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Quando la corda si tira troppo viene il momento che SI SPEZZA

28.07.2014, Email di Nello Molinaro

Questione Funivie: La prevalenza dell’interesse pubblico sul privato

Mi sono sempre interessato del caso ed intervenuto sulla questione in risposta a dei soggetti privati che esternavano persistentemente la loro ragione, infatti, prevedendo lo sviluppo del dibattimento e per l’iter litigioso in cui esso era sfociato, ho più volte con miei interventi, tentato di portare alla ragionevolezza ed alla moderazione un “conosciuto interessato, nella persona  sig. Pagnini” da cui ho ricevuto feroci critiche e disprezzo.

Tale personaggio,  sostituendosi alla società  di cui asserisce esserne dipendente ,non ha compreso e non comprende ancora tutt’oggi  che con i suo modi comportamentali ha tirato troppo la corda fino a farla spezzare. Non ha ritenuto opportuno  agire con saggezza e moderazione,  e non in modo esasperante e ripetitivo  a volte anche offensivo nei confronti di chi scrive e dell’autorità comunale (di cui “preciso”nessun esponente  è in  mia conoscenza). L’impulsività con cui si è condotta tale controversia da parte del soggetto privato nello scontro con l’autorità pubblica non poteva che non portare a tale risultato.

D’altronde,  non vi è bisogno di pareri  di giuristi o sapienti, ma è bastevole una minima conoscenza di educazione civica, per comprendere che l’autorità comunale “quale pubblica” ha sempre diritto di veto, di  intervento nonché  di revoca, essendo in possesso di una potere insovrastabile che gli conferisce una supremazia nei confronti di tutti i cittadini e le imprese che vengono a contatto con la pubblica amministrazione stessa, è una supremazia  (che se anche è una disparità) gli è riconosciuto dalla legge e sancita nel  diritto in cui viene richiamata  ed applicata dall’organo giudicante  che è “la prevalenza dell’interesse pubblico  sul privato”. Comunque  a questo punto, l’esistenza  dell’interesse pubblico sancito nell’attesa elargizione del (finanziamento regionale) su un progetto comunale, l’autorità Comunale era obbligata a porre in essere atti  per l’eliminazioni di qualunque ostacolo che potrebbe inficiare l’approvazione di tale progetto approvato, a difesa dell’interesse della cittadinanza tutta, glielo impone la legge, tanto che,  gli conferisce anche la possibilità di ritornare sui propri passi, rivedendo le decisioni assunte e cancellandone dal mondo giuridico come se non fossero mai esistite, senza ricorrere al giudice amministrativo cambiando gli effetti giuridici che si sono riprodotti nel mondo reale e modificando diritti ed interessi che gravitano intorno alla decisione annullata. Un potere assoluto, che deve far riflettere e portare alla ragionevolezza il privato e non alzare barricate come si è fatto fin ad oggi, un comportamento che ha costretto l’Ente ad attivarsi, azionando  una soluzione drastica ed attesa nonché obbligata, che è a conoscenza di tutti ,contro la società Giannoni.

Oltretutto, sii chiaro, nel caso non si tratta di una revoca di concessione, perché la stessa risulterebbe scaduta nel 2002, e mai rinnovata con atto scritto,  bensì una richiesta di sgombero dei terreni e beni occupati di proprietà comunale concessi per gli anni successivi al 2002 in modalità bonaria, quindi revocabili  in qualsiasi momento, non esistendo a tal uopo  neanche, un contratto indicante le modalità e  la scadenza temporale di cui l’occupante potrebbe vantarsi, anche se sarebbe inefficace e sovrasto dal potere pubblico. Ancorchè  non si comprende come la società di gestione possa  interpretare  la benevolenza dell’autorità comunale, come un’acquisizione di diritto di rinnovo di concessione di fatto, pur mancante di tutti gli elementi instaurativi di un atto concessorio,attivando un contenzioso, intraprendendo, così, una strada giuridica senza sbocco e che comunque non blocca l’istanza di sgombero del proprietario di suoli.

A questo punto bisogna ricordare al lettore, tornando ai mesi  addietro che il comune si è reso disponibile a chiudere la questione proponendo un atto di novazione contrattuale proposta  rifiutata, e che invece  secondo il parere di chi scrive sarebbe stata più opportuno e saggio e divenire ad un accordo ragionevole tra le parti,  e che, invece, è stata osteggiata  dalla ditta occupante dei suoli “con concessione scaduta”, e che ancora tutt’oggi continua ad impuntarsi su inutili questioni di diritto, la cui ragione è incognita ed è tutta difficilmente da dimostrare se non indimostrabile, comunque,  da divenire.

A questo punto, il primo cittadino ha prodotto atti nel rispetto di legge, perché la carica che lo investe  gli impone di non permettere che chiunque violi il diritto e la legge di cui ne è custode, in primis, difendere l’interesse pubblico da qualunque tipo di  trasgressione. E’ logico che tali drastici eventi lasciano perplessi, ed addolorati, chi ne viene a conoscenza, trattandosi di una società ”Giannoni” che effettivamente ha dato tutto al Laceno, dai propri Avi (di cui si rimpiange la saggezza e la sapienza) agli attuali gestori tra cui il Figlio Sig. Marzio Giannoni, persona certamente corretta , che unito o influenzato dai suoi soci, hanno peccato d’impulsività comportamentale, attuando di fatto ed associandosi alle ritenute, personali certezze, reclamate e pubblicate  dal proprio collaboratore Sig.Pagnini, il cui comportamento ha prodotto, unicamente infausti scontri e vergognose critiche nei confronti dell’autorità comunale.

Al che chi scrive  invita i personaggi richiamati, ad attuare comportamenti saggi ragionevoli, e non dimenticare  nella persona del sig. Marzio Giannoni, la condotta comportamentale  dei suoi avi, volta alla saggezza ed alla disponbilità  verso i cittadini di Bagnoli tutti da cui ne ha avuto profondo rispetto e un sano ricordo.

Non resta che augurare  che tutto torni alla normalità, e venga ripristinato un rapporto contrattuale solido, coretto e continuativo con l’ente comunale,”composto da persone per bene”, nonché  fruttuoso per la sua società. Infine bisogna prendere atto che nella in citata questione l’ente comunale nella persona del Sindaco  ha assunto  un comportamento ineccepibile, nel rispetto di quanto impostogli dalla legge !!!

A questo punto non resta che richiedere, al soggetto privato, moderazione e saggezza per il bene e benessere della loro azienda, che sicuramente troveranno con l’Amministrazione comunale una via di uscita, perché sarebbe imperdonabile continuare questa questione e reclamare le proprie ragioni infangando l’autorità pubblica, un comportamento, questo, che porterebbe la sua azienda a potersi trovare, con un pugno di mosche in mano, calpestando, i n tal modo, i  sacrifici fatti dai propri genitori.

E sarebbe un peccato dopo tanti anni di attività  sul Laceno

                                                                                                       

6 Commenti »

  • pietro pagnini scrive:

    L’unica cosa spezzata è la decenza.

    Quello riportato dal sig. Molinaro è stomachevolmente di parte, addirittura attribuisce all’Ente poteri che non ha, almeno sulle procedure avviate.
    La verità sta nella dichiarazione finalmente arrivata dal VICE SINDACO
    Quale parte gioca lei Sig. Molinaro in questa assurda vicenda..?
    Non è un Giudice eppure si eleva a tale, dichiara pure la convenzione scaduta superando il Consiglio di Stato.
    A tal punto è legittimo pensare che si spinge così avanti sicuramente per interessi? e quali?
    Ci erudisca anche su questo sig. Molinaro, al momento ho solamente inteso chi protegge e ricevuto accuse gratuite e diffamatorie.
    Le ripeto la domanda, qual’è il suo reale interesse?
    E per conto di chi si rivolge con questi toni in una vicenda che dovrebbe riguardarla solo in modo indiretto?
    Mi sbaglio sig. Molinaro?

  • redazione scrive:

    Commento di Angelo Mattia Rocco:

    “Fa sempre piacere sapere che ci siano tante persone che si interessano alla vicenda Laceno e che sentimentalmente apportano il proprio contributo per “cercare” di giungere ad una soluzione per le sorti della “nostra” amata montagna, tuttavia ci sono anche dei “limiti” e dei “punti fermi” che penso non si possano superare con “semplicismo”.

    In questa vicenda, mi ritengo, senza offendere nessuno (credo), uno dei “tanti” che hanno a cuore le sorti del Laceno, in primis per una forte passione e in secondo luogo per una “scelta di vita” che in questi anni mi ha portato con l’esperienza di gestione del sito “laceno.net” a rappresentare una fascia d’utenza regionale ed extraregionale molto forte.

    Detto ciò, oltre ad aver approfondito la questione da laureando in Giurisprudenza e soprattutto avendo seguito direttamente la vita della macchina amministrativa del mio comune d’origine, non posso non rimanere alquanto preoccupato da alcune dichiarazioni.

    Innanzitutto, le simpatie e le antipatie personali nei confronti di qualsiasi persona lasciano il tempo che trovano, ed è impensabile attribuire responsabilità di un “mancato accordo” alla libera espressione di un’opinione da parte di un collaboratore della Società.
    Abbiamo lottato tanto per ottenere e raggiungere la tanto amata “liberta di pensiero e di opinione” e credere che ai tempi d’oggi, esprimere un pensiero possa essere causa di “ripicche” credo sia assurdo.

    Poi, la vicenda amministrativa in se non esula assolutamente da un profilo “legale” ben costituito.
    Ben venga l’osannare l’educazione civica e l’interesse pubblico, ma facciamo attenzione a non confondere i presupposti giuridici attuali con quelli di qualche centinaio di anni fa.
    Viviamo in uno stato di diritto e per quanto un’amministrazione possa agire in autotutela per alcuni atti di sua competenza, non è consentito (e la presenza di tribunali amministrativi ne è una prova) ancora a nessuno prevaricare (per qualsiasi ragione) contratti, convenzioni [… ecc] unilateralmente e senza avviare una “procedura”!
    Procedura che anche in caso di sgombero o quant’altro andrebbe attivata con mezzi idonei e in punta del famoso “diritto”.
    L’espressione di “supremazia” o di “potere assoluto” di un Sindaco non trova fondamento nelle nostre leggi e qualora (come dicevamo) si porti alla luce un “interesse pubblico”, lo stesso non si applica senza dei canoni; d’altronde vi è mai capitato di vedere un privato durante una procedura di esproprio (per fare un esempio) privato del suo bene per un interesse pubblico senza esser stato tutelato?? Non penso.

    Altra vicenda ancora (e qui dobbiamo fare molta attenzione!) è quella sulla famosa durata della concessione. Siamo cauti nel dire che in questi 12 anni si è ottenuto una sorta di “accordo bonario” tra le parti!!! Cosa significherebbe questo? Vuol sottintendere che le amministrazione che si sono succedute in questi anni (compresa l’attuale) abbiano concesso autorizzazioni e altro con un accordo tacito e sottobanco? Abbiano perpetuato cosi un illecito colossale? Queste sono dichiarazioni da Procura della Repubblica e non credo ce ne siano gli estremi.

    A questo ragioniamo una volta per tutte sulla famosa “lettera di intenti” inviata nel 2000 dal Comune di Bagnoli Irpino, con una volontà (mai esternata con atti idonei) di non voler “rinnovare” per altri 29 anni la convenzione alla Società Giannoni.
    In questo articolo si fa riferimento all’Ing. Franco Giannoni e se ne esaltano qualità e doti… ma non è contraddittorio? Perché allora quella famosa lettera fu inviata proprio allo stesso Ingengere nel 2000? All’epoca questo rispetto e questa stima non erano le stesse di ora?
    E perché non si chiarisce che nel 2002, quando la stessa “lettera” è stata semplicemente rispedita al figlio (Ing. Marzio Giannoni) , il quale la impugnò dinanzi ad un tribunale amministrativo, lo stesso si pronunciava con una sentenza di “inammissibilità”?!?
    Inammissibilità di impugnare quella lettera perché in realtà (qualora ce ne fosse stata l’esigenza) l’ “atto” da impugnare sarebbe stato quello del 2000.
    Dov’è la sentenza di merito della vicenda? Dove risiede? Nei meandri del Consiglio di Stato il quale non si è mai pronunciato e soprattutto negli atti di vari amministrazioni che con continue autorizzazioni e con la riscossione di tributi nei confronti della Società concessionaria non hanno fatto altro che “rinnovare” automaticamente la suddetta Convenzione.

    Detto ciò, spero che si continui a lavorare per la risoluzione della vicenda e credo che qualora si giunga ad un accordo di diritto, a gioire ne saremo tutti…proprio per l’amore che proviamo per questa località.

  • marzopascal scrive:

    E basta, chi avra’ ragione, il tempo fara’ da testimone.

  • redazione scrive:

    Commento di Nello Molinaro:

    Rispondo al sig. Mattia Rocco, futuro avvocato a cui auguro di raggiungere presto la meta, che ha commentato il mio scritto,(intervenendo a difesa del Pagnini.

    Qui non si mette in dubbio che esiste in Italia uno stato di diritto,tanto che vi sono tre gradi di giudizio oltre la Corte Costituzionale, ma ancora tutt’oggi le faccio presente (riferendomi la mia limitata conoscenza nel campo giuridico) che non mi risulta l’esistenza di una legge o articolo di legge in vigore nella giurisprudenza Amministrativa, che sopprime la prevalenza dell’interesse pubblico su quello privato, tanto che la legge concede al privato unicamente una tutela compensativa economica per quanto toltogli, che viene accertata e stabilita anche dagli organi competenti, il che non inficia e non arresta in alcun modo la validità e la prosecuzione dell’atto emesso dall’Ente pubblico inerente ad una revoca o esproprio per interesse pubblico realmente accertato, lo riconosce la legge, il diritto e la giurisprudenza, e ne trova applicazione e riscontro in tutte le sentenze se è al contrario me lo dimostri o me lo comunica.

    In riferimento all’accordo benevole e statuito con scadenza annuale un accordo tra le parti in cambio di una prestazione come lo è stato , che il privato mette a disposizione del pubblico che ne accetta le modalità lo è permesso dalla legge- al che non si vede quale sottobanco a possa essere individuato e chi abbia commesso il reato che non esiste, e ne vale il riferimento all’intervento della procura della Repubblica che lei ha richiamato, oltretutto le voglio precisare che quanto lei asserito e volutamente farmi comprendere che la Concessione si intenderebbe rinnovata perché per dodici anni la società Giannoni avrebbe continuato l’attività ed allora gli faccio presente che fin ad oggi così non è la dimostrazione della sentenza di Tar di Salerno che ha ritenuto che tale società non ha diritto non avendone titolo di instaurare tale procedimento di riconoscimento della validità della concessione ritenuta per la magistratura amministrativa scaduta..

    Caro Rocco, in tale vicenda si richiede parsimonia e saggezza ed il rispetto del pubblico,e non vantarsi di cose che non esistono o da divenire da parte del privato ,perché solo un accordo con l’ente pubblico possa risolvere il caso tenendolo chiuso nell’ambito locale perché la vicenda non è semplice, e la perdita del finanziamento sarebbe un gravissimo danno per la comunità il che impone il Sindaco ad attivarsi in tutte le forme in merito, per raggiungere lo scopo. Altrimenti tutti rimarranno con un mosca in mano pubblico e privato.Vedi che no è facile per un Sindaco affrontare tale questione, perché è bisognosa di indirizzi giuridici per la sua complessità perché oggi la corte dei conti e la Procura della Repubblica è sempre dietro l’angolo.

    Quello che è criticabile è il comportamento tenuto dal soggetto citato tenuto in confronto dell’amministrazione che è deplorevole non quello tenuto dall’organo Pubblico costretto ad agire nel rispetto della legge e del diritto nonchè nell’interesse pubblico ,per non esserne ritenuto colpevole di non averlo fatto. Perché i lavori si badi bene saranno unicamente gestiti e controllati dall’organo comunale , e non da privati come si era sperato illusoriamente di ottenere.

  • redazione scrive:

    Commento di Angelo Mattia Rocco:

    Gentile Sig. Molinaro,
    forse mi sono espresso male o sono stato frainteso nell’esposizione precedente. Nel commento di prima ho fatto esplicito riferimento al “bene pubblico” e non ho omesso che per esso si possa superare quello del privato…tuttavia ho solamente puntualizzato che per farlo la legge mette a disposizione degli strumenti precisi. Se come in precedenza mi parlava di “sgombero” non riuscivo a seguirla o essere in accordo, ma adesso che mi parla di “esproprio” posso dirle di essere in accordo con lei.

    Come vede non volevo generalizzare un argomento ma solo entrare nel merito di piccole accortezze legali.

    Per quanto riguarda poi il discorso dei 12 anni di continuazione dell’attività del Concessionario, forse mi sono nuovamente espresso male. Il mio riferimento alla “procura” era semplicemente dovuto al fatto che si asseriva che nonostante la convenzione fosse scaduta,vi fosse (a questo punto non si sa come) una società attiva abusivamente. Se cosi fosse stato, si presumeva una sorta di accordo nascosto con l’ente, ma siccome cosi non è, evidentemente la concessione non è terminata.

    Un ultimo riferimento volevo farlo sulla famosa sentenza del TAR. Da come ho cercato di informarmi sulla vicenda continuo a non vedere la famosa sentenza nel merito e la lettera inviata dal Comune al Concessionario pochi giorni fa, conferma (quindi è la stessa amministrazione che lo fa) che si tratta di una inammissibilità del ricorso e non decisione nel merito del ricorso.

    La differenza è sostanziale! Inammissibilità in questo caso, si intende che il ricorso suddetto non andava presentato sulla lettera del 2002 ma su quella del 2000. Pertante il TAR non poteva pronunciarsi…nient’altro.

    In ogni caso restiamo in attesa di una risoluzione che porti il nostro Laceno al posto che merita nel panorama regionale e non solo.

  • redazione scrive:

    Ulteriore riflessione di Nello Molinaro:

    Le seggiovie : Il peccato “originale dell’uomo” è di sentirsi onnipotente –
    Viene denominata dal sig.Pagnini assurda vicenda , senza comprendere che se si è arrivati a ciò, lo stesso ,non è manchevole di colpe, e continua persistentemente ad offendere, è la sua impulsività che lo porta a non comprendere il significato di ragionare . Infatti molti uomini a causa del loro credere di sapere hanno il difetto di voler imporre a tutti le loro deduzioni calpestando e non ascoltando quelle degli altri, senza comprendere che il loro comportamento produce unicamente risultati e gioie illusionistiche : ma chi scrive odia i buffoni che per mancanza di saggezza hanno bocche senza freno., con cui continua ad offendere senza conoscere il contraddittore in cui intravede unicamente un nemico, e non ammette che si ragiona sulla questione, rendendosi stomachevolmente ripetitivo nel voler imporre forzosamente le proprie idee , senza comprendere che la questione e delicatissima, ed è in gioco lo sviluppo ed il progresso della comunità Bagnolese, che non può essere barattata con lo scopo di lucro del privato. Nella situazione in cui ci si trova la cosa migliore è non alzare barricate, e non propagandare il contenzioso perché gli errori sono stati fatti e della superficialità dell’ente pubblico negli anni se ne è approfittato. Ed anche se in ritardo il vice sindaco Sig.ra Vivolo assumendo un comportamento politicamente non coerente per la carica politica assunta che gli imponeva di avanzare le proprie ragioni oppositive nell’ambito delle convocazioni assembleari del proprio gruppo in modo di non dichiarare di non conoscere l’atto e la sua emissione, mettendo , in tal modo,in cattiva luce i compagni di gruppo, in forma impropria si è estraniata dall’emanazione dell’atto di revoca a firma del Sig.Sindaco e dell’Ing. Bello responsabile dell’ufficio ,non approvandolo ed aprendo uno spiraglio di accordo con la società privata , che anche chi scrive riterrebbe coerente con la situazione venutosi a creare al fine di eliminare ogni contenzioso, però tale modalità è bisognosa di attenzione e di indicazioni giuridiche, affinchè vengano rispettato tutti i presupposti e requisiti stabiliti dalla legge, per non mettere in difetto gli organi comunali , perché la corte dei Conti e La procura della Repubblica in questi casi è dietro l’angolo, e che comunque la gestione di lavori, il controllo di spesa sia gestita dall’organo pubblico come imposto dalla legge. . Chiudo comunicando e ripetendo al Sig. Pagnini che il sottoscritto non ha nessun interesse in merito , ne alcun astio verso la società Giannoni, e lo ha dimostrato nel precedente articolo a cui ha augurato ogni bene; all’uomo Pagnini , invece, dico: chi si vanta e si loda dei propri meriti, dimostra soltanto la su vanità, costantemente alla ricerca di applausi e consensi per sentirsi superiore, migliore: Povero Illuso ! Quello che fa grande un uomo non è la vanità ma l’umiltà. Il valore di una persona si dimostra non dalle parole ma dai fatti e dalle concretezze, tutto il resto è solo fumo negli occhi per coloro che si lasciano accecare-
    Con questo ho messo la parola fine alla discussione e qualsivoglia rapporto in questa questione con la sua persona !

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