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Ridestati, Italia!

09.01.2012, Articolo di Federico Lenzi

Nel mezzo del cammin de nostra vita, me ritrovai in una selva oscura che la dritta via era smarrita” a distanza di secoli queste parole risuonano ancora di grande attualità. Ma, alcune cose sono cambiate: non si parla di Dante bensì del popolo italiano e le tre belve si chiamano Economia, Politica e Mentalità.

Noi giovani dovremmo trarre insegnamento da quanto sta accadendo e da ciò che ci dice la storia; cercando d’invertire la tendenza risollevando la nazione attraverso la riscoperta, nei nostri grandi predecessori, del valore di un ideale, di un sogno e dei nostri mos maiorum. Prima di tutto, dovremmo cambiare mentalità diventando più uniti e coesi non solo in occasione di partite o tragedie, ma nella quotidianità. E’ nostro dovere essere orgogliosi di questa nazione e capire che è nostra: non rassegnandoci, eliminando l’omertà e quella mentalità di voler fregare lo Stato! Perché lo Stato siamo noi! Dovremmo fondare una nuova classe politica basata su sani ideali e non sull’opportunismo, che regna sovrano dato che in Italia il partito è considerato come una squadra di calcio.Bisognerebbe mettere in pratica il tanto decantato spirito patriottico e far diventare lontani ricordi il nepotismo e la corruzione.

I nostri politici, a quanto dicono, son tutti degni eredi di Garibaldi: ma dov’erano quando la camorra faceva i suoi sporchi affari in Campania? Dov’erano quando si costruiva con la sabbia la casa dello studente all’Aquila? Dov’erano quando in provincia di Vicenza si nascondevano rifiuti a base di cromo sotto l’autostrada? Quando si smaltivano rifiuti speciali anche un altri mille posti d’Italia (non tutti così lontani da noi)? A  contare le mazzette?

Ogni italiano dovrebbe amare se stesso, amare l’Italia! Per quanto concerne l’economia, io vorrei che il governo tecnico che ci dia solide basi, ricalcando il lavoro fatto dalla costituente. Analizzerei l’economia dei paesi più stabili come le “locomotive d’Europa”, gli Usa, il Giappone ecc; non limitandomi a copiarli ma riprendendo i lati postivi per usarli come base per elaborare un’economia esemplare senza sopprimere il ceto medio per cedere alle lobby. Punterei decisamente sul rinnovabile, sulla differenziata, introducendo dei termovalorizzatori per abolire le discariche, sarei più duro e concreto con le grandi multinazionali, finanzierei i settori in crisi (come l’agricoltura), ridimensionerei i costi nella politica reinvestendo nei servizi al cittadino, darei serie regole agli investimenti in borsa, utilizzerei l’immigrato come una risorsa, finanzierei la ricerca, investirei nell’istruzione (nel nostro futuro!) e valorizzerei il Meridione per il gran polo turistico che è, abbandonando l’utopia di trasformarlo in un polo industriale.

E’ ora di mettere in pratica il nostro inno, è ora che i fratelli più abbienti nel momento del bisogno aiutino i più deboli. Noi italiani dobbiamo riscattare la nostra dignità, comprandoci il nostro debito: in questo modo non ci venderemo ai cinesi e non saremo sottoposti alla critica estera. Stiamo andando incontro a un nuovo Medioevo ad una crisi della società come quella dell’Impero romano. Siamo corrotti ed egoisti: senza sogni, senza ideali, senza valori, senza una nostra identità e soprattutto senza scrupoli…

Dobbiamo risollevarci e “uscire a riveder le stelle”. Se no, sullo scafo delle carrette del mare bisognerà scrivere: “Per me si va nella nazion dolente, per me si va nell’etterna disoccupazione, per me si va tra la perduta gente… Lasciate ogne speranza voi che salpate!”.

Tranquilli, se non ce la faremo saremo tutti meno ricchi, ma riscopriremo ciò che veramente conta: non conta lo smartphone,  il social network o il capo firmato, e non ci serve pagare milioni per veder giocare a pallone.

Probabilmente, riscopriremo un mondo più bello al di fuori dei nostri display e ripartiremo su solide basi.

                                                                                                       

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