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Un augurio per il nuovo anno scolastico: gli autori del Sud “ritornano” a scuola

06.10.2014, Articolo di Paolo Saggese (*)

Come ogni anno, con le consuete difficoltà, inizia l’anno scolastico, e come ogni anno si analizzano i punti di forza e di debolezza della scuola italiana e meridionale. In particolare, la Campania, per più aspetti, è così lontana dal rispettare gli obiettivi stabiliti a livello europeo che il non raggiungerli non fa più notizia. Parlano chiaro i tassi di abbandono e dispersione scolastica, i risultati conseguiti in generale nelle prove Invalsi, la situazione di molti edifici e l’atavica carenza di attrezzature.

In questo clima, un piccolo spiraglio forse si può cogliere, una notizia positiva tra le tante negative. Infatti, questo potrebbe essere un anno scolastico nuovo anche perché il Ministero dell’Istruzione potrebbe annunciare e realizzare almeno in parte una modifica delle “Indicazioni nazionali” per i Licei relativamente a quel punto, in cui, a proposito della Letteratura italiana del Novecento, si citano 17 autori, tra cui nessun meridionale, e una sola donna. Ecco il testo delle “Indicazioni”: “Dentro il XX secolo e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio, Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealista ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello …).

Raccomandabile infine la lettura di pagine della migliore prosa saggistica, giornalistica e memorialistica”.

Come si ricorderà, il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, da ormai quattro anni, ha chiesto la modifica di questa parte delle “Indicazioni”, attraverso l’integrazione del documento con autori nati a Sud di Roma e autrici di tutte le regioni. La proposta ha ottenuto il sostegno di quattro regioni (Campania, Calabria, Basilicata, Molise) e della provincia di Avellino. Sono state inoltre presentate sei interpellanze parlamentari e una risoluzione da molti partiti politici (PD, M5S, SEL, Grande Sud), molti intellettuali e numerosi istituti scolastici e docenti hanno testimoniato il loro sostegno alla richiesta. Un ruolo importante, occorre chiarirlo, lo ha avuto anche, insieme ad altri giornali, il “Mattino”, sulle cui colonne hanno scritto interventi importanti numerosi intellettuali tra cui Pino Aprile, Marco Esposito e Silvio Perrella.

Grazie a questa solidarietà venuta da più parti, a luglio, nell’incontro che il Ministro Stefania Giannini ebbe con alcuni componenti del Centro di Documentazione, tra cui chi scrive, Alessandro Di Napoli e Raffaele Stella, si annunciò la volontà in settembre di predisporre un documento, che avrebbe posto rimedio a questa lacuna presente nelle “Indicazioni nazionali”.

Settembre è arrivato e siamo fiduciosi: l’impegno che abbiamo profuso, insieme a Giuseppe Iuliano, Alfonso Nannariello, Salvatore Salvatore Franca Molinaro, Alfonso Attilio Faia e tutti gli altri componenti del Centro, potrebbe finalmente ottenere una soluzione positiva.

A ciò hanno concorso numerosi intellettuali, tra cui Albero Asor Rosa, Gerardo Bianco, Amerigo Iannacone, e numerosi politici, tra cui i consiglieri regionali Rosetta D’Amelio e Angela Cortese, i parlamentari Giovanni Burtone, Vincenzo Vita, Giancarlo Giordano, Simone Valiante, Angelo D’Agostino, Carlo Sibilia e Luigi Famiglietti, che in vari modi hanno sostenuto la nostra richiesta.

Dunque, forse Salvatore Quasimodo, Leonardo Sciascia, Elio Vittorini, Alfonso Gatto, Rocco Scotellaro, Eduardo De Filippo, e tanti altri, e con loro Matilde Serao, Grazia Deledda, Anna Maria Ortese, Sibilla Aleramo, Amelia Rosselli, e altre ancora, avranno un riconoscimento importante quali testimoni della cultura italiana per i giovani del presente e del futuro.

Forse, allora veramente potrà avverarsi l’auspicio di Salvatore Quasimodo di sessant’anni fa: “Faremo un giorno una carta poetica del Sud; e non importa se toccherà la Magna Grecia ancora, il suo cielo sopra immagini imperturbabili d’innocenza e di sensi accecanti. Là, forse, sta nascendo la ‘permanenza’ della poesia” (“Discorso sulla poesia”, 1953).

(*) Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud

                                                                                                       

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