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Serate letterarie: “Gocce di rugiada” in una distesa d’amore

08.11.2013, Note di Alejandro Di Giovanni

E il tutto finì sul più bello… Le serate letterarie chiudono con il sesto e ultimo atto delle letture autunnali proprio quando il coinvolgimento e l’interesse cominciavano a farsi considerevoli, così solo alla fine ci rendiamo conto di quanto bene sia stato speso il nostro tempo, i nostri giovedì sera ci mancheranno, tra chiacchiere e bevute, tra una sigaretta e un pezzo di Jimi Hendrix.

L’ autrice della serata (Donatella De Bartolomeis, nella foto in alto) è già nota ai frequentatori della rassegna, ha presieduto tutte le serate in quanto editrice de “Il Papavero”, così questa sera si rivela a noi nelle vesti nuove di scrittrice, con la presentazione della sua opera prima: “Gocce di rugiada”.Il tema è ancora una volta l’amore, ma questa volta è una storia d’amore in chiave moderna, che nasce e prende corpo sulle chat di internet e sulle mail, oggi sostituite dai social network, che dominano il campo della socializzazione e delle interazioni, creando innumerevoli nuovi rapporti di amicizia e d’amore.

L’intento pare fin da subito chiaro, emozionare, crare un trasporto e un piacevole abbandono, in maniera velata ci sussurra che bisognerebbe cedere alle tentazioni e seguire il proprio istinto, i propri reali sentimenti, anche a costo di tradire (come accade per gli innamorati 2.0 del libro). Così tradiamo i nostri compagni quando ci lasciamo andare solo con la mente, con il cuore e l’anima più di quando tradiamo solo col fisico, poiché l’amore è inafferrabile, non ha nulla a che vedere con due corpi che si uniscono, se questi non fremono d’ amore negli immateriali e sfuggenti meandri della mente, del cuore, dell’anima. L’amore ha da sempre gli stessi meccanismi, funziona sempre alla stessa maniera, muove le persone e le vite, le fa fluttuare in una dolce, magica e indicibile nuvola di felicità, ma quella nuvola può dissipare la sua eburnea e confortevole culla e farci precipitare nei più oscuri, lugubri e remoti angoli del sottosuolo terrestre, sulla terraferma, in superficie, solo quelli non impossessati dall’amore.

Nell’era delle nuove tecnologie gli amori fioriscono in altri modi, intraprendono nuove strade, nuove forme di comunicazione, meno impegnative. Donatella cita Wilde, “datemi una maschera e vi dirò davvero chi sono”, così, se è vero che è più facile essere se stessi in maniera anonima, è vero anche il contrario, cioè che è più facile simulare. Così sui social network non si fa altro che piacere agli altri, falsificando la propria natura, in nome della desiderabilità sociale: essere come si aspetta la maggioranza degli utenti. Così dietro a questi strumenti freddi e insensibili, fatti di forme e caratteri standardizzati, è fatto comune ingannare per ottenere considerazione in vista di un amore o di una amicizia desiderati, o per mantenere un certo livello di popolarità con la pubblicazione di materiale vario.

Intanto, in questi rapporti manca totalmente il coinvolgimento dei sensi: non poter cogliere la sua più graziosa espressione, il profumo della sua pelle, il suono del suo respiro, non poter accarezzare i suoi morbidi capelli di seta, assaporare la dolcezza delle sue labbra… rattrappiamo dietro a schermi promettendoci di farle, mentre il tempo ci sfugge di mano.

Il presente è l’unica dimensione temporale che conti davvero in questa vita: spegniamo i computer, alziamoci e usciamo, incontriamoci, facciamo.

                                                                                                       

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