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Bagnoli: più pinacoteche, meno paninoteche

15.11.2014, Articolo di Federico Lenzi (da “Fuori dalla Rete” – Novembre 2014, Anno VIII, n.5)

Un tempo esisteva nel nostro paese un’eccezione. Un’anomalia nell’ordinaria passività quotidiana in cui vive questo magico abitato. Esisteva un’iniziativa dinanzi alla quale dovevamo unicamente posare la penna ed applaudire. Tuttavia essendo l’eccezione che rompeva gli infiniti trend negativi e che stonava con la lunga serie di potenzialità non sfruttate di questa terra, non doveva essere e tuttora non è più.

La selezione darwiniana bagnolese che manda avanti solo il peggio distruggendo quanto di buono abbiamo non poteva smentirsi! Ed ecco, che questo nostro piccolo vanto è diventato la solita vergogna che spinge all’indignazione: è stata soppressa e non se n’è mai più parlato con determinazione. E’ diventata come una freccia da scoccare in campagna elettorale e che giace per il resto dell’anno in un umido scantinato. Non c’è molto da meravigliarsi, se tra i mille problemi di mancato sviluppo che affliggono la nostra comunità questa sia finita in coda agli interventi urgenti e necessari.

Stiamo parlando della compianta pinacoteca comunale. Nel “Palazzo della Tenta”, ex-municipio, erano sempre stati conservati ed esposti un centinaio tra quadri e piatti dipinti da Michele Lenzi e in minima parte anche da Achille Martelli o da autori ignoti bagnolesi. Questi cimeli non avevano soltanto una funzione d’abbellimento, ma erano un ricordo alla Bagnoli che fu e un omaggio alla memoria di uno dei più illustri personaggi della nostra storia. Le opere di Michele Lenzi appartengono alla “Scuola di pittura Cortalese” fondata con Cefaly in Calabria. Queste opere vanno inscritte in quella fascia di pittori minori discriminati in favore dei pittori del Nord e che in questi anni s’iniziano a riscoprire per il loro reale valore! Ricordiamo soltanto che ai suoi tempi quelle opere erano nelle maggiori esposizioni d’arte nazionali! La fama del Lenzi pittore fu oscurata dal Lenzi politico, ma lo ritroviamo anche sui principali giornali e scritti d’arte dell’epoca (ad esempio in “L’arte moderna in Italia” della principessa Della Rocca). A questo si aggiunge che dopo la morte le opere siano state custodite gelosamente dai possessori o non comprese dai locali antiquari. Opere del Lenzi vengono tuttora esposte presso il “Museo di S.Martino” a Napoli, il “Museo di Capodimonte” sempre nella città partenopea, il “Museo provinciale di Catanzaro” in Calabria, nelle collezioni di “Palazzo della Prefettura” ad Avellino e di “Palazzo della Provincia di Napoli”; ma a Bagnoli Irpino no!

Nel decennio appena trascorso alcune amministrazioni si mossero per ottenere il riconoscimento come museo e sotto la giunta Di Mauro si ebbe l’inaugurazione della pinacoteca comunale. Ciò fu reso possibile dal finanziamento della regione che coprì i due terzi delle spese, lasciando che il municipio si accollasse il restante terzo. Nell’ex sala consiliare fu realizzata un’area espositiva installando un sistema d’allarme, una migliore illuminazione e teche di vetro per proteggere le opere. Per la prima volta il nostro paese era riuscito ad esporre e valorizzare parte del suo immenso patrimonio artistico. Si aveva un polo espositivo piccolo, ma di qualità. Un bel passo avanti sia nel panorama provinciale e sia nel nostro paese. Avevamo una pinacoteca aperta tutto l’anno che andava ad ampliare le potenzialità turistiche del comprensorio Bagnoli-Laceno. Una pinacoteca che doveva essere presa come stimolo per creare un sistema turistico che andasse oltre la sagra. Si poteva iniziare a far leva sulla sagra per pubblicizzare l’apertura di altri musei per l’arte sacra e per esaltare/promuovere i prodotti tipici locali con tutto il mondo che attorno ad essi ruota o ruotava. Insomma, una bella base di partenza per iniziare a sviluppare il paese già delle piccole cose e senza aspettare invano gli ingenti finanziamenti necessari al rilancio.

In soli dodici mesi i risultati furono eccellenti con ben duemila visitatori che pagarono un biglietto simbolico di cinquanta centesimi. La struttura attirava a Bagnoli le scolaresche della provincia che, recandosi al Laceno, facevano tappa in paese per visitarla insieme al coro; ma la fetta più importante di utenza era data dai tanti appassionati d’arte e da coloro che nel week-end si spingono alla scoperta delle aree interne della Campania.  Secondo la già menzionata tradizione autolesionista bagnolese questo piccolo successo non doveva essere e, infatti, dopo un anno di attività furono annullate più di cinquecento prenotazioni per smantellare il tutto.

Perché smantellare un’opera pagata anche con fondi comunali che aveva avuto una buona riuscita? Per creare il “Punto Informa Giovani”, opera mai terminata e mai utilizzata da nessuno. Inoltre, è un ossimoro: su cosa bisogna informare i giovani di Bagnoli se le uniche politiche di successo sono sempre state per lo più rivolte agli anziani e non si sono mai visti piani di sviluppo e di rilancio della depressa economia locale? Su come emigrare? Se questa cosa doveva necessariamente sorgere in quel preciso luogo, almeno si poteva trasferire la pinacoteca in un’altra sede. Invece, si è pensato di spostare facilmente il tutto in uno scantinato del nuovo Municipio. Dopo essere stati per tantissimi anni esposti in quella sala è bastato valorizzarli per farli finire da un giorno all’altro nell’oscurità di uno scantinato. Riusciranno tutti questi cento e passa cimeli a rimanere tutti ed integri lì fino a nuove disposizioni? Ai posteri l’ardua sentenza.

Non ci resta che sperare che prima o poi qualche matto decida ancora di occuparsi di cultura partendo dalle tante piccole cose che fanno grande una località e ripristini quell’eccezione positiva nella Bagnoli dei controsensi. Intanto a quei paesaggi, a quelle scene di vita quotidiana, a quei ritratti di un epoca che fu non resta che prender polvere. Per ora non ci resta che concludere affermando che questo non è un paese per pinacoteche, ma soltanto per paninoteche!

P.S. Riscopriamo il bello ed il risorgimento… prima che sia troppo tardi!

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Alcune delle opere presenti nella ex Pinacoteca ….


                                                                                                       

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