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Illuminiamo la CROCE sul Monte Piscacca

24.12.2011, Articolo di Domenico Bernardo

L’illuminazione sarebbe anche un gesto di riconoscimento per la “FAMIGLIA GATTI” che tanto amore ha dato al nostro paese.

Sono passati circa 60 anni da quando il Comm. Ing. Giuseppe Gatti, nostro concittadino, ebbe la lungimirante idea di far erigere, a sue spese, la croce che trionfa sul monte Piscacca (Foto n.1). Col passar del tempo, a causa di un fulmine o per mancanza di manutenzione, per diversi anni, la croce, non si vide più. Dopo circa 15 anni non ce n’era più traccia.

Fortunatamente dopo un pò di tempo riapparve con grande gioia dei bagnolesi (Foto n.2). Successivamente scomparve di nuovo e si pensò ancora a causa di un fulmine. Quella volta fu grazie all’amico Angelo Chieffo e ad alcuni suoi amici che con spirito di sacrificio e a loro spese la riposizionarono come la vediamo oggi. Negli ultimi anni sempre il signor Chieffo con alcuni suoi amici ha, in occasione del 3 maggio, festa della croce e del venerdì santo, provveduto a illuminare la croce servendosi di un generatore.

Meditando per un pò di tempo sulla storia della croce mi è parso doveroso e giusto lanciare, con questo mio intervento, la proposta di illuminarla per tutto l’anno. Mi appello al Comitato per i festeggiamenti dell’Immacolata perché si faccia carico di portare a termine questo progetto. Con la volontà di tutti i bagnolesi, vicini e lontani, l’operazione, con le tecnologie attuali (pannelli solari), avrebbe un costo economico irrilevante e sicuramente un suggestivo effetto visivo. La croce illuminata sarebbe visibile da tutti i paesi limitrofi.

L’illuminazione della croce sarebbe anche un gesto di riconoscimento per la famiglia Gatti che tanto amore ha dato al nostro paese. Desidero ricordare all’attuale generazione che Giuseppe Gatti fu autore di molte opere lodevoli e quindi degne di essere ricordate.

Nel 1939 a memoria dei fratelli Serafino e Vittorio Gatti fece pavimentare la Chiesa Madre. A ricordo di quell’avvenimento vi è nella chiesa madre un mezzo busto di Serafino Gatti. C’era anche una lapide ma dopo il restauro del 1980 non è stata più rimessa.

Nel 1946 circa, a sue spese e su un terreno di sua proprietà, iniziò i lavori del campo sportivo che fu completato in pochi anni a memoria di Vittorio Gatti e donato al popolo bagnolese. Ricordo la sua empatia in quanto vedendo lo sforzo degli operai che a quel tempo lavoravano con pala, pico e carriola, per alleggerirgli la fatica pensò di far venire un piccolo vagone a spinta per far spostare il terreno. In quegli anni la paga era di circa 100 lire mensili. La portata di quella iniziativa era straordinaria. Basti ricordare che a quel tempo il campo sportivo, in tutta la provincia, c’era solo a Bagnoli Irpino.

Successivamente verso il 1948, sempre a sue spese, costruì l’asilo collegato all’ex monastero in Via Roma. L’amore per il proprio paese non si fermò, infatti fece venire da vicino Napoli due fratelli decoratori per far decorare la chiesa intitolata al Sacro Cuore di Gesù in Via Roma (ex monastero). In quegli anni, un nostro concittadino Salvatore Scolavino, da poco scomparso, che già si esercitava nel disegno presso il pittore Gustavo Trillo in Via Gargano ebbe l’opportunità di conoscere quei due fratelli decoratori facendone tesoro. Ricordo con nostalgia e stima Salvatore Scolavino perché è stato il mio primo maestro. Sempre in quella chiesa, nell’ingresso, sotto l’organo, vi era un grande cuore con due braccia incrociate che lo reggevano. C’era un grande soffitto in tela e delle borchie in chiaroscuro con un grande cornicione sempre in chiaroscuro e così anche le pareti ad imitazione marmo. Oggi sono rimasti solo gli altari e due aperture dietrostanti adibite all’ex sacrestia e il trono. La statua è depositata a San Giuseppe in attesa di essere restaurata.

Quante cose sono cambiate in peggio! Mi chiedo: “Ma la sovrintendenza si è mai interessata di Bagnoli Irpino? Chi ha vigilato su questi atti? Dove sono andate a finire quelle tele decorate del soffitto dell’ex monastero? Perchè non sono state rimesse? Perché sono state sostitutite da perline che si vedevano solo nelle “cantine” di una volta? Chi ha deciso di mettere quei termosifoni in stile moderno? Anni di lavoro e di storia cancellata!”.

Meglio ritornare al racconto delle opere del Comm. Ing. Giuseppe Gatti. Fu arteficie con il Dott. Luigi Mattioli e al Comitato per i festeggiamenti della realizzazione della Corona d’oro della Vergine Immacolata. Il Dott. Mattioli ricevette l’oro raccolto dal Comitato dei festeggiamenti e, a sue spese, si incaricò di trovare l’orafo che realizzò la Corona. Giuseppe Gatti donò le pietre e gli zaffiri. I giorni 14, 15 e 16 giugno del 1947 rimangono nei fasti della storia bagnolese. In quei giorni fu celebrata l’incoronazione della Beata Vergine Madre di Dio. Per l’importante evento Papa Pio XII inviò il Cardinale Giuseppe Bruno in seguito alla richiesta fatta a Roma dal Vescovo di Nusco Pasquale Mores di concedere l’onore della corona d’oro alla sacra immagine.

Che nostalgia provo ricordando l’emozione che suscitava l’arrivo, a Bagnoli, della famiglia Gatti. Abitava in via Gargano dove abitava il Dott. Troianiello. I figli di Giuseppe Gatti ci invitavano a giocare nel loro grande giardino. Le sere venivano allietate facendo suonare la fisarmonica a Raffaele Cella che ora vive in America. Sempre in quegli anni Giuseppe Gatti si costruì una bellissima villa che utilizzava per il soggiorno a Bagnoli. Non mancava mai alla festa dell’Immacolata di cui era tanto devoto.

Bagnoli non deve dimenticare questo uomo tanto generoso. Purtroppo, dopo aver fatto tanto per i bagnolesi, subì l’espropriazione del suo terreno e fu costretto a vendere anche la villa.

Lo spessore morale di questo concittadino è stato evidente anche in seguito in quanto ha continuato ad amare Bagnoli Irpino e i bagnolesi. Infatti nell’occasione dell’inaugurazione del campo sportivo, dopo il terremoto dell’80, venne a Bagnoli con il Colonnelo Pastore e tenne un discorso dicendo che non avrebbe mai dimenticato Bagnoli Irpino e che per i bagnolesi sarebbe stato sempre a disposizione.

Possiamo dimenticare un uomo di questo calibro? Purtroppo Bagnoli non ha saputo riconoscerne il merito.

Concludo ritornando alla croce sul monte Piscacca per evidenziare ancora il merito di Giuseppe Gatti di farla trionfare sul monte. La croce rappresenta la gloria, l’amore e la solidarietà di Dio nei nostri confronti. Anche se può sembrare profano, il sottoscritto, in quella croce ci vede anche l’amore di Giuseppe Gatti, un amore ostinato per il proprio paese e per i propri concittadini che non è stato scalfito nonostante tutto.

Possa andare a buon fine questa iniziativa.

Articolo, Illuminiamo La CROCE del Monte Piscacca, di Domenico Bernardo (5,74 mb)

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Le foto

                                                                                                       

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