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Aspettando un’altra sagra

09.11.2015, Editoriale di Giulio Tammaro (da “Fuori dalla Rete” – Novembre 2015, Anno IX, n. 6)

Bagnoli-Sagra-2015-109Nelle discussioni all’ombra delle licine, da circa un mese non si fa altro che parlare dell’evento Sagra e di tutti gli aspetti annessi e connessi a questo evento. Anche in questo numero di “Fuori dalla Rete” il tema predominante è la sagra. I vari scritti affrontano da prospettive diverse l’evento, tracciando nel complesso un quadro completo di quello che è ormai diventato l’evento enogastronomico campano dell’anno. Interessante in questo senso l’intervista rilasciata, al nostro giornale, dalla comandante della polizia municipale Angela Maria Biancaniello, dove affronta tutte le problematiche relative alla logistica e al piano traffico attuato proprio in occasione della sagra.

Senza entrare troppo nel merito, altrimenti vi toglierei lo sfizio di leggere poi il giornalino, e senza dimenticare il successo riscontrato anche in questa edizione, “Il Nero di Bagnoli”, o volgarmente la sagra, evento ormai spalmato su tre fine settimana e con un calendario ricco di manifestazioni, ha bisogno, come tutte le cose, di ulteriori miglioramenti. L’errore che non bisogna commettere è quello di adagiarsi sugli allori. Per realizzare un evento di eccellenza occorre la collaborazione fattiva di tutti: enti, istituzioni, associazioni e società civile. Il peso di una manifestazione che registra in termini di presenze numeri a cinque zeri, non può ricadere su poche persone, bisogna che ognuno per le proprie competenze dia un seppur minimo contributo. Senza essere catastrofici ma la storia del Laceno insegna, dell’idea utopistica di Tommaso Aulisa non è rimasto niente eppure avevamo tutte le carte in regola per realizzarla.

Oggi assistiamo invece al declassamento di Bagnoli e del Laceno a sito turistico marginale eppure doveva essere il contrario, in questa dannata provincia, dove a farla da padrone è il male di vivere, si doveva parlare di Bagnoli-centrismo, non inteso come centro di demitiana maniera, ma come unico polo turistico, centro di tutti gli eventi, invece assistiamo inermi al mancato riferimento del nostro comprensorio nella carta turistica provinciale, eppure oltre al Laceno abbiamo un patrimonio artistico invidiato da tutti. Il declassamento di questo paese lo si nota non solo dalla mancato riferimento del nostro comprensorio all’interno della carta turistica provinciale ma anche da scelte rilevatesi scellerate. Un paese che si definisce turistico ma a cui mancano i fondamentali, calcisticamente parlando, per fare turismo. La colpa non è soltanto di chi amministra ma anche di un paese che assiste silenzioso a qualsiasi torto. Il caso emblematico riguarda la chiusura della caserma dei carabinieri e lo spostamento della stazione presso la tenenza di Montella. Da quella scelta scellerata, motivata dalla mancata agibilità della storica sede che ospitava i militari dell’arma, sono trascorsi due anni e di una soluzione non si vede neppure l’ombra, eppure tutti tacciono e per qualsiasi emergenza dobbiamo attendere prima che una pattuglia salga da Montella. Un paese che si disinteressa all’accorpamento, per fortuna per ora solo un’ipotesi assurda e remota, dell’istituto comprensivo Michele Lenzi presso la sede di via Anna Frank, privando i ragazzi di tutti gli spazi didattici che oggi dispongono, riempiendo tra l’altro l’edificio come un uovo e tutto questo al solo scopo di ridurre i costi di gestione e provare a salvare l’itis ricollocandolo presso la storica struttura di largo San Rocco. Per carità niente contro l’istituto tecnico industriale di Via Tuoro ma un’altra soluzione che non danneggi l’istituto comprensivo si può e si deve trovare. Il futuro di questo paese passa attraverso la formazione scolastica e le istituzioni dovrebbero mettere al centro dell’attenzione i bisogni e le inclinazioni dei ragazzi. Vi immaginate e mi rivolgo soprattutto a chi ha dei figli in età scolastica, una scuola dove bambini di 6 anni devono condividere spazi con ragazzini di 14 anni? vi immaginate una scuola dove non ci sono aule per i laboratori? ma che scuola orrenda.

È finito il tempo delle chiacchere, la sagra è passata e prima di un anno non ritornerà.

                                                                                                       

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