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La fantastica esperienza del Giro a Lago Laceno

20.06.2012, Articolo di Angelo Mattia Rocco (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2012 – Anno VI, n.2)

Oltre ai commenti tecnici di una tappa che ha entusiasmato e continuerà ad entusiasmare soprattutto gli appassionati di ciclismo del sud, l’arrivo del giro d’Italia a Lago Laceno ha qualcosa in più da raccontare e da poter rivivere insieme a voi; inizialmente ero intenzionato a esprimere un giudizio sulla gara, ad effettuare un resoconto degli oltre 200 km da Sulmona a Laceno, ma ho ritenuto forse “superfluo” appesantire voi utenti con notizie già oltremodo esplicate dai media nazionali.

E cosi, partiamo da un Sabato pre-giro, un Sabato dove ancora il circuito del Laceno si presentava immacolato, senza tribune ne transenne. L’arrivo sul percorso di tappa che già negli occhi si trasformava di colori e sensazioni “future” riusciva a concretizzarsi nelle attività del posto addobbate a festa con ornamenti rosa e dettagli e particolari che rimandavano al giorno successivo.

Bagnoli Irpino con la sua Piazza Di Capua quasi in contemplazione, con la popolazione attiva e attenta a rappresentare al meglio la propria cultura e le proprie tradizioni, uno scenario reso ancor più pulsante dalla sagra del pecorino e dalla mostra mercato del tartufo estivo.

All’improvviso poi, dopo il tramonto, i preparativi cominciavano ad essere ancor più evidenti e rappresentativi di quella che sarebbe diventata una Domenica da sogno per l’Irpinia intera. Dalla webcam in diretta si riuscivano a scorgere i lavori “dietro le quinte”, le prime transenne, l’allestimento di stand e bancarelle piene di gadget ufficiali, magliette, cappellini e mascotte. La notte era viva, il cuore dell’altopiano pulsava insistentemente e le luci di mezzi e il movimento di operatori scandivano il tempo di ore infinite di attesa.

L’alba del giorno 13 si apre con un risveglio frenetico e con la voglia crescente di toccare con mano e soprattutto dal vivo, la trasformazione del Laceno; giunti nei pressi del Bar La Lucciola la tappa sembrava esser già cominciata ore prima della partenza e uno striscione di benvenuto apriva ufficialmente le danze alla giornata rosa.

Vetture di sponsor, di tecnici e giornalisti riempivano letteralmente il piazzale di via dei Prati e fino alla Taverna Capozzi, quartier generale di tappa della stampa, vi era un lungo cordone di turisti e appassionati, giunti da ogni dove pur di assistere all’evento; inoltre, il giardino della prima e storica attività del Laceno (la Taverna Capozzi ndr) veniva allestito con raffinatezza ed eleganza come un soggiorno all’aperto, immerso nella natura, dove dimostrare all’Italia e non solo, quale sia l’ospitalità dell’Irpinia, il valore dei suoi prodotti tipici e delle sue bellezze storico-culturali.

Cosi poi, dalla confusione emozionante di un arrivo atteso a lungo, l’altopiano ha iniziato a dimostrare la sua calorosa accoglienza, tingendosi sempre di più di rosa e di passione. Tribune, palco premiazione, palco studio e cartellone d’arrivo montati a tempi di record segnavano l’inizio dell’ultima faticosa e palpitante lunghissima attesa.

La carovana con la sua musica e i suoi infiniti colori sfila rapida dinanzi l’arrivo situato nei pressi dell’area di servizio e qualche istante dopo dal silenzio classico di una folla che aspetta, si passa al frastuono eccitante dell’elicottero che riprende ogni angolo del comprensorio e dei tifosi che sostengono e spingono a voce il trionfo di Domenico Pozzovivo.

Un corridore del sud vincitore della tappa più meridionale del Giro, nell’anfiteatro boschivo del Monte Cervialto e del Monte Raiamagra, sospinto dai venti provenienti dal piano l’acernese e dalla sua immensa passione per la meteorologia, non potevano che essere gli elementi vincenti e rappresentativi di una tappa che resterà per anni una pagina della storia sportiva e non solo della nostra splendida zona.

                                                                                                       

1 Commento »

  • Lucarchitec scrive:

    Esperienza bellissima, ma dopo il Giro i lavori non sono stati completati (l’illuminazione e l’asfalto sono stati cambiati solo sulla via Lucciola-Capozzi) e tutto tace per il resto, anche per gli impianti sciistici. Se la Regione in crisi totale (come possiamo vedere) ci revoca i fondi per gli impianti perchè inutilizzati, sarà la delusione più grande che si possa mai dare a cittadini e turisti che aspettano da tempo l’intervento, oltre che la morte di Laceno.

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