Articoli

Raccolta di articoli, opinioni, commenti, denunce, aneddoti e racconti, rilevati da diverse fonti informative.

Avvisi e Notizie

Calendario degli avvenimenti; agenda delle attività; episodi di cronaca, notizie ed informazioni varie.

Galleria

Scatti “amatoriali” per ricordare gli eventi più significativi. In risalto volti, paesaggi, panorami e monumenti.

Iniziative

Le attività in campo sociale, culturale e ricreativo ideate e realizzate dal Circolo “Palazzo Tenta 39” (e non solo).

Rubrica Meteo

Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

Home » Articoli

La magia del teatro tra i banchi di scuola

24.08.2011, Articolo di Maria Varricchio

Il 9 giugno, presso il cinema comunale di Bagnoli Irpino,  gli alunni delle classi quinte della scuola primaria sono stati i protagonisti dello spettacolo teatrale  “Incontri”,  tra l’emozione dei genitori presenti in sala e lo sguardo divertito degli altri alunni dell’Istituto comprensivo.

La recita è stata il frutto conclusivo di un laboratorio cui hanno partecipato i bambini durante tutto l’anno scolastico appena trascorso. Il progetto, fortemente voluto dal Dirigente Scolastico Luciano Arciuolo e dalle insegnanti Cristina Russomanno e Michela Boccella, è nato dalla collaborazione con l’attore di teatro Salvatore Mazza che da diversi anni propone alle scuole della provincia percorsi laboratoriali incentrati sulla drammatizzazione.  Certo, la fase finale ha rappresentato il momento di maggiore soddisfazione per i bambini  e le maestre , nonché di condivisione del lavoro fatto,  ma la sfida vera e, perché no, la parte più divertente, è stata la preparazione di questo spettacolo, un percorso in cui gli alunni hanno sperimentato la complessità  della comunicazione verbale in un contesto non scolastico, hanno lavorato sull’intonazione vocale, sulla mimica e sul linguaggio del corpo, ma soprattutto hanno vissuto un’esperienza fortemente aggregante, grazie all’elemento della socializzazione che il mondo del teatro  naturalmente ha in sé.

Un altro aspetto significativo del laboratorio è stato quello linguistico con l’uso consapevole del dialetto, quale canale di trasmissione di detti e racconti della nostra tradizione; in tal senso è stata preziosa la collaborazione con il Prof. Aniello Russo, esperto di dialetto irpino, che da sempre profonde il suo impegno di scrittore per la valorizzazione di un patrimonio locale straordinario, che è parte integrante della nostra identità.

Ma veniamo allo spettacolo.

La stazione, luogo d’ “incontri” per antonomasia, fa da sfondo alle vicende.  La  voce  cristallina di un’alunna,  nei panni di un’edicolante che tutto osserva e commenta, è il filo rosso che lega le varie storie, vicine e lontane nel tempo, scene di vita quotidiana che pizzicano tutte le corde del cuore. Sul palco si alterna una varia umanità: madri troppo sorde alle prese con figlie e serve fin troppo sveglie; casalinghe quasi disperate in cerca di un minuto di gloria televisiva; simpatiche nonnine che con i proverbi provano a trasmettere un’intramontabile saggezza popolare; mariti che hanno scoperto come zittire mogli esagitate; mamme   che intonano le  struggenti nenie  di una volta; viene scomodato persino San Francesco che, cantando, racconta la sua storia.

Gli spettatori ridono e si emozionano di fronte alla disinvoltura, accompagnata  da qualche gaffes (per fortuna: c’è qualcosa in più da ricordare) , di questi attori in erba che trasportano indietro nel tempo e fanno vivere la magia del teatro che racconta la vita.

Uno dei momenti più belli di tutta la recita è stata la trasposizione del racconto “Lenta agonia”, tratto dal libro “Dieci volte novanta” di Luciano Arciuolo. Una talentuosa alunna, dall’impressionante presenza scenica, con voce tremante e passo malfermo ha interpretato il dramma di zia Assunta, la vecchietta  che chiede al Sindaco l’autorizzazione di andare a vivere anzitempo nel cimitero gli ultimi giorni che le restano.

Vecchiaia e solitudine raccontata dai bambini: anche questo è fare scuola.

La bellissima poesia di Pablo Neruda “ Lentamente muore”, con l’invito a non percorrere sempre i medesimi sentieri,  ad arrischiarsi sulla via dell’ignoto, a  vivere le emozioni, a non aver paura di inseguire i propri sogni, chiude splendidamente lo spettacolo.

Che altro aggiungere? È un’esperienza “che s’ha da rifare”.

La foto

                                                                                                       

Lascia un commento!

Devi essere logged in per lasciare un commento.