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Nigro: “La decisione di arrestare le Seggiovie è imputabile soltanto all’ex concessionario”

10.11.2017, Comunicato stampa

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Seggiovie Laceno, Filippo Nigro(Sindaco di Bagnoli): “La decisione di arrestare le Seggiovie è imputabile esclusivamente all’ex concessionario”.

filippo-nigro-sindaco-di-bagnoli-irpino“Le Seggiovie del Laceno hanno quasi 50 anni. Sono obsolete e non più funzionali alle esigenze del turista moderno. Se si vuole invertire un processo di lenta agonia strutturale, economica e ricettiva di tutto il complesso turistico è necessario essere lungimiranti ed adottare scelte coraggiose, nell’ interesse non solo dei cittadini bagnolesi, ma di tutta la comunità irpina.

Il Laceno deve vivere e rilanciarsi per i prossimi 30 o 40 anni e non agonizzare per altri 2 o 3, senza prospettive e futuro. Tutti i protagonisti dell’area, pubblici e privati, devono operare per farne una meta turistica all’avanguardia, così da diventare finalmente un polo di eccellenza nel panorama turistico Regionale.

Tale ambizioso programma di riqualificazione, però, può realizzarsi solo con un importante contributo pubblico sovra-comunale. Il Progetto Pilota aree interne ha ribadito la rilevanza strategica del Laceno, individuandolo come assoluto punto di riferimento turistico di tutto il territorio. Per rilanciare l’intera area, pertanto, unitamente alla valorizzazione dell’area del Lago e delle grotte del Caliendo, si dovrà procedere celermente a rinnovare ed ammodernare l’unica stazione sciistica della Campania, realizzando impianti moderni ed efficienti che possano essere elemento di attrattiva per un numero sempre maggiore di turisti.

A tale scopo, con un atteggiamento improntato al colloquio abbiamo chiesto all’ex concessionario, il cui titolo legittimante è oramai decaduto da anni, di concordare il rilascio delle aree oggetto dell’intervento, condizione indispensabile per poter accedere ai necessari finanziamenti.

Il Comune non ha mai inteso fermare gli impianti, il cui arresto è imputabile unicamente all’ex concessionario, che non ha eseguito le opere di manutenzione straordinaria e di revisione generale. Uno stop annunciato sulla stampa fin dal Gennaio 2016: “Se non sarà già dal prossimo marzo avverrà certamente nel 2017 “. E’ lo stesso Pietro Pagnini, direttore della stazione sciistica, a lanciare l’allarme: a proposito di manutenzione, parla di «costi non sostenibili da una piccola società come questa concessionaria. Senza aiuti degli enti preposti siamo costretti a chiudere». Detto, fatto!

A fronte di ciò il Comune, con spirito collaborativo, ha finanche fissato un incontro per affrontare, quanto meno per questa stagione invernale, le criticità esistenti. Un incontro andato però deserto. Un ingiustificato atteggiamento di chiusura e di rifiuto di qualsiasi confronto in capo all’ex concessionario, che già dal 2000 e, poi, in via definitiva, dal 2002, è stato dichiarato decaduto dalla concessione, non rinnovata dal Comune.

L’ Ente ha tentato in via consensuale di rientrare nella disponibilità delle aree. Ma l’ex concessionario continua, in modo arrogante, a comportarsi come se fosse il proprietario di un’area che, invece, appartiene alla Comunità bagnolese.

La Società ex concessionaria è decaduta dalla concessione da oltre quindici anni e detiene abusivamente strutture ed impianti che sono di esclusiva proprietà del Comune. Il quale ha tollerato per troppi anni un atteggiamento padronale, per cui, in assenza di qualsiasi possibilità di concorde soluzione della questione, avvierà il procedimento funzionale al rilascio coattivo delle strutture del Laceno.

La decisione di arrestare le Seggiovie è imputabile esclusivamente all’ex concessionario, con evidenti danni a tutto il sistema turistico locale, per i quali sarà chiamato, nelle competenti sedi giudiziali, ai dovuti risarcimenti.

Il nostro obiettivo rimane sempre lo stesso: restituire la disponibilità delle aree al suo legittimo proprietario, il Comune di Bagnoli Irpino, in modo da poter accedere a finanziamenti di vitale importanza per il futuro di tutto il territorio.

Tale fine, naturalmente, è diretto a presidiare e tutelare in via principale gli interessi economici degli operatori turistici della zona, per i quali l’Amministrazione comunale ha la massima considerazione, oltre a perseguire il rilancio economico, ricettivo e turistico di tutta l’Irpinia.”

IL TG DI TELENOSTRA

(Intervista telefonica al sindaco di Bagnoli Filippo Nigro e all’avvocato Franco Gaetano Scoca, legale del Concessionario “Ing Giannoni sas”)

[dal min. 15,00 al min. 20,30]

                                                                                                       

2 Commenti »

  • pietro pagnini scrive:

    Per mettersi in mostra il sindaco di Bagnoli Filippo Nigro, ha iniziato a prendere in prestito le parole di altre persone, strumentalizzando il significato a suo uso e consumo. Il sindaco racconta favole più o meno impattanti sull’opinione pubblica e nel fare ciò manda alla deriva l’unica stazione sciistica della Campania.

    Ricerca continuamente visibilità, mischiando questioni prettamente personali con quelle rappresentative. Probabilmente non ha più argomenti da mettere in gioco e nella confusione abdica al suo compito istituzionale, anziché curare gli interessi della comunità.

    All’epoca il sottoscritto direttore tecnico della stazione sciistica, avanzò delle provocazioni sui media, con l’intento di sollecitare l’attenzione degli enti preposti allo sviluppo e al sostentamento della stazione sciistica. Credo abbiano contribuito anche quelle piccole sollecitazioni, non a caso sia la Regione, sia la Provincia hanno continuato il loro sostentamento agli impianti anche per l’anno 2016.

    Solo il comune di Bagnoli Irpino, nonostante le richieste, non ha mai contribuito o aiutato la stazione sciistica.

    Particolarmente infelice è stata questa amministrazione guidata da Nigro e sostenuta, per le questioni riguardanti la concessione, anche dal proprio tecnico comunale il quale, negli anni, ha rilasciato o negato autorizzazioni con altalenanti motivazioni.

    Il sindaco ha scientemente inteso fermare gli impianti, perché era più che consapevole e a conoscenza della manutenzione straordinaria in corso, indispensabile al prolungamento della vita tecnica degli stessi. A luglio 2015, il Comune ha rilasciato al concessionario specifica SCIA per i lavori di manutenzione straordinaria necessari. Gli stessi lavori, li abbiamo iniziati nei mesi di giugno e luglio 2016, quindi molto prima dell’atto di diffida del sindaco, dell’amministrazione e del tecnico comunale, notificato al concessionario nel marzo 2017.

    Poco più di un mese fa, abbiamo assistito al tentativo di apertura degli impianti ma purtroppo lo stop, vi meraviglierete, è arrivato proprio dal Comune di Bagnoli Irpino. Il Comune ha intimato al concessionario di astenersi dall’effettuare gli interventi, disponendo inoltre che la polizia municipale vigili sull’osservanza dell’intimazione. (vedi nota allegata)

    A mio avviso, la legittimità del concessionario, sta in mano al Consiglio di Stato. Spetterà a un giudice entrare nel merito della validità dell’atto di convenzione, non certo al sindaco di Bagnoli Irpino.

    Il danno provocato è permanente e rischia di andare oltre i prossimi quaranta o cinquant’anni.

    Inutile proseguire, qui finiscono le probabili competenze di un tecnico e iniziano quelle del concessionario, il quale sarà molto interessato a far rispettare le proprie ragioni nelle opportune sedi giudiziarie.

    Di certo, è pesante per tutti, continuare a sopportare le minacce provenienti dai soliti personaggi insediati nel comune di Bagnoli Irpino.

    O dobbiamo preoccuparci di avere a che fare con soggetti che mirano a destabilizzare il sociale..!?

  • pietro pagnini scrive:

    E SE L’ATTESA DEL PROGETTO PILOTA FOSSE ESSA STESSA IL PROGETTO PILOTA?

    14/11/2017 Di Giulio D’ Andrea

    Lo scontro che si è riacceso tra i sindaci dell’Alta Irpinia diventa addirittura inquietante col passare delle settimane. Qualcosa, che era già nato malato da queste parti, si sta rompendo definitivamente. Parliamo del progetto pilota, del sogno di una comunità allargata.

    Col progetto pilota si sperava in un futuro per l’Alta Irpinia, ma la stanza dei sindaci è sempre più vuota. Di progetto pilota si muore, l’attesa sta logorando una popolazione di 65mila abitanti. La cosa drammatica è che il progetto pilota sia ancora un soggetto sconosciuto ai più. Tutto, ma proprio tutto, resta entità indefinita. Un qualcosa che ha a che fare con le parole vaghe “sviluppo” e “strategia” e basta. Un qualcosa arrivato alla gente più per il caso De Mita-Repole che per i contenuti, tra l’altro mai tradotti in azioni concrete, strutture, cambiamenti per questo o quel paese, per questa o quella strada o scuola, per un ospedale. E se anche volessimo mettere da parte la concretezza e parlare di strategie e visioni, non si può non constatare come l’idea innovativa di ragionare come comunità si scontri con un territorio vasto, dispersivo, poco pronto a sviluppare pensieri e percorsi condivisi anche a causa di una geografia complessa e del peccato originale del progetto: l’aver allargato a dismisura l’ambito. Ha sostanzialmente ragione chi pensa “le solite chiacchiere”.

    Si attendeva un primo segnale concreto e intanto la disillusione aumenta. L’unico risultato tangibile che il progetto pilota ha prodotto, seppur indirettamente, è stato negativo: la chiusura delle seggiovie del Laceno.

    La settimana scorsa, a Sant’Angelo dei Lombardi, il ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti ha detto in pratica “a breve le prime azioni”. E’ persona seria, De Vincenti. Che per la vertenza della ex Irisbus conosce bene le realtà della provincia. Ma De Vincenti sa benissimo che tra marzo e maggio si voterà. E che probabilmente il Pd non avrà più le redini pressoché totali del Governo come accaduto fino ad ora. Questo non significa che gli eventuali successori vogliano e possano cancellare il lavoro svolto sulle aree interne, ma neanche si possono escludere ulteriori rallentamenti o nuovi ostacoli.

    Di rallentamenti ci si ammala, nel senso che le imprese potrebbero non avere più pazienza. Che i giovani neolaureati, come già accade, potrebbero lasciare ogni speranza di attesa e decidere di non pensare neanche lontanamente a un ritorno in Irpinia.

    Sappiamo che la Regione, attore non secondario nel progetto pilota, è ancora al suo posto e lo sarà per altri due anni e mezzo. La Regione ha capito che le risorse economiche previste da Roma fossero poca cosa. Quindi, questo lo ha detto Vincenzo De Luca anche se non potrà dirlo per sempre, ha previsto un bel po’ di milioni in più su strade e infrastrutture turistiche. Il guaio è che non v’è neanche traccia di quei milioni al momento.

    Si assiste insomma a una guerra di nervi e posizioni. Comprensibile, se fosse una corsa a soddisfare anche un bisogno di una comunità. Ma tragica, perché la corsa è in un perimetro senza confini o semplicemente in quello delle elezioni. E aspettiamo, del resto lo stiamo facendo da tre-quattro anni. Come se l’attesa del progetto pilota fosse essa stessa il progetto pilota.

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