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L’equivoco sulla questione degli usi civici

26.06.2015, Articolo di Giulio Tammaro (da Fuori dalla Rete – Giugno 2015, Anno IX, n.4)

L’ idea originale, nel programmare questo numero del giornalino, era quella di dare risalto alla questione degli usi civici con una serie di approfondimenti il tutto in continuità con l’organizzazione di un “Tavolo sugli usi civici”, che da qualche tempo l’associazione sta organizzando e dove interverranno i vertici delle forze armate e delle istituzioni.  Poi però gli eventi hanno travolto l’associazione e tutto è cambiato.  Si è passati dal voler trattare un argomento di stretta attualità nel nostro paese, a doversi difendere dall’accusa di patteggiare per i boscaioli “fuorilegge”. In realtà il tutto è frutto di un equivoco, di un maledettissimo equivoco.

L’equivoco, sulla questione degli usi civici, nasce da un post pubblicato sul sito di Palazzo Tenta 39 inerente allo sfogo un di un cittadino bagnolese fermato e multato dai carabinieri. In tanti, leggendo quel post, hanno creduto che i vertici del Circolo convenivano con chi abusivamente taglia la legna in montagna. In realtà, il vero obiettivo era quello di mettere in risalto una problematica che da anni si trascina senza trovare una soluzione.  Si è dato risalto alla notizia a fronte degli oltre settanta mi piace registrati sotto il post di facebook, a dimostrazione che vi è un sentimento diffuso in paese su questo tema e che tanti concittadini reputano, la raccolta del legnatico secco all’interno del perimetro del proprio territorio comunale, un’attività lecita, senza essere a conoscenza dei regolamenti che ne stabiliscono la raccolta.

Nei giorni successivi la pubblicazione, l’associazione è stata travolta da una marea di critiche, a dimostrazione che il messaggio non era passato.  Anzi l’accusa che ci è stata rivolta era quella di essere i difensori dei “boscaioli fuorilegge” e di offendere le Forze dell’ordine. Da qui la necessità di ribadire con forza che non era nostra intenzione né difendere il nostro concittadino multato né tantomeno offendere l’arma dei carabinieri.

La verità in questa vicenda è che nel corso degli ultimi 5 anni, perché dire un lustro sarebbe stato molto riduttivo, si è discusso molto di usi civici, soprattutto in campagna elettorale tanto da influenzare l’esito elettorale alle ultime amministrative. In tanti si sono riempiti la bocca di belle parole, di altisonanti termini legali, in tanti hanno preso la parola per esprimere la propria opinione, in tanti al fresco delle “licine” della piazza, hanno crocifisso la passata amministrazione, rea a loro avviso di essere i mandanti di tale operazione. Alla prova dei fatti però siamo ed oggi, giugno 2015 e la soluzione è ancora lontano dall’arrivare. Questo perché tante volte le promesse non coincidono con i regolamenti.

La domanda che mi pongo è stata sempre la stessa. Sappiamo innanzitutto cosa si intende per uso civico? e cosa prevede il regolamento? Il termine uso civico indica i diritti perpetui spettanti ai membri di una collettività (comune) e come tali, su beni appartenenti al demanio, o a un comune, o a un privato. Sono di origine antichissima e si collegano al remoto istituto della proprietà collettiva sulla terra. Il contenuto di questi diritti è assai vario: facoltà di pascolo, di alpeggio, di far legna, di raccoglier fronde o erba, di spigolare perfino di seminare. Il regolamento per l’esercizio degli usi civici nel Comune di Bagnoli Irpino prevede norme che riguardano: la raccolta di funghi, tartufi, origano, fragole e tutti i prodotti del sottobosco; l’uso civico della coltivazione delle terre demaniali e l’uso civico del legnatico sul secco e sul morto.

In merito alla questione del legnatico il regolamento prevede che si può raccogliere la legna secca ma per secco si intende la legna giacente a terra e priva di qualsiasi legame con la ceppaia o le radici.

Come si evince, leggendo il regolamento, anche se è un diritto dei bagnolesi raccogliere la legna secca, ci sono delle norme da rispettare e non tutto ciò che è secco si può raccogliere senza previa autorizzazione delle autorità competenti.  Occorre precisare che è in atto una modifica in tal senso, ossia la possibilità di poter tagliare il secco in piedi inferiore a 16 cm. Il tutto è al vaglio della Regione nel frattempo le ipotesi si sprecano. E’ arrivata dunque l’ora della soluzione, non c’è altro da dire se non mettere la parola fine a questa vicenda che con il passare degli anni diventa sempre più pesante ed articolata e da quel che si capisce se si continua a parlare e basta, senza attuare una proposta concreta, le cose non si risolveranno mai e l’unico risultato sarà quello di continuare ad assistere al taglio indiscriminato dei nostri boschi.

                                                                                                       

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