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Tavola rotonda a Bagnoli … alcuni articoli di stampa

Il Mattino, 30.11.2010

L’occasione del turismo, industria da costruire

De Mita a Bagnoli: seguire la strategia della domanda. Gli albergatori: manca una legge

di Michele Vespasiano

«Sono almeno dieci anni che in Irpinia evochiamo la prospettiva del turismo, ma non costruiamo dinamiche per realizzarla. In termini generali l’organizzazione della spesa pubblica è stata fin qui orientata alla logica della frammentazione. Nel corso degli ultimi cinque anni la consapevolezza della domanda non c’era. Il problema era avere il finanziamento per coprire costi di investimento e costi di gestione. Con quale risultato? Da dieci anni a questa parte gli arrivi e le presenze sono rimasti immutati in Campania, se si eccettuano oscillazioni».

Così Giuseppe De Mita, vice governatore della Regione Campania con delega proprio al turismo, ha concluso il convegno sul turismo nelle aree interne promosso dalla sezione irpina di Federalberghi nella suggestiva sala dell’ex monastero di Santa Caterina a Bagnoli Irpino. Sulle problematiche e le prospettive del turismo la sigla associativa che riunisce i punti di ricettività della provincia, guidata da Gerardo Stabile, ha chiamato a discutere amministratori locali e imprenditori. Tra questi Mario Marino, presidente della Comunità montana Terminio-Cervialto, Costanzo Iaccarino, vice presidente nazionale di Federalberghi, e Raffaele Lanni, assessore provinciale al Turismo. Moderata da Nicola Di Iorio, la tavola rotonda è entrata subito nel vivo con l’intervento del primo cittadino di Bagnoli, Nello Chieffo, che ha evidenziato i problemi del turismo a Bagnoli, un paese di tremila abitanti ma con una notevolissima estensione di boschi: «Il Comune da solo non può farcela, occorre l’aiuto delle istituzioni e principalmente della Regione Campania che non pare abbia una strategia in questa direzione».

L’accento sulle problematiche del turismo in Irpinia è stato messo anche da Marino: «Il territorio della nostra comunità montana è conosciuto per lo più da un turismo mordi e fuggi che non porta ricchezza; bisogna creare le condizioni perché i turisti si possano fermare e girarlo e i prodotti tipici, da quelli dell’enogastronomia al folklore e del costume, possono rappresentare una strada importante e quindi creare risorse».

Nicola Di Iorio ha fornito alcune cifre: «Il turismo in Irpinia è pari al 2,5-3% del movimento regionale, eppure anche con queste basse percentuali si può costruire un progetto virtuoso che metta in circolo risorse e generi ricchezza». Il turismo, però, deve fare i conti con leggi e normative obsolete, secondo Iaccarino, che ha chiesto una nuova legge per il turismo: «In questa nuova legge dovrà esserci una netta differenza tra le aree a forte sviluppo turistico, come quelle costiere e le isole, e le zone interne dove i flussi turistici sono ancora marginali. È su questa differenza che occorre lavorare».

Gerardo Stabile, invece, ha lamentato che i problemi degli albergatori sono quelli legati ai costi di gestione diventati smisurati, l’adeguamento delle strutture costa ed è difficile fare economie da reinvestire, e poi la stoccata: «Abbiamo dovuto attendere il fallimento dell’industrializzazione in montagna perché politici e istituzioni si accorgessero che in Irpinia c’è anche il turismo su cui puntare». Il Laceno deve essere il fulcro di un nuovo, grande progetto, ha insistito Stabile: «Partendo dall’aggregazione dei paesi occorre creare quattro distretti turistici sul territorio irpino: l’Alta Irpinia, la Baronia, il Partenio e il Serinese-Solofrano, coordinati da un tecnico esperto che sia in grado di stimolare e valorizzare le potenzialità di tutte le realtà locali, ognuna delle quali ha risorse e peculiarità sulle quali si può puntare».

Numerosi gli interventi, assai duro quello di Pietro Mitrione: «Il 13 dicembre chiude la linea ferroviaria Avellino-Rocchetta nell’indifferenza generale di sindaci e istituzioni». A tutti ha risposto Giuseppe De Mita: «Per prima cosa occorre individuare politiche strategiche sul turismo che muovano dalla domanda e non più dall’offerta, com’è stato in passato. E poi bisogna che vengano adottate scelte, forse difficili, e portarle avanti con una governance che non sia calata dall’alto, ma che parta dalla responsabilità e dall’acquisizione di consapevolezza da parte del territorio». De Mita ha suggerito che i progetti da realizzare vengano inseriti nella programmazione dei fondi Fas.

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Ottopagine, 30.11.2010

«Per l’Irpinia risorse per 100 milioni di euro. Incentivi anche alla Avellino-Rocchetta»

Bagnoli Irpino. Turismo nelle aree interne, tavola rotonda con De Mita

Le nuove strategie per il turismo devono partire dalla domanda e non dall’offerta, attraverso una governance che non sia calata dall’alto, ma che parta dalla responsabilità e dall’acquisizione di consapevolezza da parte del territorio. E che inizi da un’idea progettuale da realizzare grazie alla programmazione dei fondi Fas previsti dal Poin. E’ su questi tre cardini che si è sviluppato l’intervento di Giuseppe De Mita, vicepresidente della Giunta regionale della Campania con delega al Turismo intervenuto alla tavola rotonda “Il turismo nelle aree interne. Problematiche e prospettive”, promosso dalla sezione di Avellino di Federalberghi. All’incontro, che si è svolto presso il Monastero di Santa Caterina, a Bagnoli Irpino, sono intervenuti Aniello Chieffo, sindaco di Bagnoli Irpino, Mario Marino, Presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, Gerardo Stabile, Presidente Federalberghi di Avellino, Costanzo Iaccarino, vicepresidente Federalberghi nazionale e presidente Federalberghi Campania. I lavori sono stati moderati da Nicola Di Iorio.

“Le politiche pubbliche rispetto al turismo ha dichiarato l’assessore regionale Giuseppe De Mita – negli anni scorsi, potevano essere più o meno concentrate su una intuizione, i flussi c’erano comunque. La condizione pionieristica in un sistema più fragile ha messo in luce i punti di crisi. Sono almeno dieci anni che in Irpinia evochiamo questa prospettiva, quella del turismo, ma non costruiamo dinamiche per realizzarla. In termini generali l’organizzazione della spesa pubblica è stata fin qui orientata alla logica della frammentazione. Nel corso degli ultimi cinque anni la consapevolezza della domanda non c’era. Il problema era avere il finanziamento per coprire costi di investimento e costi di gestione. Con quale risultato? Da dieci anni a questa parte gli arrivi e le presenze sono rimasti immutati in Campania, se si eccettuano oscillazioni. Dobbiamo avere – ha continuato – grande attenzione rispetto alla qualità della domanda ed è su questo che va organizzata l’offerta. La prima cosa che dobbiamo fare, in particolare per l’Irpinia, è cercare di incrementare i flussi ed è su questo che va orientata la comunicazione che finora è stata eccessivamente generalista. Va, dunque, ridefinito e puntualizzato il ruolo e lo spazio delle politiche pubbliche che devono limitarsi ad erogare beni e servizi pubblici. Sui fondi europei la quantità di risorse che sono arrivate è stata indirizzata a beneficiari pubblici che invece di inserirsi in una dimensione concorrenziale, hanno drenato risorse e basta”.

Attrattori turistici. Il vicepresidente ha ribadito la necessità di distinguere e differenziare gli attrattori turistici. Non puntando esclusivamente su quello culturale, come accaduto finora, ma investendo sul fattore ambientale e su quello delle produzioni tipiche. “E’ così che ci si sta muovendo, anche in sede di definizione delle linee di indirizzo strategico e nella costruzione del nuovo disegno di legge regionale sul turismo”. Poi la questione più prettamente locale. L’assessore De Mita è partito da un monito rivolto all’amministrazione comunale di Bagnoli Irpino.

Le linee strategiche del Pain. “All’interno dei territori – ha detto – è necessario compiere delle scelte, acquisendo consapevolezza di una spinta che esiste e che va verso la concentrazione delle risorse. Quest’area, intesa come Parco, e non solo come territorio di Bagnoli, è un’area su cui puntare prioritariamente. Il punto è collegarla ad un intervento adeguato dal punto di vista finanziario. Esiste l’Apq, la cui incertezza va attribuita ad una decisione assunta dal Cipe. Su questo la Regione vuole puntare. Ma se si finanzia solo l’Apq in realtà non si è fatto nulla perché l’Accordo prevede solo la rifunzionalizzazione degli impianti di risalita. E’ nostra intenzione, invece, quella di ripensare alle linee strategiche del Pain ridisegnandolo completamente, restringendo il novero dei Comuni di prima fascia, quelli interessati ad opere infrastrutturali. Le risorse Fas legate al Pain assicurano alla provincia di Avellino risorse per cento milioni che trovano riferimento anche nel Piano per il Sud. L’idea è di rendere l’Avellino – Rocchetta l’elemento di collegamento tra le due aree – quella che gravita intorno alle miniere di Tufo – fino al collegamento ferroviario Avellino – Benevento”. Sono intervenuti, inoltre Pietro Mitrione, associazione In_loco_motivi, Giuseppe Silvestri, presidente provinciale Unpli, Vincenzo Siringano, vice presidente Provincia di Avellino, Ferruccio Capone, sindaco di Montella, Giuseppe Di Milia, sindaco di Calitri e presidente della comunità montana Alta Irpinia, Tommaso Tedeschi, rappresentante di Confindustria Alberghi, Alfonso Tartaglia, direttore Stapa Cepica Avellino, Carmelo Ventura, capogruppo di opposizione al Comune di Bagnoli Irpino, e Raffaele Lanni, Assessore Provinciale al Turismo.

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Il Corriere,  30.11.2010

Ieri la tavola rotonda a Bagnoli Irpino con il Vicepresidente della Giunta Campana

Turismo, l’intervento della Regione

Sono stati garantiti finanziamenti per cento milioni di euro alla provincia di Avellino

Individuare politiche strategiche sul turismo che muovano i passi dalla domanda e non, come avvenuto in passato, dall’offerta. E,ancora, assumere scelte, anche coraggiose, e portarle avanti, immaginando una governance che non sia calata dall’alto, ma che parta dalla responsabilità e dall’acquisizione di consapevolezzada parte del territorio. E, infine, un’idea progettuale da realizzare grazie alla programmazione dei fondi Fas previsti dal Poin. E’ su questi tre cardini che si è sviluppato l’intervento di Giuseppe DeMita, Vice Presidente della Giunta Regionale della Campania con delega al Turismo intervenuto alla tavola rotonda”Il turismo nelle aree interne. Problematiche e prospettive”, promosso dalla sezione di Avellino di Federalberghi. All’incontro, che si è svolto presso il Monastero di Santa Caterina, a Bagnoli Irpino, sono intervenuti Aniello Chieffo, sindaco di Bagnoli Irpino, Mario Marino, Presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, Gerardo Stabile, Presidente Federalberghi di Avellino, Costanza Iaccarino, Vice Presidente Federalberghi nazionale e presidente Federalberghi Campania.  I lavori sono stati moderati da NicolaDi lorio. «Le politiche pubbliche rispetto al turismo – ha dichiarato DeMita – negli anni scorsi, potevano essere più o meno concentrate su una intuizione, i flussi c’erano comunque. La condizione pioneristica in un sistema più fragile ha messo in luce i punti di crisi. Sono almeno dieci anni che in Irpinia evochiamo questa prospettiva, quella del turismo, ma non costruiamo dinamiche per realizzarla. In termini generali l’organizzazione della spesa pubblica è stata fin qui orientata alla logica della frammentazione.

Nel corso degli ultimi cinque anni la consapevolezza della domanda non c’era. Il problema era avere il finanziamento per coprire costi di investimento e costi di gestione. Con quale risultato? Da dieci anni a questa parte gli arrivi e le presenze sono rimasti immutati in Campania; se si eccettuano oscillazioni».

Quale l’opzione che va modificata, dunque? L’attenzione alla domanda, è su questo che l’assessore regionale DeMita punta nel corso del suo intervento di fronte ad una platea molto vasta, composta da amministratori locali e imprenditori del settore turistico. «Dobbiamo avere – ha continuato – grande attenzione rispetto alla qualità della domanda ed è su questo che va organizzata l’offerta».

Poi la questione più prettamente locale. «All’interno dei territori – ha detto – è necessario compiere delle scelte, acquisendo consapevolezza di una spinta che esiste e che va verso la concentrazione delle risorse. Quest’area è un’area su cui puntare prioritariamente. Il punto è collegarla ad un intervento adeguato dal punto di vista finanziario. Esiste l’Apq, la cui incertezza va attribuita ad una decisione assunta dal Cipe. Su questo la Regione vuole puntare. Ma se si finanzia solo l’Apq in realtà non si è fatto nulla perché l’Accordo prevede  solo la rifunzionalizzazione degli impianti di risalita. E’ nostra intenzione, invece, quella di ripensare alle linee strategiche del Pain ridisegnandolo completamente, restringendo il novero dei Comuni di prima fascia, quelli interessati ad opere infrastrutturaIi. Le risorse Fas legate al Pain assicurano alla provinda di Avellino risorse per cento milioni che trovano riferimento anche nel Piano per il Sud. L’idea è di rendere l’Avellino – Rocchetta l’elemento di collegamento tra le due aree – quella che gravita intorno alle miniere di Tufo – fino al collegamento ferroviario Avellino – Benevento».

                                                                                                       

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