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Laceno, giornata indimenticabile per gli sciatori

06.02.2012, Ottopagine (Federico Festa)

I ripetuti allarmi meteo, le condizioni disastrose in cui versano i comuni hanno frenato il boom atteso.

Quella di ieri, sul Laceno, sarà una giornata da ricodare per lungo tempo. Le abbondanti nevicate hanno reso gli impianti irpini un richiamo troppo forte per non inforcare sci, scarponi e sfidare i continui allerta meteo diffusi da quotidiani e televisioni. Il risultato è stato un week end dedicato agli appassionati veri, quelli che non pensano ad un sabato o una domenica mordi e fuggi, magari famigliola al seguito, ma che affrontano le piste tracciate con nero sui depliant di accoglienza.

I dati parlano chiaro. Equamente suddivisi nella due giorni di fine settimana, gli impianti attivi sul Laceno (seggiovia biposto “Settevalli” 1100 – 1400; seggiovia biposto “Rajamagra” 1435 – 1700; sciovia “Serroncelli” 1100 – 1250; sciovia “Cuccioli” 1400; manovia “Campo scuola” 1400 – 1415 metri) hanno fatto registrare circa 1.500 presenze.

«Non è stato il nostro miglior week end», prende a spiegare Rosaria Mosca (nella foto a sinistra), amministratore della società capofila Funivie del Laceno srl, «ma non ci lamentiamo affatto. Erano troppe le condizioni avverse, anche di natura psicologica, che le persone avrebbero dovuto superare per regalarsi un fine settimana all’insegna del divertimento puro. Con tutto quello che è accaduto ed accade in queste ore in Irpinia, ad esempio, era impensabile che Laceno richiamasse le famiglie. Le temperature che abbiamo registrato, fino a scendere a -13 gradi sotto lo zero, nemmeno hanno aiutato. Sugli impianti, insomma, soltanto sciatori puri. Per loro è stato un week end veramente unico, visto che alla risalita non c’erano lunghe code. Siamo contenti anche perché oltre ad appassionati della Campania abbiamo registrato presenze da fuori regione, provenienti da Bari, molti da Taranto».

La viabilità. La lunghissima esperienza ma anche la notevole dotazione logistica hanno superato con facilità quello che altrove è la madre di tutti i guai: la viabilità. «Siamo attrezzati con gli Unimog, camion corazzati che produce la Mercedes, superano ogni condizione climatica e sono versatili per diverse tipologie d’impiego: spalano, spargono sale, arrivano ovunque. Non le nascondo che, sapendo questo, qualche amico sindaco ha tentato di chiedermeli in prestito. Ma ho dovuto declinare. Già abbiamo accordi con la Provincia di Avellino. Altro, proprio non possiamo farlo».

Strozzatura sull’Ofantina. Infatti, se sull’Altopiano la viabilità era perfetta, bastava scendere di qualche centinaio di metri per rendersi conto che l’Irpinia viveva un’emergenza vera. Tra Montella e Volturara, ad esempio, c’è una vera e propria strozzatura: si circolava a corsia unica e per diverse centinaia di metri. Questo non agevola il percorso che proprio per l’Altopiano del Laceno, il prossimo venturo piano per il turismo che la Regione Campania si appresta a licenziare, viene in queste settimane immaginato. I massicci investimenti, diversi milioni di euro per migliorare l’impiantistica ed a favore degli operatori turistici che sceglieranno di coinvestire nei progetti, si scontrano con storiche contraddizioni, soltanto in parte gradualmente risolte. Il vero nodo da sciogliere resta l’organizzazione da dare al Laceno in estate, dove barbecue all’aperto e lunghe passeggiate all’aria pura non possono continuare ad essere gli unici attrattori. Inoltre, per la stagione invernale, per cause mai chiarite fino in fondo, il Laceno si trova spesso tagliato fuori dai bollettini nazionali su neve ed impianti sciistici. Certo, l’Irpinia non sarà mai Cortina: ma un progetto che spinga il sistema al salto di qualità, ponendo la zona in una categoria turistica a più stelle, deve essere la base di ogni discorso serio sul futuro possibile. Traguardo a portata di mano. Questa montagna lo merita.

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06.02.2012, Ottopagine (di Mario Pennella )

Cornice mozzafiato, sapori inconfondibili

Cartolina. Diario ad alta quota

Cartolina dal Laceno. Per chi è riuscito a raggiungere l’Altopiano in questo week-end il divertimento è stato garantito. Appena scollinato la Provinciale che da Bagnoli conduce su al Laceno, lo spettacolo è stato mozzafiato. L’intera valle era ricoperta di neve. La coltre bianca adagiata sul lago è un tutt’uno all’orizzonte con il manto di neve che avvolge il Monte Raiamagra. La conoscenza dei luoghi non abitua mai alla bellezza ed ogni volta che l’occhio nudo fotografa un siffatto panorama scorgi particolari nuovi che sembra non aver mai ammirato. A volte basta semplicemente cambiare prospettiva che pare ritrovarsi in posti mai visitati.

Passeggiando intorno al Lago ci fa compagnia Gerardo, che gestisce la Taverna Capozzi. Nei suoi occhi si scorge un po’ di amarezza. Le prenotazioni avevano fatto ben sperare, ma non sono bastati due metri di neve ed una giornata assolata. Le disdette si contano nella misura del 30/40%. Molto ha influito la viabilità, con le difficoltà registrate a tratti sull’A16, sul raccordo Salerno-Avellino e sull’Ofantina, in particolare sull’asse Montella-Volturara. Di più il timore di molti di mettersi alla guida. Ma tutto sommato il fine settimana non è stato un flop e le prenotazioni già si contano numerose per il prossimo e l’altro ancora.

I profumi della montagna ci portano a Lo Spiedo (una istituzione per chi frequenta il Laceno). Il sorriso raggiante di Nicola malcela il mancato sold-out, ma alla fine per lui “l’importante è deliziare il palato degli ospiti”. E come dargli torto. Le ricette di mamma Domenica ai fornelli insieme a Floriana, sono da leccarsi i baffi. Semplice e raffinata l’entrée con tartufo alla bagnolese. Il menu a la carte propone: zuppa di cipolla e fagioli, cinghiale alla brace, patate e porcini. Ma tutti restano incantati dalla pasta al tartufo e dalla brace di papà Angelo con il suo filetto di vitello su letto di rucola e porcini.

Alla seggiovia la fila non è eccessiva. Un, due e tre e siamo a 1.400 metri. La giornata permette di rilassarsi sulle sdraio del rifugio Lacenò. Qualcuno prende un po’ di tintarella, altri sono alle prese con le prime discese della giornata. Non manca il tempo per un happy hour, prima di “rintanarsi” al calduccio per la pausa pranzo. Noi, nel frattempo, raggiungiamo la vetta, a quota 1.700. Nonostante la giornata non siamo stati molti fortunati. Ma la memoria torna a giornate migliori, quando dalla vetta del Monte Raiamagra abbiamo ammirato il golfo di Salerno e la penisola sorrentina.

E’ tempo di una sosta per un caffé. Al rifugio Amatucci di gente ce n’è. La maggior parte alle prese con piatti che fanno venir l’acquolina in bocca: tegami di tutti i tipi, funghi e tartufi vanno per la maggiore accompagnati da un filo d’olio biologico che ne esalta profumo e gusto. E ancora: fagioli, speck e carne alla brace. E per i più golosi dolci di tutti i tipi.

La nostra giornata è finita. La seggiovia ci riporta a valle. Si torna a casa. Con un’altra cartolina dal Laceno.

                                                                                                       

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