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Fiume Calore, esplode la protesta

06.06.2012, Il Corriere

«Siamo arrabbiati per tutto quello che stiamo lasciandoci sfuggire in termini economici, di salute e di biodiversità che una volta persa non si recupera più». Sono le parole di Olga Addimanda, presidente del Comitato di Tutela del Fiume Calore, riprese nel primo reportage sulla situazione di criticità delle acque irpine. Il video è stato realizzato, senza fini di lucro, dal Comitato Tutela Fiume Calore e UàNm, Web Tv di lotta, con la regia di Antonello Carbone.

«Le acque irpine è il primo di una serie di reportage sul tema – spiegano dal Comitato –. I Monti Picentini rappresentano il più grande serbatoio idrico del centro sud. Le acque che sgorgano dal Terminio e dal Cervialto vengono captate dai vari acquedotti irresponsabilmente e in alcuni periodi dell’anno, l’acqua nei fiumi scompare e lascia il posto al fetore degli scarichi fognari mal depurati o non depurati. Vige tuttora il divieto di pesca, di irrigazione, tranne per i campi di tabacco, e di ogni attività umana e animale lungo i corsi dei fiumi Sabato e Calore per la contaminazione da Salmonella ed Escherichia Coli. Una situazione insostenibile che merita risposte immediate dalla politica locale e non».

Un video di circa undici minuti durante i quali si mostra il percorso del fiume con l’ittiologo Luigi Colucci e sono riportati stralci del dibattito svoltosi lo scorso sabato 12 maggio presso il teatro comunale di Mirabella Eclano. Tra questi anche le dichiarazioni di Sabino Aquino, dirigente dell’Area Idrogeologica dell’Alto Calore S.p.A., il quale annuncia che «il prossimo 19 dicembre si saprà se sarà realizzata la galleria Pavoncelli Bis che potrebbe anche determinare la scomparsa del Calore».

È importante l’opera di sensibilizzazione e sollecitazione che i componenti del Comitato stanno mettendo in essere. Intanto, le istituzioni sembrano rispondere: sabato 9 giugno, alle ore 18:00, nella sala consiliare di Mirabella Eclano, si svolgerà un nuovo incontro. Vincenzo Sirignano ha invitato i sindaci di Montella, Cassano, Montemarano, Nusco, Castelfranci, Castelvetere, San Mango, Paternopoli, Luogosano, Lapio, Taurasi, Montemiletto, Torre Le Nocelle e Venticano, per affrontare la questione e intraprendere un percorso comune. L’obiettivo sarà la costituzione di un comitato intercomunale che lavori sinergicamente per risolvere la complessa situazione del fiume Calore.

Il video

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05.06.2012, Ottopagine.it (Christian Masiello)

Dispersione idrica record, si spreca il 60% di acqua

Un piano per salvare le sorgenti e i fiumi ormai a rischio

Le cifre contenute nello studio elaborato dall’ente d’ambito di Avellino sulla dispersione idrica accertata, forniscono il presupposto per il no dell’Ato ad un aumento dei prelievi idrici a Conza e Caposele. Un no ragionevole, sottolineano i rappresentanti del Cda, perché offre una contro-proposta dell’Ato 1, già inviata alla Regione Campania in questi giorni. Avendo accertato un deficit di disponibilità idrica rispetto al fabbisogno (vedi scheda in alto a destra) di 2.350 litri al secondo per le province di Avellino e Benevento, l’Ato impone alla Campania di riflettere, prima di avallare nuove concessioni alla Puglia, che metterebbero a rischio la stessa sopravvivenza degli ecosistemi fluviali. 

Per tutelare le sorgenti, si è predisposto un piano che diversifica le fonti di approvvigionamento, riducendo i prelievi a Conza, Caposele e Serino. Avendo constatato la indisponibilità della Regione Campania a farsi carico degli investimenti necessari ad abbattere le perdite idriche di adduzione e portata (rifacendo acquedotti e impianti di captazione e sollevamento), l’Ato ha predisposto un’ipotesi alternativa che rimodula l’attuale sfruttamento di sorgenti e invasi (vedi la scheda al centro della pagina). Riducendo i prelievi su Conza e Caposele, si introduce un sistema di sorgenti minori, si rimodula Serino e si introduce l’invaso di Campolattaro, nel beneventano. In questo modo, l’Ato punta a ridurre la quantità dei trasferimenti verso la Puglia (che oggi in forza dell’Accordo firmato a Roma con la Campania è in diritto di ricevere altri 1.363 litri al secondo medi, 1.863 massimi dal lago di Conza e da Caposele), a vantaggio del fabbisogno interno, permettendo la ricostituzione naturale della risorsa. 

Sullo sfondo c’è una partita delicatissima, per ora non ancora al centro dell’attenzione, l’inquinamento fluviale. Sul caso del Calore, di cui si stanno interessando direttamente anche a Napoli, Caserta e?Benevento, per le implicazioni che questo fiume ha col Volturno, molti sindaci discuteranno a fine settimana, quando tenteranno di costituire un coordinamento istituzionale finalizzato alla salvaguardia dei suoi 108 chilometri di acque. L’alternativa a questo piano è una sola: investire in nuove reti.

                                                                                                       

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