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La querelle tra Centro Storico e Vincenzo Nigro Bagnoli potrebbe finire in tribunale

30.04.2015, Irpinianews (di Pasquale Manganiello)

In riferimento ai comunicati stampa diramati dall’ASD Vincenzo Nigro Bagnoli Irpino e dal signor Domenico Chieffo, prende la parola il legale della società USD Centro Storico Avellino, il penalista avellinese Costantino Sabatino:

“L’USD Centro Storico Avellino ha conferito mandato al sottoscritto difensore al fine di valutare la possibilità di intraprendere eventuali azioni legali nei confronti di chi, con l’utilizzo del social network Facebook (che oggi è il più potente mezzo di diffusione di qualsivoglia comunicazione), sta mettendo in discussione la regolarità di un campionato, asserendo di essere a conoscenza del fatto che alcune società partecipanti comprino alcune partite “per arrivare al primo posto” e definendo tale ipotizzata condotta come “anticalcio”.

Ciò posto, il sottoscritto si è riservato di valutare – come gli impone la propria deontologia professionale – se ed in quali termini possano essere intraprese azioni legali, senza specificare in quale sede.

Il comunicato di ieri della società sportiva mia assistita, a ben vedere, è estremamente chiaro ed altro non riporta se non tale riferimento. Pertanto non si comprende il senso delle precisazioni effettuate dalla società ASD Vincenzo Nigro Bagnoli Irpino, allorquando definisce “le dichiarazioni pubblicate sul social dal proprio calciatore Chieffo Domenico non diffamatorie”.

Premesso che la valutazione del contenuto di tali dichiarazioni non spetta nè al sottoscritto nè tantomeno ai rappresentanti della società Vincenzo Nigro, pare chiaro che il riferimento al tono diffamatorio delle stesse dovrà essere, nell’eventualità, valutato nelle sedi competenti.

Quanto invece agli accenni diretti e/o indiretti alla società dal sottoscritto rappresentata, si ribadisce, non è questa la sede per esprimere valutazioni in ordine alla liceità o meno della condotta perpetrata dal calciatore Domenico Chieffo nella sua comunicazione su facebook, la cui portata lesiva – al momento – non è ancora calcolabile, ma non v’è dubbio che in un caso o nell’altro la condotta del Chieffo è censurabile poiché, seppure le dichiarazioni dello stesso corrispondessero al vero, vi è una chiara omissione di denuncia di atti o fatti che comproverebbero l’alterazione del campionato in sede sportiva. Infine, quanto al maldestro tentativo di rettifica delle proprie dichiarazioni effettuato in data odierna dallo stesso Chieffo va soltanto ricordato (o spiegato) che esiste il concetto di responsabilità oggettiva, in base al quale è lapalissiano che per le dichiarazioni di un tesserato risponde sempre la società titolare del proprio cartellino, in quanto il contesto in cui tali dichiarazioni sono inserite appartengono espressamente a panorami calcistici.

Altrettanto maldestro appare il tentativo di gettare acqua sul fuoco da parte della società sportiva Vincenzo Nigro: se un proprio tesserato dichiara apertamente che il campionato in corso è falsato non si possono e non si devono sottacere, celare od omettere gli elementi di cui si è a conoscenza.

Va, infatti, chiarito che qualunque tesserato che sappia dell’esistenza di combine (come espressamente ed inequivocabilmente affermato dal Chieffo) abbia l’obbligo di denunciarlo alle autorità federali, con le responsabilità conseguenti per le eventuali omissioni e, nel caso de quo, essendone a conoscenza anche la società di appartenenza, dette omissioni non possono essere, a maggior ragione, non considerate.

Pertanto se le dichiarazioni del Chieffo sono veritiere è interesse della società mia assistita tutelarsi contro quanti tentano in modo diretto od indiretto di alterare il regolare svolgimento del campionato; se, invece, le stesse dichiarazioni sono infondate il contenuto diffamatorio è di fatto dimostrato da sè. Per rispondere, infine, ai motivi per cui il Chieffo non riesce a capire come la società mia assistita si possa sentire chiamata in causa basta soltanto pensare alla posizione di classifica: probabilmente per capire bene le motivazioni occorrerebbe invertire i ruoli, di modo che il Chieffo possa occupare, solo virtualmente, la prima posizione in classifica e leggere con occhi diversi le proprie dichiarazioni che, al momento, come per magia sono scomparse da Facebook.

In conclusione, chiarendo che la società mia assistita non ha in alcun modo mosso accuse ma ha soltanto richiesto, legittimamente, se ci sono le basi per assicurarsi tutela in qualsiasi sede nella fattispecie in esame, ribadendo che le sedi opportune non sono quelle mediatiche, auspicando davvero un ridimensionamento dei toni, anche per non costringere gli organi di informazione a riportare notizie che non hanno più motivo di essere pubblicizzate, il sottoscritto è a disposizione di tutti quanti abbiano il reale interesse a chiarire ogni aspetto di questa pagina amara del nostro calcio dilettantistico”.

                                                                                                       

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