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Il viaggio è come la vita

09.07.2014, Articolo di Amalia Trillo (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2014, Anno VIII, n.3)

Il viaggio e’ come la vita: il percorrerla con errori e soddisfazioni, alla fine arrivare quasi alla meta e guardare indietro con un senso di compiutezza. Nel mio percorso hanno avuto tanta importanza i miei genitori che vivevano a Bagnoli. Fino a dieci anni sono stata la figlia del sindaco, farmacista: mio padre. La sua figura mi ha accompagnato per tutta la vita. Amava il suo paese ed il suo sviluppo senza interesse alcuno: ha fatto molto per Bagnoli.

L’acquedotto e le prime case popolari furono opere da lui compiute. La sua figura e’ stata sminuita perchè i venti erano sfavorevoli alla sua linea politica: perse le elezioni e chi venne dopo perseguì le linee già tracciate da lui.

Intanto io ero partita per seguire i mie studi: a quindici anni, la sua perdita, ci furono sul mio percorso degli oneri che mi furono imposti. Dopo varie vicissitudini eccomi alla funzione del farmacista, a mia volta: un ruolo che in un piccolo paese rappresenta un impegno civico che bisogna gestire con sensibilità, conoscenza e modestia. Ancora oggi, dove le informazioni necessarie sono fruibili a tutti, la figura del farmacista rimane un importante riferimento e continua a essere una forma di presidio sanitario all’interno della comunità.

Per anni ho condiviso-conteso questo ruolo con Ludovico, mio marito. Per anni, insieme, ci siamo sentiti al servizio della comunità tutta. Oggi sono affiancata da una figura professionale valida e paziente. E’ quotidiano il nostro impegno per supplire ai bisogni delle persone e al loro diritto alla salute.

Da questa prospettiva, non sempre facile ma umanamente stimolante e ricca, ho sempre osservato le sorti del paese. Da questa prospettiva ho cercato di contribuire a esperienze come quella di Palazzo Tenta. L’obiettivo dell’associazione è quello di preservare la storia, le tradizioni, purtroppo, non è sempre perseguito. Perchè? Perchè il bagnolese è borderline, si nasconde, non partecipa, adduce come scusa che tutto è motivato da inclinazioni politiche, interessi reconditi. Tutti potrebbero partecipare se avessero amore per Bagnoli e non per loro stessi.

Purtroppo Palazzo Tenta è stata etichettata fin dall’ inizio ed è come una macchia che si porta dietro. Ci sono stati tanti eventi preparati con amore, entusiasmo e sacrificio dal primo presidente Mimmo Nigro. Bagnoli sarebbe stata una piccola chicca, se la “competenza”, si fa per dire, di architetti, ingegneri, geometri non l’ avesse sfigurata, facendole perdere la sua identità.

Il castello dei Cavaniglia ci accoglieva all’ inizio del paese; ora la sua vista è oscurata dal cemento. Il campanile di San Domenico ancora si vede nella sua imponenza, ci fa compagnia, il solo guardarlo è un nostro punto fermo. I due sgorbi edilizi che dal terremoto l’ affiancano sono l’ espressione tangibile del fallimento delle nostre generazioni.

                                                                                                       

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