Articoli

Raccolta di articoli, opinioni, commenti, denunce, aneddoti e racconti, rilevati da diverse fonti informative.

Avvisi e Notizie

Calendario degli avvenimenti; agenda delle attività; episodi di cronaca, notizie ed informazioni varie.

Galleria

Scatti “amatoriali” per ricordare gli eventi più significativi. In risalto volti, paesaggi, panorami e monumenti.

Iniziative

Le attività in campo sociale, culturale e ricreativo ideate e realizzate dal Circolo “Palazzo Tenta 39” (e non solo).

Rubrica Meteo

Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

Home » Articoli, Racconti

La storia di Benedetta

18.07.2011, Articolo di Pasquale Sturchio

La storiella che sto per raccontare non è frutto di sola fantasia… pertanto ogni riferimento a persone, fatti, luoghi, nomi, tempi, circostanze è puramente casuale!!!

Tempo fa… la stragrande maggioranza dei bagnolesi era costituita da contadini (piccoli appezzamenti di terreno in proprietà o  mezzadri oppure “braccianti a giornata”) da pastori (allevamento di ovini e bovini aiutati, nel pascolare le greggi, da ragazzi offerti o ceduti come “garzoni” da famiglie di contadini ricchi di… prole, ignoranza e miseria!!!) e da una striminzita minoranza di signorotti (notai, avvocati, medici, farmacisti, periti agrari, ecclesiastici) proprietari dei terreni, delle greggi, dei palazzi e delle “catapecchie” dove i contadini coabitavano con gli animali domestici (galline, maiale, asino, conigli, cani, gatti … per non parlare degli “ospiti” non graditi quali pulci, zecche, pidocchi, topi, zoccole …).

Un modo sbrigativo per mettere su famiglia, nella civiltà contadina, era costituito dalla “fuitiva” sostanzialmente una “fuga d’amore” spesso consenzienti gli sposini, a volte un vero e proprio rapimento ovvero un sequestro di persona, finalizzato al matrimonio, che raramente sfociava in una vendetta da parte dei fratelli o del padre della “rapita”. Questa “fuitiva” logicamente era “legale per consuetudine” solo nella casta inferiore!!. Era inimmaginabile pensare che un ragazzo contadino o pastore potesse convolare a nozze o peggio rapire una ragazza del ceto nobile per mettere su famiglia!

Ma un giorno… un bel pastorello, aitante e tosto, scese dai pascoli montani per consegnare un bel cesto di … ricotta, formaggi, frutti del sottobosco … e un candido agnellino per la padroncina, melanconica e febbricitante, che, maliziosamente intrattenne  il “garzoncello” offrendogli un bicchierino di marsala all’uovo e chiedendogli di raccontare la storia di quel batuffolo bianco …

Il ragazzo, in un primo momento impacciato per il luogo e la circostanza, interpretò bene il ruolo del … montone! E così nacque  Maria Concetta Immacolata, una solare bambina a cui fu dato il nome della Protettrice di Bagnoli come “voto” se non ci fosse stato “scandalo sociale”. La supplica fu esaudita. Del pastorello non si seppe più niente, sparì (lupara bianca? Sciolto nella calce? Dato in pasto ai porci!?!) nessuno lo cercò… la bella ragazza fu trasferita presso parenti in città (!?!) e rientrò a Bagnoli dopo un anno, sposata con un attempato veterinario e con… Maria Concetta Immacolata! Passarono gli anni… Maria Concetta Immacolata si sposò ed ebbe tre figli maschi: Giuseppe, Antonio e Pasquale (Peppu , N’tonio e Pascalo!!!)

Passarono gli anni e diventò nonna di tre bellissime nipotine: Maria, Concetta ed Immacolata. (Ricordo ai ragazzi e alle ragazze della “civiltà tecnologica – mass-mediale” che un tempo al primogenito o alla primogenita  si dava il nome del nonno  o della nonna paterna!). Le tre cuginette, adolescenti, venute a conoscenza del “voto” all’origine del nome dell’amatissima nonna ( ma non della cruente vendetta della famiglia del bisnonno..) decisero a loro volta di fare un “voto” alla Vergine e cioè di sposarsi “verginelle” con tre ragazzi possibilmente belli, aitanti e tosti, a prescindere dal loro “status sociale”. Maria, Concetta ed Immacolata rispettivamente di 19, 17 e 16 anni erano tre belle ragazze…

Dopo alcuni anni … Maria e Concetta si sposarono mantenendo fede al loro  “voto” mentre Immacolata e… Vincenzo anticiparono i tempi!!!

Immacolata era leggermente più magra ( un po’ secca)  delle cuginette mentre Vincenzo era un po’ “chiatto”. Ad un certo punto la coppietta Immacolata-Vincenzo si livellò… l’uno la fotocopia dell’altro per quanto riguarda la “pancetta”!!!

Immacolata, la più piccola delle tre cuginette era la più “moderna” e con il suo Vincenzino… era solita passeggiar “la mano nella mano”. Un giorno … la mano di Vincenzo si posò inavvertitamente sulla “cosa” di Immacolatina  mentre la mano di Immacolatina ancor più inavvertitamente si posò sul “coso” di Vincenzo. Un altro giorno … il “coso” di Vincenzo bussò insistentemente,come un terremoto,  alla porta della “casa” pardon! della “cosa” di Immacolatina che appena si schiuse tanto da far “penetrare”un raggio di sole, uno tsunami di sper… speranza la inondò e nacque… Benedetta.

La storia di Benedetta è… un’ altra storia!!!

                                                                                                       

1 Commento »

  • redazione scrive:

    – Mail di Giuseppe Marano –

    Pasquale Sturchio e « … l’espressione purificata e schietta d’un Boccaccio».

    Spett. Redazione ho avuto il piacere di godere come dallo schizzo brillante della Tronola d’un tempo, una sorsata di purissimo brio “storico affettuoso” nella ‘Storia di Benedetta‘ di Pasquale Sturchio che con gli anni ha raffinato il collier della più bella tradizione e l’ha incastonato nello sfondo verdissimo delle gole di … Strazzatrippa che ci affascinano d’un … fasciame di nostalgia …

    Sturchio ha il dono di far sentire l’elementarità sincera e pulsionale della natura velata della eespressione purificata e schietta d’un Boccaccio. Dobbiamo ringraziare ferragosto che gli ha fatto rompere i frenuli moralistici rattratti grazie al proverbiale illanguidimento della lascivia femminile ( “ferragosto moglie mia non ti conosco…”), in modo che il buon Pasquale ha trovato la sua musa giusta ch’ è quella delle favolose graziosissime allusioni che s’intrecciano a colpi di shock termici con “pistoccate” o “janchjàte” da etimologizzare con un certo impegno linguistico … Bellissimo articolo Pasquà, ad majòra riporta agli antichi fastigi la “Domus deorum” che ne ha ben d’onde! Ciao Bepy.

Lascia un commento!

Devi essere logged in per lasciare un commento.