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01.03.2012, Articolo di Domenico Bernardo

Circa 23 anni fa una signora bagnolese che vive in America venne a Bagnoli per vendere l’eredità lasciatagli dalla zia. Dell’eredità faceva parte anche una casa in Via Ronca con tutto l’arredamento. Siccome conoscevo già la signora, quando seppi che aveva dei mobili antichi da vendere andai a visionarli e gli proposi di vendermeli. La signora mi disse di ritornare dopo qualche giorno perché aveva degli impegni improrogabili.

Quando ritornai non trovai più i mobili. Li aveva già venduti a qualcun altro. Rimasi molto dispiaciuto. La signora mi disse di andare nel sottano vicino alla casa e di prendere due sacchi pieni di libri. Mi disse che me li regalava. Presi questi due sacchi e li portai a casa. Quando tirai fuori il materiale mi ritrovai tra le mani diversi libri antichi. Molte pagine erano state rosicate dai topi e alcune erano marcite. Misi da parte tutto il materiale in buono stato e il resto lo buttai.

Ogni tanto, nel periodo invernale, sfogliavo questi libri. Li feci anche catalogare da mio figlio. L’ultima volta che ho preso in mano questo materiale l’ho fatto con una sensazione particolare. Siccome sapevo con certezza che quel materiale proveniva dalla famiglia di Michele Lenzi cercavo qualche cosa fatta da questo nostro illustre concittadino. Ebbene con grande sorpresa e meraviglia mi sono ritrovato tra le mani una cartella con il nome del cognato di Michele Lenzi. Il nome era quello di Erminio Trillo famoso intagliatore. In questa cartella ho trovato 3 disegni a matita e 2 acquarelli di elevata fattura artistica che potete visionare nelle foto riportate. Un disegno rappresenta il famoso Coro in legno di Bagnoli Irpino dichiarato nel 1912 Monumento Nazionale. Un’altro disegno, trattasi  di un bozzetto, rappresenta uno scorcio sempre del Coro. L’altro disegno rappresenta la chiesa di San Francesco a Folloni (Montella).

Osservando con attenzione il materiale e confrontando alcuni particolari riportati in altre opere subito ho pensato al pittore Michele Lenzi. Pieno di meraviglia ho contattato l’ex assessore alla cultura Incoronata Vivolo alla quale ho esposto la vicenda.  E con lei abbiamo deciso di interpellare la critica d’arte di Napoli, prof.ssa Isabella Valenti dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che sta studiando proprio il pittore bagnolese e che ha partecipato anche al recente convegno tenuto a Bagnoli su Michele Lenzi.

Aspetto con ansia il responso della critica napoletana. Appena avrò notizie certe sarà mia cura informare il popolo bagnolese sempre tramite il circolo culturale Palazzotenta39 che ringrazio ancora per il sussidio datomi. Spero di cuore che il materiale trovato sia di Michele Lenzi perché lo voglio mettere a disposizione di tutti.

Voglio fare una lode al Sindaco di Bagnoli Irpino e a tutti i partecipanti al convegno organizzato in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia dove si è dato enfasi alla figura dell’artista Lenzi e nello stesso si è preso l’impegno di restaurare le sue opere e di fare una rassegna nella pinacoteca. Va benissimo tutto questo però bisogna anche darsi una mossa come si usa dire. L’obiettivo è stato definito ma adesso bisogna mettersi all’opera. Questo deve essere fatto in tempi brevi altrimenti tutte le belle parole rimangono solo tali e nient’altro.

Rivolgo a tal proposito un appello al sindaco: “Perché non si raccolgono tutte le opere del pittore Lenzi e degli altri uomini illustri, artisti di Bagnoli, per allestire un museo?”. Ovviamente sarebbe impossibile recuperare tutte le opere dell’artista Lenzi sparse in tutta Italia (ricordo che fu un artista molto prolifico) ma almeno quelle presenti nella provincia di Avellino. Tutto ciò sarebbe sicuramente un buon passo in avanti per la cultura e il turismo del paese.

Però c’è una cosa che mi assilla: “Perché si continua a trascurare una delle opere più importanti del Lenzi? Mi riferisco alla famosa cappella sul poggio con i relativi affreschi”. A tal proposito voglio sottolineare che tutte le amministrazioni che si sono avvicendate hanno sempre trascurato il restauro della cappella come era in origine. Hanno sempre chiesto finanziamenti per la ricostruzione dell’albergo. Praticamente l’opera del Lenzi è stata dimenticata da tutti. Quando poi di alberghi, come ho già detto in un altro articolo, ce ne sono già troppi.

Nel convegno di cui sopra si è dato molta enfasi ai suoi quadri e al loro recupero e valorizzazione. Ahimè non si è parlato e si continua, ostinatamente, a trascurare la cappella e gli affreschi, opere di inestimabile valore, nonostante le diverse segnalazioni (vedasi i vari articoli riportati sul sito palazzotenta39). Gli affreschi sono stati per tanti anni ricoperti dalle varie tinteggiature ma nessuno ne ha mai parlato. Forse si pensa che l’affresco è un’opera di valore minore rispetto ad un quadro? Non penso che siamo arrivati a questo. Voci di popolo dicono che gli affreschi e la cappella non si possono più restaurare. Perché il contesto è stato talmente cambiato che non si può più ritornare all’originale. Ancora una volta, a mio parere, si dice una cosa non vera. Ricordo a tutti che la vecchia cappella e gli affreschi sono ricoperti l’una dall’albergo e gli altri dalle tinteggiature. Basterebbe solo smantellare la struttura moderna dell’albergo per tirare fuori l’originalità della cappella che il Lenzi costruì a suo tempo e che può essere visionata anche in alcune delle sue opere esposte presso la Provincia di Avellino. Stesso discorso ha da farsi per gli affreschi.  Io penso, modestamente, che se si volesse si potrebbero restaurare e valorizzare anche gli affreschi di Michele Lenzi. Basti vedere quelli che hanno restaurato a Pompei e in altri siti. Penso che è solo una questione di volontà e di sensibilità nei confronti dell’arte e dell’artista Lenzi.Voglio rammentare che se si restaura la cappella sul poggio con gli affreschi, la grotta sottostante di San Guglielmo e si allestisce un museo con le opere degli uomini illustri di Bagnoli Irpino il nostro paese guadagnerà in cultura e turismo.

Adesso vi chiederete perché ho inserito la lapide posta in Via Gargano sulla casa dove spirò l’artista. Ebbene come possiamo leggere su di essa viene riportata la dicitura: “Fino a quando il sacrificio del cittadino alla patria sarà segno supremo di civile perfettibilità ogni buon  bagnolese commosso saluterà questa casa dove nacque MICHELE LENZI”.  Purtroppo sono rare le persone che si fermano un attimo, anche col solo pensiero, a rendere un saluto a questo nobile uomo che tanto ha dato e fatto per il nostro paese. Spero che questo richiamo possa risvegliare nelle vecchie e soprattutto nuove generazioni questo sentimento di rispetto e di riconoscenza verso questo uomo illustre di Bagnoli.

Concludo citando una famosa frase che pronuncia alla fine della trasmissione un noto giornalista della Rai: “L’UOMO NON SAREBBE NIENTE SENZA LA CULTURA E LA CONOSCENZA”.

                                                                                                       

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