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La monorotaia a Bagnoli: progetto davvero utile?

22.06.2012, Articolo di Mimmo Nigro (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2012 – Anno VI, n.2)

Bagnoli, che vanta un patrimonio naturalistico e paesaggistico di grande suggestione, riconosciutoci ed invidiatoci da tanti, ha potenzialità turistiche (purtroppo) ancora in gran parte inespresse. Le amministrazioni comunali che dal dopoguerra in avanti si sono succedute in questo piccolo ed accogliente borgo irpino hanno (quasi) sempre, e con alterne fortune, messo al centro dei loro programmi lo sviluppo turistico del territorio, con particolare riferimento all’Altopiano del Laceno.

L’amministrazione Chieffo non è stata da meno. L’elenco completo delle opere realizzate, dei progetti presentati e delle proficue relazioni istituzionali (e non) allacciate verrà sicuramente “propagandato” dagli attori protagonisti prima che giunga a conclusione il mandato elettorale.

Fra le tante o poche (a secondo dell’orientamento politico) attività intraprese in quest’ultimo quinquennio, ce n’é stata una in particolare che ha sicuramente suscitato tra la popolazione ilarità, curiosità e forse anche un po’ di sconcerto. Si tratta della monorotaia per trasporto merci che partendo poco sopra il campo sportivo “V. Gatti” a Bagnoli, arriva dapprima in località Cupa (1° Tratto) ed inerpicandosi ulteriormente lungo la dorsale appenninica, dovrà giungere, a completamento del progetto, sino alla Fontana Chianizzi (2° Tratto). L’importo complessivo dell’investimento  è, ad oggi, di circa  € 355.000 + IVA. La fonte del finanziamento è il PSR Campania 2007-2013, Misura 125 “Infrastrutture connesse allo sviluppo e all’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura” – sottomisura 2.

L’amministrazione comunale sollecitata sull’argomento, attraverso l’ideatore dell’iniziativa, l’assessore all’Agricoltura ed Ambiente Luca Branca, ha meglio chiarito, e strenuamente difeso, le ragioni che hanno portato a questa scelta, precisando in particolare che:

  • l’opera è parte integrante di un progetto più ampio, di un itinerario che partendo da Bagnoli, arriva alla Cappella Rupestre di San Pantaleone (appena ristrutturata), alle grotte del Caliendo (ingresso a valle), alla zona del Rajamagra, per ritornare al Laceno, al Casone e alla Caserma Forestale;
  • l’investimento non ha avuto, e non avrà per il futuro, alcuna incidenza sulle casse comunali in quanto interamente coperto dai fondi comunitari (PSR 2007-2013)
  • si confida, in prospettiva, nell’utilizzo promiscuo della struttura (merci/persone),  così come avvenuto con successo in altre rinomate località turistiche italiane (dalle Dolomiti alla Costiera Amalfitana), rendendo in questo modo più funzionale l’impianto.

Ci sia consentito però, senza animosità e con spirito costruttivo, e nel pieno rispetto di quanto argomentato, di manifestare perplessità e porre qualche domanda di merito.

Innanzitutto l’utilità. Da quel che sappiamo e rileviamo, in quel tratto di territorio non esistono attività agricole né colture di un certo rilievo (eccezion fatta per un piccolo castagneto da frutto, peraltro appartenente a privati), né si segnalano particolari problemi di accessibilità per lo svolgimento delle normali attività forestali. A cosa serve allora in quel posto la monorotaia? Non certo a trasportare quell’unica “sacchetta” di castagne raccolta durante il mese di ottobre. L’ipotesi della meta turistica rimane a questo punto l’unica plausibile. Segnaliamo però che proprio quel tratto di montagna –  senza voler apparire, con questo, banali ed irriverenti –  è percorribile con le autovetture;  si possono effettuare fermate in sicurezza lungo tutti i suggestivi tornanti ed ammirare comodamente il “belvedere”. Chissà, un’allocazione diversa, l’individuazione di un’area davvero inaccessibile ai moderni mezzi di trasporto, avrebbe forse potuto dare più senso logico al progetto ed offrirci squarci naturalistici davvero inediti ed esclusivi.

E poi l’impatto ambientale. Siamo sicuri che la “ferita” che verrà inevitabilmente inferta alla montagna, che sovrasta in bella vista il nostro incantevole paese e l’intera valle del Calore,  sia del tutto neutra ed irrilevante? Quando si apre un cantiere in un contesto naturalistico (quasi) incontaminato e quando nel cantiere entrano ruspe e pale meccaniche c’è poco da gioire …

Ed in ultimo una riflessione sui costi. Sarà pur vero che la costruzione e messa in opera della monorotaia al nostro Comune non costi nulla; e che di fatto si è attinto con abilità e prontezza a risorse comunitarie altrimenti andate perdute o utilizzate da altri. Ma occorre anche responsabilmente tener presente che gli oneri (non irrilevanti) di mantenimento in efficienza dell’impianto e di manutenzione della struttura saranno tutti a carico nostro. Nella malaugurata ipotesi, quindi, che l’idea del trasporto ferroviario con monorotaia a scopo prevalentemente turistico non funzioni come auspicato e sperato (“Rotonda” e “Albero al Lago” docet!), i costi di riconversione, bonifica o smantellamento potrebbero essere salatissimi per l’intera comunità. E l’opera da inutile diventare addirittura dannosa.

La foto
(Monorotaia Amalfi-Furore)
***

                                                                                                       

2 Commenti »

  • Lucarchitec scrive:

    L’opera è utile nel momento in cui si sfrutterà per il flusso turistico, con cartellonistica ben segnalata e buona visibilità dell’opera. Per quanto riguarda la resa agricola, non so a che punto possa servire, perchè non so in quella zona quanta “agricoltura” c’è.

    Visto la monorotaia c’è e che il comune non ha speso un euro, troviamo un modo per un utilizzo intelligente: Potrebbe comunque essere usata in occasioni speciali tipo la sagra di ottobre, come ultimamente il Giro d’Italia e così via, per snellire un po’ il flusso veicolare sulla strada (attraverso un parcheggio su alla fontana Chianizzi o navetta che porti a Laceno) ed offrire scorci panoramici unici, percorsi gastronomici, aiuto a percorsi di Trekking, turismo naturalista, bird watching.
    Anche sul vesuvio hanno optato per un progetto del genere, ma in maniera più grande (x ovvi motivi), con stazioni intermedie per ammirare il panorama: ogni stazione però è stata provvista di negozi, campetti sport e bar. Non dico si potrebbe fare una cosa del genere, ma prendetene spunto.

    Un’opera non è mai inutile, basta reinventarla.

  • nigro.simone scrive:

    Non conoscendo nel dettaglio il progetto mi esprimo su quanto scritto in questo articolo. Credo che l’opera sia fondamentalmente inutile, sotto tutti i punti di vista. Non vedo perchè un turista dovrebbe prendere questa monorotaia dal campo sportivo (lasciando l’auto dove?) per essere lasciato a piedi a Chianizzi (cosa fa, va a piedi fino a laceno andata/ritorno?). Ed anche se qualche turista vorrà farsi il suo bel giro in monorotaia (tanto per non farsi mancare nulla), non vedo cosa ci sia di interessante da guardare a parte i soliti castagni e il solito panorama che avrebbe ammirato comunque salendo a in macchina o fermandosi in uno dei tornanti o al belvedere. Escludo a priori un secondo uso per trasporto merci visto che tutti i castagneti sono accessibili con le auto. Il fatto che il costo non incida sulle casse comunali è vero solo se anche la manutenzione sia a carico di regione/provincia o chi che sia, tutto chiaramente facendo finta che anche quelli non siano soldi comunque soldi nostri.

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