulla di irreparabile ma sarebbe potuto accadere. La notte di sabato, attorno alle 24, un quindicenne è andato in coma etilico, si è sentito male alle spalle del Comune e non c’era nessuno che potesse intervenire, i nostri sono arrivati lì per caso, stavano rientrando da un intervento e lo hanno salvato appena in tempo. L’indomani, invece, una signora incinta non si è sentita bene, si è potuta rivolgere solo ai Vigili urbani che non hanno potuto far altro che condurla presso la guardia medica dove hanno dovuto attendere in ragione di altri interventi. Si sono registrate molte crisi di panico, le persone sono state assistite alla buona, tutt’al più con un bicchiere di acqua e zucchero da semplici civili e avventori».

Le parole del Presidente Lombardi ci raccontano di una sagra che facilmente si sarebbe potuta risolvere in qualcos’altro, di uno spaventoso e pericolosissimo vuoto organizzativo: «In ogni manifestazione pubblica dovrebbero esserci ambulanze munite di defibrillatore, basterebbe questa semplice considerazione per capire cosa è accaduto a Montella. Ripeto, stiamo parlando di 150mila persone in tre giorni, con una viabilità del tutto bloccata sulle principali arterie. Affidare il servizio solo al 118 vuol dire affidarsi al fato, non capisco le ragioni per le quali quest’anno non siamo stati interpellati. Io sono tra coloro che crede fermamente nelle potenzialità di questi territori, sono convinto che il nostro futuro sia nel turismo e nella bellezza ma è in queste occasioni che misuriamo tutti nostri ritardi. Guardiamo a questi eventi come all’occasione per fare cassa, immaginiamo di ospitare qualcosa come 130 stand, senza poter offrire servizi adeguati, senza garantire i livelli minimi di sicurezza. Dovremmo tutti capire che solo facendo rete, solo organizzando in termini organici il territorio, superando stupidi campanilismi e affidandoci alle competenze di cui queste comunità sono ricche, possiamo immaginare, col tempo, di fare quel salto di qualità al quale, oggi, non siamo ancora pronti».

                                                                                                       

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