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La poesia del Sud può attendere

06.09.2015, Articolo di Paolo Saggese* (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2015, Anno IX, n. 5)

stefania-gianniniÈ passato giusto un anno dall’incontro che il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, in particolare nelle persone di chi scrive insieme ad Alessandro Di Napoli e Raffaele Stella, tenne a Roma con il Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini. In quella occasione, come si ricorderà, il Ministro si impegnò a modificare quanto prima le “Indicazioni nazionali” per i Licei, che, relativamente al Novecento pieno, non citano nessun poeta o scrittore meridionale e una sola donna. D’altra parte, il Ministro, in coerenza con alcune dichiarazioni giornalistiche dei mesi precedenti, e anche in coerenza con la scelta delle tracce dell’Esame di Stato dell’anno scolastico 2013/2014, incentrate su Quasimodo e Grazia Deledda, aveva già dato prova di voler inaugurare un nuovo momento di politica culturale e scolastica, prendendo atto che il documento ministeriale, relativamente alla Letteratura del Novecento, presentasse proposte culturali parziali e non completamente condivisibili.

Tuttavia, le promesse di allora non hanno ancora prodotto nessuna iniziativa ufficiale, nessuna revisione delle “Indicazioni”, nessuna circolare, che desse delle nuove indicazioni in tal senso. D’altra parte, nel corso del mese di febbraio, è stata approvata all’unanimità, in seno alla Commissione Cultura, Istruzione, Scienze della Camera dei Deputati una risoluzione proposta dal Movimento 5 Stelle, e che impegna il Governo a modificare le “Indicazioni nazionali” relativamente all’elenco di poeti e scrittori sino ad ora proposto. Infatti, nella risoluzione si esprime con tali parole la risoluzione, che impegna il Governo: “al fine di proporre un quadro completo della Letteratura italiana idoneo a valorizzare tutte le aree culturali del Paese, a rivedere il regolamento recante le Indicazioni nazionali concernenti l’insegnamento della letteratura del Novecento nei licei eliminando gli elenchi esemplificativi; a ristrutturare le Indicazioni in modo che indirizzino i docenti a proporre testi rappresentativi le diverse correnti e tipologie letterarie, i differenti linguaggi espressivi e lo studio di un ampio numero di autori e autrici in modo da cogliere in maniera omogenea, anche su base geografica, la ricca tradizione letteraria e artistica italiana; al fine di implementare l’autonomia didattica, a definire le linee guida e favorire la diffusione gratuita di materiali didattici autoprodotti, anche mettendo a disposizione un portale in cui caricare i testi, come sancito dall’art. 6 del decreto 104/2013”. (7-00385)

Tutto ciò premesso, comprendiamo che il Sistema d’Istruzione e Formazione ha conosciuto, in questo anno, a partire da settembre 2014, tutta una serie di sollecitazioni, lo stesso Ministero è stato impegnato in un lavoro di grande ripensamento, che ha, tra l’altro, spesso incontrato il dissenso chiaro della stragrande maggioranza dei docenti. Compendiamo perciò che, per tali impegni, il Ministero sia stato assorbito quasi completamente.

Tuttavia, la soluzione della “vexata quaestio” della letteratura meridionale non richiedeva moltissime energie. Bastava veramente poco, per invitare, con un documento ufficiale, le scuole d’Italia a non tener conto dell’elenco delle “Indicazioni”, a chiarire che si tratta di un elenco puramente esemplificativo e a ribadire la piena libertà di ogni docente, integrando l’elenco stesso con altri autori e poeti di diversa provenienza geografica e di diversa ispirazione letteraria o ideologica.

D’altra parte, occorre fare presto, anche perché il nuovo anno scolastico è alle porte e non sarà meno impegnativo del precedente. Inoltre, le “Indicazioni nazionali” sono ormai a regime, dunque già gli studenti dell’ultimo anno, che hanno appena affrontato l’Esame di Stato, hanno seguito tali “Indicazioni” per le loro attività scolastiche. Non vorremmo insomma, che tutto il clamore, che abbiamo sollevato, quel clamore, che tanti intellettuali, in primis gli irpini già ricordati insieme a Giuseppe Iuliano, Salvatore Salvatore, Alfonso Nannariello, Raffaele Della Fera, Alfonso Attilio Faia, Franca Molinaro, e che tante figure delle politica – tra cui Rosetta D’Amelio, Luigi Famiglietti, Angelo Antonio D’Agostino, Carlo Sibilia – hanno sollevato, resti impantanato in qualche ufficio ministeriale e non liberi dal buio del non detto e del non scritto i poeti e scrittori del Sud.

(* Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud)

                                                                                                       

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