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Di miti, di fiabe e di altre sciocchezze

23.03.2016, Articolo di Alejandro Di Giovanni (da “Fuori dalla Rete” – Marzo 2016, Anno X, n. 1)

film-parenti-serpentiLa nostra memoria collettiva giace nell’infinita narrazione tramandata e messa in opera in ogni epoca, narrazione da sempre elemento centrale per lo sviluppo di una cultura, per la trasmissione dei valori condivisi, per la definizione degli spazi sociali.

La narrazione è ovunque, tutto è narrazione, anche gli esseri umani lo sono. Ogni aspetto o ambito della natura è culturale, perché noi vediamo la natura dal punto di vista della cultura di appartenenza, da una prospettiva che nulla ha a che fare con la dicotomia pro-natura o meno, perché non c’è nulla di naturale per chi è socialmente e culturalmente determinato come l’uomo.

Partendo da questi presupposti, si potrebbe già smontare l’intero castello di sabbia realizzato dagli invasati cattolici e destrorsi abbagliati dal mito della famiglia tradizionale e dalla fiaba dall’incipit “secondo la legge della natura…”. Bene, il concetto di famiglia tradizionale ha radici e affermazione del tutto culturali e sociali, e non deve essere confuso col concetto di procreazione, non c’è nulla di naturale e istintivo nel voler una famiglia tradizionalmente intesa, piuttosto, è ascrivibile al modello culturale adottato, all’identità collettiva formatasi sulla base della narrazione.

Le narrazioni, nella loro messa in opera, non sono altro che attualizzazioni di un mito, di un sistema di credenze, seduzioni e inganni. Come ha scritto Roland Barthes, il mito deforma, non è né menzogna né confessione, è un’inflessione, appartiene al verosimile, alla poesia piuttosto che alla storia. Ogni narrazione deifica persone e azioni trasformandole in eroi e gesta, dalle storie narrate nei libri a quelle passate al cinema o in tv, la loro biografia diviene leggendaria, forgiando determinati valori e immagini del mondo.

La famiglia tradizionale, baluardo di una visione conservatrice della società, è un mito, un mito reso inattaccabile da migliaia di anni di narrazioni e fiabe che, a forza d’essere propinate, l’hanno reso quasi un concetto naturale e imprescindibile, con la sua prorompente forza seriale. Credere o no in forme di riconoscimento familiari alternative sulla base di una presunta riconoscibilità biologica del nucleo “padre-madre-figli”, equivale a scambiare il mito perpetuato dalla narrazione, e consolidato dai custodi della produzione e distribuzione a favore di un dominante conservatorismo culturalmente cattolico, per un sacrosanto vincolo di natura. Di naturale non vi è nulla dal momento in cui si viene al mondo, in quel momento, noi diveniamo un corpo sulla quale si impregna la narrazione, il mito, la cultura, dove noi abbracciamo fin dal nostro primo vagito l’identità profonda di una società tanto nella sua dimensione immaginaria, quanto nella sua sensibilità, sia negli slanci onirici e istintuali, sia nella razionalità.

Se vi basate sulla morale religiosa, beh, allora la narrazione del mito emerge dai testi “sacri” in tutta la sua più eclatante mistificazione e deificazione, qui i contorni della fiaba si fanno ancora meno sfocati (d’altronde, la questione naturale o meno deriva proprio da retaggi cattolici, che in questo caso la rivendicano, e nel caso dell’eutanasia se la rimangiano, essendo l’uomo mantenuto in vita solo grazie a macchinari, una sorta di concetto naturale della vita a convenienza).Se dovessimo giudicare la condotta di persone cresciute in famiglie tradizionali “ideali”, scopriremmo che i mostri nidificavano lì, ma che potrebbero nidificare in qualsiasi altro tipo di famiglia diverso, come quello formato da due genitori dello stesso sesso.

La differenza allora non la fa il fatto meramente culturale e tradizionale di avere genitori uomo-donna o genitori uomo-uomo o donna-donna, piuttosto, di avere due buoni genitori, fattore assolutamente prescindibile dalla questione di genere di uno o dell’altro. L’amore rappresenta già una costruzione culturale di per sé, nella sua impostazione, nel numero (due), nei generi (donna+uomo), la famiglia tradizionale “mulino bianco”, invece, sempre felice e unita, rappresenta oramai un modello non più credibile come unico e ideale. I miti di una volta, pian piano, stanno lasciando il campo ai miti d’oggi, che non sostituiscono quelli di un tempo, ma quantomeno li affiancano e ne minano il dominio, mettendo in discussione paradigmi di un conservatorismo che oramai sta venendo giù (in Italia molto a fatica).

Se mettessimo da parte i miti, le fiabe e le altre sciocchezze, se pensassimo in maniera lucida, umana, onesta e distaccata, riusciremmo probabilmente a creare nuovi miti e narrazioni, di gran lunga più nobili e meritevoli di emulazione di quelli del passato, basati sull’empatia, più che sulla discriminazione. Siamo tutti figli surrogati di una sola maternità culturale e sociale: come, da chi, con quali generi, non farà di noi uomini peggiori o migliori; la cultura, i valori condivisi, la forma mentale della società, è su queste cose che i miti giocano e si scontrano per il futuro dell’umanità, su queste deve convergere la narrazione se aspira davvero ad un mondo diverso, di questo dobbiamo scrivere, parlare, rappresentare.

Fermarci a ciò che è giusto o meno secondo sedicenti impostazioni naturali e miti del passato, significherebbe riaffermare una vecchia, consolidata e univoca visione, quella di un mondo antico, sbagliato e ingiusto, mondo che stiamo cercando in tutti i modi, a fatica, di cambiare.

                                                                                                       

4 Commenti »

  • antoniochieffo scrive:

    Non dico che devo difendere il punto di vista cattolico, certo per un agnostico come me è arduo, ma la tua opinione sulla famiglia e su come essa debba essere basata rappresenta, secondo me, una ulteriore opinione alquanto ed ugualmente opinabile. Infatti non vedo proprio perché il mondo antico, così come lo chiami tu, debba essere sbagliato e ingiusto e perché debba essere cambiato (o almeno non dai e, forse, non sai dare, nessuna ragione perché il mondo antico debba essere cambiato).

    Ti ergi a sacerdote di una visione lucida, umana, onesta e distaccata, ma non si capisce da dove viene questa visione di cui possiedi le verità…… E poi non è vero che i valori del passato sono basati sulla discriminazione…. Se prendiamo alla lettera il messaggio di Gesù è vero proprio il contrario…. La chiesa ha fatto tanti errori (anzi tantissimi, anzi ancora di più), ma ha fatto anche tanto di buono…. La società occidentale stessa è basata sul cristianesimo è inutile negarlo, molti dei nostri valori sono valori cristiani.

    Probabilmente sei giovane, e come tutti i giovani pensi “noi siamo il nuovo…. Il vecchio buttiamolo tutto nel cesso” , io invece ti invito ad essere meno astioso nei confronti del passato e cercare di recuperare ciò che di buono è stato narrato….

    Che la chiesa si sia appropriata in un certo senso del valore della famiglia e lo abbia usato a proprio vantaggio è vero, del resto è ciò che fa sempre storicamente…. Tuttavia i valori della famiglia, intesa come famiglia tradizionale, vanno al di là della chiesa e del cristianesimo. L’esempio più eclatante è quello relativo alla famiglia Romana (cioè degli antichi Romani) quando ancora il cristianesimo non si era affermato, che aveva comunque un assetto simile a quello odierno. Quindi, anche in questo caso, non è vero che i valori della famiglia emergono dai testi sacri… ma quando mai… Il concetto di famiglia, contrariamente a quanto dici e contrariamente a ciò che credono i cattolici, va al di là di tutte le credenze e dei miti.

    Il concetto di famiglia emerge dal nostro passato, inteso come passato remoto, quando ancora l’uomo era coperto solo di peli o al massimo di qualche pelliccia (chi può saperlo). L’evoluzione della specie Uomo, io credo, ha fatto si che si creassero le condizioni affinché l’instaurarsi di rapporti familiari tra uomo-donna-prole portasse a vantaggi di sopravvivenza della specie rispettivamente all’ambiente in cui viveva la specie stessa. In quel momento è nata la famiglia…. La memoria genetica e, poi, culturale ha fatto il resto.

    Ma come deve essere fatta la famiglia del terzo millennio??? Da quali componenti??? Chi può dirlo???

    La mia opinione è: le vie dell’evoluzione (chiaramente in questo caso anche evoluzione culturale) sono infinite….

    P.S. Dichiaro che anche la mia (come del resto la tua) è una narrazione.

  • Alejandro scrive:

    La narrazione della famiglia tradizionale, nella sua accezione “naturale”, rappresenta una visione egemone perpetuata dal cristianesimo, i romani e prima di loro, è risaputo, adottavano le forme più svariate di concetto familiare (tradizionale, omosessuale, bisessuale, poligamo, monogenitoriale…). Il concetto di famiglia tradizionale non nasce dal cristianesimo, ma proprio dal cristianesimo si avvia un discorso di cosa è naturale e cosa non lo è, determinando l’attuale egemonia della famiglia tradizionale alla quale oggi tanto siamo attaccati. Ho scritto che spero in forme di narrazione alternative, sempre più numerose, perché il mondo antico ci ha lasciato in eredità un modo di pensare che lascia poco spazio a pensieri diversi su questo terreno (e non solo). La rappresentazione di forme diverse familiari oggi incomincia finalmente a vedere la luce, e io non dico come devono essere, devono solo essere narrate per come sono, non per come dovrebbero essere, non solo tradizionali (modello esemplare di felicità e intaccabile condotta etica). La secolarizzazione ha liberato le culture da tale dogma mentale in molti stati già, spero possa accadere anche dalle nostre parti quindi. Non mi ergo a sacerdote che detiene la verità, non te lo concedo poiché non lo faccio intendere, è il mio pensiero e lo vendo per tale, e il fatto che sia più giovane di te non può in alcun modo mettere in discussione la validità del suddetto pensiero.

  • antoniochieffo scrive:

    Ben vengano i giovani e il loro pensiero (quando c’è e non mi riferisco a te). Comunque non mi sembra di aver scritto che il tuo in quanto giovane non sia valido o meno valido di quello di uno meno giovane. Hai capito o letto male. Ma lasciamo perdere…
    Nemmeno critico, in generale, che il concetto di famiglia tradizionale vada rivisto alla luce dei nuovi modelli che anche in altri stati si vanno affermando. Certo, io ci andrei comunque con i piedi di piombo…
    Ma la discussione diventerebbe troppo lunga…
    Quello che ho criticato è la chiusura totale e ostracizzante che hai mostrato (per il vero soprattutto nel tuo primo intervento), verso il “pensiero cristiano-cattolico” rispetto al concetto di famiglia. Relativamente alla tua critica verso il mondo cristiano hai mostrato a tua volta di vestire i panni di un sacerdote e hai scagliato anatemi: “Se mettessimo da parte i miti, le fiabe e le altre sciocchezze, se pensassimo in maniera lucida, umana, onesta e distaccata, riusciremmo probabilmente a creare nuovi miti e narrazioni, di gran lunga più nobili e meritevoli di emulazione di quelli del passato” “Se vi basate sulla morale religiosa, beh, allora la narrazione del mito emerge dai testi “sacri” in tutta la sua più eclatante mistificazione e deificazione”…..
    Tali affermazioni sono degne (nella loro forma) di condottieri del passato spesso narranti in piazza Venezia, secondo il mio modesto parere…
    Solo per precisare.
    P.S. Tutti i pensieri sono validi anche quelli cattolici ed anche quelli della tradizione.

  • Alejandro scrive:

    Il mito della famiglia sacra tradizionale deriva da un retaggio millenario che affonda le radici nel cristianesimo, sono solo contrario al pensiero unico (o dominante), così auspico alternative forme di rappresentazione narrativa (e quindi di pensiero), meno anacronistiche, che meglio si sposano con le reali disposizioni e con un paese che si professa pienamente progressista e moderno. Contesto al mondo antico questo, una sorta di dittatura del pensiero su tali questioni, che ha adoperato (erroneamente a parer mio) la questione morale (della natura e di Dio) per far dilagare un precetto che oggi imbarazza, da italiano, persone come me. Spero di essermi spiegato meglio, convinto che le nostre posizioni sono più vicine di quanto non pensiamo.
    Saluti

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