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Concettina Ianora, un secolo di vita iniziato a New York …

07.03.2014, La sua storia (di Sergio Nicastro)

Qualcuno è arrivato dalla vicina Napoli, altri dalle ben più lontane Liguria e Lombardia. La più piccola (la pronipote Sofia) ha pochi mesi, la più matura (la sorella Ida) supera i novant’anni. Per tutti, quella di venerdì 28 febbraio è stata una giornata di festa e di (grandi) emozioni. Con al centro lei, Concettina Ianora e quel traguardo che solo a pensarci fa venire la pelle d’oca: 100 anni.

Un secolo di vita iniziato a New York («sono stata battezzata nella cattedrale di Saint Patrick», sottolinea ancor oggi con un pizzico di orgoglio), ma che, tornata in Italia nel 1917 con mamma Cristina e papà Alfonso, ha avuto in Bagnoli sempre il suo centro. Con ago e filo in mano, come sarta del paese: prima aiutando la mamma, poi, dopo il matrimonio con Michelangelo Nicastro, con il marito. Tornata in America nel 1959 con il coniuge e l’ultima figlia Raffaella (la maggiore Giovanna studiava a Napoli, la seconda Emilia era rimasta in paese con la nonna), la nostalgia di casa ebbe ben presto la meglio e così, già nel 1960, Concettina tornò a Bagnoli, separandosi per cinque anni dal marito rimasto per lavoro a Philadelphia.

Anni complessi (ci fu un’altra capatina in America nel 1967 per pochi mesi), ma affrontati sempre con quella calma, quella semplicità, quella disponibilità a chi le chiedeva aiuto, quei silenzi e, soprattutto, quel sorriso (sempre dolce, mai sguaiato) che hanno ben presto superato le mura domestiche. E che né la scomparsa dell’amato marito nel 1989 né gli acciacchi della vecchiaia hanno mai intaccato.

Anche ora che la memoria sta iniziando a perdere colpi, alcuni barlumi sono abbaglianti: come quando, lasciando tutti a bocca aperta, cita a memoria il trentatreesimo canto dell’Inferno della Divina Commedia, ripetendo le parole di Dante sul Conte Ugolino.

Insomma, nonna Concettina, apparentemente sempre un passo indietro rispetto ad altri, ma solo per quel suo carattere schivo, ha rappresentato un porto sicuro e rassicurante. Per tutti, figlie, nipoti, familiari. Che venerdì 28 si sono stretti intorno a lei in un calorosissimo abbraccio, al quale ha idealmente partecipato tutto il paese, a partire dall’Amministrazione comunale che le ha donato un mazzo di fiori al termine della messa celebrata da don Stefano. E visto che si trattava di una festa la chiusura è stata d’obbligo: fuochi d’artificio. Ad illuminare una giornata che in pochi dimenticheranno.

Le foto …



                                                                                                       

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