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Tutto il ROSA di Bagnoli!

16.05.2012, Editoriale di Giulio Tammaro (da “La Calzetta del Giro”, numero speciale del giornalino “Fuori dalla Rete”  del 13.5.2012)

Ci sono dei nomi che hanno lo stesso effetto travolgente del fuoco, accendono all’istante la mente e la aprono ai ricordi, nonostante abbiano lasciato un debole segno sulla storia”. È proprio il caso del Laceno che per la terza volta accoglierà tra i suoi monti un arrivo di tappa del Giro d’Italia. La prima tappa terminata quassù, tra il piccolo lago e i boschi di faggio, si disputò nel lontano 1976 e a dispetto dei pronostici non fu molto selettiva, una ventina di corridori infatti si disputarono la vittoria allo sprint.

All’ultima scalata, quella che da Bagnoli attraverso abeti e faggi conduce oggi come allora all’altopiano, erano in tanti a inseguire la gloria, li spingeva una impressionante voglia di successo. Eddy Merckx spingeva di spalle, impegnato fino allo stremo, Roger De Vlaeminck torceva buffamente il collo, mentre macinava pedalate, Felice Gimondi era l’unico a non perdere l’aplomb e come scriveva il grande Gianni Brera, sembrava il più bello. Arrivati sul Laceno tutti si preparavano alla volata finale, il traguardo era ormai a portata di mano. Moser arrancava ormai lontano, vedendo svanire i sogni di gloria, Merckx continuava fino allo stremo a pedalare per non cedere al ritorno di Gimondi, mentre De Vlaeminck si contraeva fino all’ultimo sforzo. E fu proprio il belga a trionfare, mentre la maglia rosa passava dalle giovani spalle di Francesco Moser a quelle più “anziane” di Felice Gimondi, che in quell’ anno vinceva il suo terzo e ultimo Giro. Fu proprio Moser in quella tappa, a legare al doppio filo, uno dei suoi aneddoti più esilaranti che la corsa rosa abbia mai conosciuto. “Lo Sceriffo”, come veniva soprannominato, aveva vinto la tappa a cronometro il giorno precedente a Ostuni, ma durante la cena post gara, qualcosa gli aveva disturbato lo stomaco.

Il giorno successivo nella tappa che da Selva di Fasano conduceva a Lago Laceno, scivolò in fondo al gruppo, non riusciva più a resistere, finché decise che la soluzione migliore per risolvere il suo problema intestinale era farla nel cappellino e poi lanciarlo via il più lontano possibile. La “fortuna” volle che centrasse in pieno Patrick Sercu, nessuno voleva stare nella scia del belga, <vattene> gli gridavano, lui schizzo via, lo ripresero solo a tre chilometri dal traguardo.

Da quella storica tappa per Bagnoli, dovranno trascorrere 22 anni prima di ritornare protagonista ospitando un nuovo arrivo. È il 1998 , quando la carovana rosa ritorna su questi monti, con una tappa di tutt’ altro spessore, breve ma intensa con due ascese, ai monti Taburno e Teminio, ad anticipare la salita finale. La tappa, tutta in terra campana, partita da Maddaloni, vede fin dai primi chilometri diversi attacchi, ma il gruppo resta compatto fino all’ultima salita, grazie all’azione degli uomini Asics, i quali cercano di difendere la Maglia Rosa di Bartoli, ma appena la strada si impenna oltre Bagnoli, Pantani prova un primo attacco, Bartoli lo insegue ma senza successo. Il “Pirata” di Cesenatico, sostenuto da una folla festante e migliaia di fans, che quasi lo sospingono fra i tornanti che “salgono” a Laceno, prova una seconda accelerata, ma stavolta il francese Luc Leblanc con non poche difficoltà riesce a stargli a ruota. Dietro Zuelle, Gotti e Tonkov sono in seria difficoltà.

“L’occhialuto” dopo un primo momento di sbandamento ritrova lucidità e con un rapporto agile e una serie impressionante di pedalate riesce a riacchiappare il duo di testa. Nell’ultimo chilometro di salita, Zuelle accelera ancora e passa in testa, da li in poi, negli ultimi quattro chilometri tutti piani, per lo svizzero sarà una passeggiata, riuscendo a trionfare con un distacco di 24” sul terzetto inseguitore. Al “Pirata”, fallisce così il suo primo vero attacco al Giro, ma la sfida a Zuelle e alla Corsa Rosa è solo rimandata e chi credeva che l’occhialuto avrebbe vinto a mani basse sarà costretto ad arrendersi alla “leggenda” di Pantani, vincitore anche del Tour, per la gioia dei suoi tanti fans anche in terra bagnolese.

Da quel tappone del 1998, sono trascorsi altri 14 anni e il Laceno agli albori del suo “successo turistico” nel 1976, in lento ma ancora indolore declino nel 1998, in questo 2012 cerca con molti affanni una nuova rinascita, sperando che la corsa rosa leghi sempre di più il suo nome a quello di questi luoghi incantati, dal passato glorioso e in cerca di un futuro radioso!!!

Il Giro d’Italia, i suoi protagonisti e lo speciale feeling che lega la corsa rosa al Laceno, questo e tanto altro troverete in questo giornalino, ispirato alla celebre Gazzetta dello Sport, come si evince dal titolo sarcastico della testata e dal colore rosea della carta. Un grazie va a questi giovanotti di belle speranze, che, come chi scrive, non sono giornalisti professionisti ma che amano scrivere più per passione che per professione e che hanno trascorso interi pomeriggi a ricercare notizie, a consultare almanacchi, a chiedere in giro per Bagnoli. Auspicando di aver fatto un buon lavoro non ci resta che augurarvi una buona lettura!

                                                                                                       

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