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Seggiovie, Giannoni chiede i danni

12.06.2017, Il Mattino (di Giulio D’Andrera)

In attesa dei fondi del Progetto Pilota Nigro ferma l’impianto. Il gestore: «Abbiamo ancora la concessione, assurdo fermarci».

seggiovie-del-laceno-chiuse-giugno-2017Continua lo scontro sulle seggiovie del Laceno. Impianti di risalita fermi sull’altopiano. Chiuse pure le attività di ristorazione ad alta quota.. Così i gestori minacciano di chiedere i danni al Comune. La vicenda ha visto il sindaco Filippo Nigro chiedere alla società la consegna degli impianti per liberare le aree da ogni vincolo.

L’obiettivo è infatti quello di accedere ai finanziamenti per il rifacimento dell’infrastruttura nell’ambito del Progetto Pilota. Ma i gestori, che hanno ancora l’area in concessione, non ci stanno. E, soprattutto, non si fidano dei tempi nonostante le rassicurazioni sull’arrivo delle risorse economiche.

Hanno riconsegnato le seggiovie ma la stagione estiva sarebbe già compromessa. E si teme anche per quella invernale. «La chiusura degli impianti di seggiovia – spiega l’ingegnere Marzio Giannoni in una lettera invita al primo cittadino – è dovuta esclusivamente alla richiesta del Comune di riconsegnare le aree sulle quali gli impianti insistono. Se tale richiesta, formulata in toni categorici, ossia con minaccia di provvedimenti esecutivi, non fosse stata inoltrata alla Società, la gestione degli impianti sarebbe proseguita regolarmente. Come già comunicato, i lavori di manutenzione erano già in corso».

Giannoni continua: «Bisogna aggiungere che la richiesta di riconsegna è stata quantomeno intempestiva, dato che il programma di rifacimento degli impianti non è ancora in fase avanzata; e probabilmente i lavori non potranno avere inizio che tra lunghi mesi, se non anni. Nel frattempo gli impianti resteranno chiusi  con un evidente danno per il turismo del Laceno. Di questo danno, la responsabilità politica, e non solo, è soltanto del Comune. La chiusura degli impianti determina consistenti danni oltre che al turismo, anche alla Società; danni che saranno a suo tempo richiesti al Comune, e la cui misura dipenderà dalla lunghezza del periodo di inutile fermo degli impianti e del loro logorio determinato dal mancato funzionamento».

Fin qui la denuncia sullo stato attuale delle cose.

Per quanto riguarda il futuro, Giannoni aggiunge: «La società si augura che gli impianti possano essere rifatti ex novo in tempi non lunghissimi, ma non comprende le ragioni per le quali sia stato impedito dal Comune di far funzionare gli attuali impianti fino al momento, che non appare temporalmente vicino, in cui il nuovo progetto, potrà essere posto in cantiere».

Insomma, molto dipenderà dai tempi del Progetto Pilota, dall’effettiva disponibilità di milioni di euro. Ma anche con i fondi sul tavolo (i tempi non dovrebbero andare oltre ottobre) bisognerà provvedere agli adempimenti burocratici per l’affidamento delle attività. E intanto, fa notare la società nella missiva, «la Società  di gestione è tuttora titolare della concessione, e lo sarà almeno fino alla conclusione del processo dinanzi al Consiglio di Stato».

Un bel rompicapo.

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12.06.2017, Il Quotidiano del Sud (di Giancarlo Manzi)

Dura lettera di Giannoni dopo la chiusura della stazione sciistica

“Seggiovie: stop? Colpa del Comune”

Querelle infinita sugli impianti del Laceno. Il gestore avverte: “chiederemo i danni”

laceno-parco-giochi-monte-raiamagra-intermedia-seggiovie“La chiusura delle seggiovie è dovuta esclusivamente alla richiesta del Comune di riconsegnare le aree”. Così il gestore Marzio Giannoni in una missiva inviata al Sindaco Filippo Nigro. Che però, come vedremo replicherà a mani basse.

Continua dunque la querelle infinita sugli impianti di risalita del Laceno. Non è bastata la presa di posizione del Presidente dell’assemblea dei sindaci Ciriaco De Mita che, due giorni fa a d Aquilonia, ha incluso, nel suo discorso, il rinnovo della stazione sciistica dell’Altopiano altirpino tra le “opere finanziate” del Progetto Pilota”.

Certo, la lettera in questione è datata 9 maggio. Ma, a noi, è arrivata ieri dopo le parole dello stesso De Mita. Giannone vi ribadisce come la responsabilità dello stop alle seggiovie, da 27 maggio, vada in capo alle azioni messe in campo dal Comune di Bagnoli Irpino. Se la richiesta di riconsegna delle aree, si legge, “formulata in toni categorici (ossia con la minaccia di provvedimenti esecutivi) non fosse stata inoltrata alla Società, la gestione degli impianti sarebbe proseguita regolarmente. Come già comunicato, i lavori di manutenzione erano già in corso”.

Si insiste, poi, sempre all’interno della questione “aree” sul rinnovo delle seggiovie, aspetto su cui Nigro ha sempre rassicurato (al netto dell’annuncio di De Mita) in questi due mesi di polemiche: “la richiesta di riconsegna è stata perlomeno intempestiva, visto che il programma di rifacimento non è ancora in fase avanzata, e probabilmente i lavori non potranno iniziare che tra mesi se non anni”. Nel frattempo, con gli impianti chiusi, incalza Giannoni, i danni per il turismo del Laceno sono “evidenti”. E non solo per quest’ultimo (c’è anche lo stop alla ristorazione in quota che afferisce alla stazione sciistica) ma anche per la stessa Società, che vi anticipa l’intenzione di chiederli al Comune a “suo tempo”.

Paventando, insomma, altri contenziosi, in aggiunta a quello tutt’ora in corso presso il Consiglio di Stato. Sul quale, infatti, si chiarisce che, al momento fino a quando i giudici non si pronunceranno nel merito, la Giannoni è ancora “titolare della concessione”, e lo sarà fino alla sua scadenza naturale”.
Infine, l’augurio a che gli “impianti possano essere rifatti ex novo in tempi non lunghissimi”, anche se non si comprendono “le ragioni per le quali sia stato impedito dal Comune di far funzionare gli attuali impianti, fino al momento in cui il nuovo progetto, che a leggere le sue dichiarazioni (di Nigro ndr) non è nemmeno pronto, potrà essere posto in cantiere”. Scrive Giannoni.

Il Sindaco ovviamente respinge, come già fatto in passato, questa accusa: “tentano di far cadere su di noi una responsabilità che è tutta loro: “in realtà, De Mita ad Aquilonia è stato chiaro: nel Progetto Pilota, priorità alle seggiovie del Laceno”.

Nigro poi aggiunge: “nella lettera Giannoni ha ignorato completamente la nostra richiesta di poter visionare la documentazione tecnica- amministrativa relativa agli impianti di risalita. Adesso, attendiamo l’accesso agli atti chiesto dall’Ustif (ente che sovrintende ad autorizzazioni e nulla osta per gli impianti a fune ndr) che non dovrebbe tardare ad arrivare: così vedremo se ci sono state o meno inadempienze”. All’orizzonte, quindi si prospetta un’altra settimana di passione su questa infinita querelle.

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12.06.2017, Dal sito Laceno.net

Seggiovie del Laceno: comunicato ufficiale della società concessionaria

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seggiovie-laceno-1”Pubblichiamo il comunicato ufficiale del 9 giugno, della Società Ing. Marzio Giannoni & C. s.a.s. , in merito alle note vicende legate al fermo della stazione sciistica del Laceno. Al netto delle dichiarazioni degli ultimi giorni, dove si annunciano immediati finanziamenti per la stazione sciistica, leggiamo dalle “ipotetiche” dichiarazioni del 10 giugno, dei politici interessati notizie frammentarie e senza fondamento giuridico; non da ultimo il riferimento, dopo l’incontro di Aquilonia con i 25 sindaci dell’alta Irpinia, dove nel riferimento ad un eventuale finanziamento per la stazione sciistica, si fa riferimento ad una possibilità di integrare e modificare le schede dello stesso progetto pilota. Notizia e dichiarazione che da se, fa intendere che allo stato attuale il tutto è in alto mare e che del finanziamento non vi è nessuna traccia”

“Egregio Signor Sindaco,
in merito alle sue dichiarazioni alla stampa, la Società da me presieduta, ritiene necessario rappresentare quanto segue.

La chiusura degli impianti di seggiovia è dovuta esclusivamente alla richiesta del Comune di riconsegnare le aree sulle quali gli impianti stessi insistono. Se tale richiesta, formulata in toni categorici (ossia con minaccia di provvedimenti esecutivi), non fosse stata inoltrata alla Società, la gestione degli impianti sarebbe proseguita regolarmente.

Come già comunicato, i lavori di manutenzione erano già in corso. Bisogna aggiungere che la richiesta di riconsegna è stata per lo meno intempestiva, dato che il programma di rifacimento degli impianti stessi non è ancora in fase avanzata; e probabilmente i lavori non potranno avere inizio che tra lunghi mesi, se non anni. Nel frattempo gli impianti restano chiusi, con un evidente danno per il turismo sul Laceno.

Di questo danno la responsabilità politica, e non solo, è soltanto del Comune. Si rammenta che la Società di gestione è tuttora titolare della concessione, e losarà almeno fino alla conclusione del processo dinanzi al Consiglio di Stato; ma, a nostro avviso, lo sarà fino alla scadenza naturale prevista nell’atto di concessione.

Pertanto la chiusura degli impianti, determinata dalla intempestiva richiesta del Comune di riconsegnare le aree, determina consistenti danni, oltre che al turismo, anche alla Società; danni che saranno a suo tempo richiesti al Comune, e la cui misura dipenderà dalla lunghezza del periodo di inutile fermo degli impianti e dal loro logorio determinato dal mancato funzionamento. Aggiungo che il fermo degli impianti e la riconsegna delle aree impediscono alla Società di gestire le attività di ristorazione in quota, e ciò aumenta il danno provocato dalla intempestiva richiesta comunale.

La Società si augura che gli impianti possano essere rifatti ex novo in tempi non lunghissimi, ma non comprende le ragioni per le quali sia stato impedito dal Comune di far funzionare gli attuali impianti fino al momento, che non appare temporalmente vicino, in cui il nuovo progetto, che a leggere le sue dichiarazioni, non è nemmeno pronto, potrà essere posto in cantiere. Questa nota chiederemo che sia pubblicata sulla stampa, al fine di chiarire la posizione della Società, che non ha alcuna responsabilità per l’attuale non funzionamento degli impianti.”

La società concessionaria GIANNONI

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12.06.2017, Irpinianews

I gestori attaccano il Comune: “Al sindaco Nigro ogni responsabilità”

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Laceno-Seggiovie-2016Il responsabile di “Funivie del Laceno”, Marzio Giannoni, attraverso una nota stampa ufficiale, risponde al sindaco di Bagnoli Irpino Filippo Nigro, in merito alla sospensione del servizio di risalita dell’impianto sciistico irpino.

Un servizio essenziale per il turismo provinciale e per le attività di ristorazione presenti nell’area, ormai fermo da alcune settimane.

“Egregio Signor Sindaco – scrive Giannoni – in merito alle sue dichiarazioni la Società da me presieduta ritiene necessario rappresentare che la chiusura degli impianti di seggiovia è dovuta esclusivamente alla richiesta del Comune di riconsegnare le aree sulle quali gli impianti insistono. Se tale richiesta, formulata in toni categorici (ossia con minaccia di provvedimenti esecutivi) non fosse stata inoltrata alla Società, la gestione degli impianti sarebbe proseguita regolarmente. Come già comunicato, i lavori di manutenzione erano già in corso. Bisogna aggiungere che la richiesta di riconsegna è stata per lo meno intempestiva, dato che il programma di rifacimento degli impianti non è ancora in fase avanzata, e probabilmente i lavori non potranno avere inizio che tra lunghi mesi, se non anni. Nel frattempo gli impianti restano chiusi, con un evidente danno per il turismo sul Laceno. Di questo danno la responsabilità politica, e non solo, è soltanto del Comune. Si rammenta che la Società di gestione è tuttora titolare della concessione, e lo sarà almeno fino alla conclusione del processo dinanzi al Consiglio di Stato”.

“Pertanto – prosegue Giannoni – la chiusura degli impianti determinata dalla intempestiva richiesta del Comune di riconsegnare le aree, determina consistenti danni sia al turismo che alla nostra Società. Danni che saranno richiesti al Comune a tempo debito, la cui misura dipenderà dalla lunghezza del periodo di inutile fermo degli impianti e dal loro logorio determinato dal mancato funzionamento”.

“Aggiungo che il fermo degli impianti e la riconsegna delle aree impediscono alla Società di gestire le attività di ristorazione in quota, e ciò aumenta il danno provocato dalla intempestiva richiesta comunale. La Società si augura dunque che gli impianti possano essere rifatti ex novo in tempi non lunghissimi, ma non comprende le ragioni per le quali sia stato impedito dal Comune di far funzionare gli attuali impianti fino al momento (che non appare temporalmente vicino) in cui il nuovo progetto potrà essere posto in cantiere.

                                                                                                       

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