Articoli

Raccolta di articoli, opinioni, commenti, denunce, aneddoti e racconti, rilevati da diverse fonti informative.

Avvisi e Notizie

Calendario degli avvenimenti; agenda delle attività; episodi di cronaca, notizie ed informazioni varie.

Galleria

Scatti “amatoriali” per ricordare gli eventi più significativi. In risalto volti, paesaggi, panorami e monumenti.

Iniziative

Le attività in campo sociale, culturale e ricreativo ideate e realizzate dal Circolo “Palazzo Tenta 39” (e non solo).

Rubrica Meteo

Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

Home » Articoli

“Lu castagnitu faci la casa; la casa nun faci lu castagnitu”

24.06.2012, Articolo di Rocco Dell’Osso (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2012 – Anno VI, n.2)

Questa vecchia massima Bagnolese deve essere scolpita nella pietra. Rappresenta l’essenza di quella che dovrebbe essere la strada maestra da seguire per un efficace sviluppo economico della nostra comunità. “Li viecchi antichi” l’avevano già capita, evidentemente con il passare del tempo i Bagnolesi l’hanno dimenticata. Ma cosa significa?

Lu castagnitu” in senso metaforico è l’attività produttiva e redditizia latu sensu, ovvero una qualsiasi attività che da lavoro e produce reddito, per il proprio sostentamento e per quello dei propri familiari. Sia essa agricoltura, allevamento, artigianato, commercio, industria o altro, ci da la possibilità di vivere dignitosamente, consentendoci di accantonare risorse economiche e, alla distanza, disponiamo dei mezzi finanziari per costruirci “la casa”, per noi, per i nostri figli e volendo anche per le future generazioni. In sintesi: Lu castagnitu faci la casa!

La casa” di contro, pur garantendo un tetto sopra la testa non produce reddito, non da lavoro e non produce altra ricchezza per chi la possiede, anzi! Spesso porta costi significativi, è causa di spese continue per manutenzioni, ristrutturazioni, tasse, e spese varie;  a questi oneri si fa fronte spendendo ulteriori risorse economiche, che non possono essere investite in attività produttive. E’ un pozzo senza fine. In sintesi: La casa nun faci lu castagnitu!

Il problema drammatico di Bagnoli Irpino è che negli ultimi decenni non sono stati realizzati “Castagniti” ma soltanto “Case”. Nessuno è senza colpa, pubblico e privato, amministrazione e cittadini.

Non sono state create attività produttive di alcun tipo che potessero dare lavoro, reddito, benessere a medio-lungo termine. La cosa pubblica ha speso buona parte delle proprie energie e quasi tutte le proprie risorse per  sistemare strade, edifici pubblici, parchi cittadini, mulattiere e strade campestri, chiese diroccate e quant’altro; lavori che sicuramente andavano fatti, ma nella sostanza alla fine ha costruito sempre e solo “case”. Quanti posti di lavoro ha creato o, in altri termini, quanti “castagniti” ha realizzato? Pochi in verità.

I privati cittadini non hanno fatto meglio, fatta eccezione per qualche singola e lodevole iniziativa, nella generalità dei casi i posti di lavoro creati sono pochi e quasi tutti a carattere stagionale. Il Bagnolese tendenzialmente preferisce tenere i soldi in banca, piuttosto che investirli per sviluppare l’economia locale, direttamente per i propri familiari e indirettamente per la comunità tutta.

Acca Software, area P.E.E.P, attività artigianali, Impianti di risalita, Lago, Grotte di Caliendo, hotel al lago, la “Rotonda” a Laceno, Aree Pic-nic, Area Camper, alberghi, ristoranti, (…) sono tutti buoni “Castagniti”, ma Accasoftware a parte, e ultimamente gli impianti di risalita, sono ancora fermi al palo. Da lustri, se non da decenni.

In passato esisteva un’industria boschiva rilevante e significativa per l’economia locale; ad oggi i boschi ci sono ancora, ma svendiamo il legname per un tozzo di pane e non siamo capaci di esprimere una cooperativa di lavoratori in loco e dare lavoro a una decina di addetti (e di famiglie).

L’industria dei “matrimoni”, un tempo prosperosa a Bagnoli, oggi è fiorente (e remunerativa) altrove; i nostri alberghi-ristoranti sono fermi agli anni 70-80 e non sono stati capaci di adeguarsi alle mutate richieste del mercato; le nuove generazioni hanno semplicemente tirato a campare.

L’acqua è una risorsa di cui ne disponiamo per noi e per “venderla” ai vari enti acquedottistici, (appostati come avvoltoi in attesa di depredarla), ma abbiamo una rete idrica colabrodo che ne spreca i due terzi, e continuiamo  a menarla con la “balla” della crisi idrica dovuta alle scarse precipitazioni meteorologiche. Scarichiamo così la causa del problema sul Padreterno, che chiaramente ha ben altro a cui pensare. Le varie amministrazioni che si sono succedute non hanno mai affrontato seriamente la problematica, ancora oggi ci si disinteressa del problema; tra qualche mese avremo purtroppo un brusco e tragico risveglio. Per quanto mi è dato sapere, soltanto l’amministrazione “Di Mauro” si è fatto carico del problema “acqua”, cercando di avviarlo a soluzione; dopo buio totale.

L’industria del miele, un tempo prosperosa a Bagnoli, oggi è fiorente (e remunerativa) altrove, mentre quella delle piante aromatiche ed officinali (fragole, origano, valeriana, etc.) è semplicemente sconosciuta.

La produzione di birra artigianale, si sta sviluppando notevolmente in tutta Italia (in special modo la birra di castagne), in loco non è stata presa in considerazione, ma potrebbe avere notevole sviluppo, considerate le molteplici attività turistiche presenti sul territorio.

L’enorme industria delle castagne, dei funghi e dei tartufi è ferma, inchiodata quasi completamente al settore primario. Poche eccezioni si sono spinte nel secondario, qualche timida iniziativa si vede, ma ancora la gran parte dei prodotti locali esce dal territorio comunale come materia prima; non c’è trasformazione, attività industriale o artigianale, trascurabile il commercio al dettaglio. Tutte queste attività (lavorative e redditizie), vengono fatte altrove.

La sagra della castagna e del tartufo è una rondine che non fa primavera.

I prodotti del nostro territorio non devono uscire dal paese in sacchi destinati all’industria, ma in confezioni e vasetti destinati alla vendita al dettaglio. Dobbiamo essere capaci di costruire tanti piccoli “castagniti” in grado di trasformare e vendere direttamente i nostri prodotti. Questo significa costruire posti di lavoro, reddito e benessere sfruttando le risorse a nostra disposizione.

Abbiamo un esempio mirabile sotto i nostri occhi e non ne facciamo frutto.

I pastori che producono latte trarrebbero ben misero guadagno dalla vendita del solo latte. Il loro reddito proviene dalla trasformazione del latte in prodotti caseari e, soprattutto, dalla vendita dei prodotti al dettaglio. Perché non è possibile fare lo stesso con castagne, funghi, tartufi, origano e quant’altro?

Internet è uno strumento formidabile; gli acquisti su web hanno in Italia un aumento annuo del 20-30%, non mi pare che a Bagnoli se ne faccia grande utilizzo.

Si potrebbe andare avanti con esempi analoghi, certo del fatto che questa breve dissertazione è lungi dall’essere completa ed esaustiva.

Posti di lavoro, sviluppo e reddito, li abbiamo sotto i nostri occhi e non li vogliamo vedere.

Ricordiamoci cari concittadini che, in un mondo di ciechi, chi  ha pur anche un occhio solo è un Re!

                                                                                                       

Lascia un commento!

Devi essere logged in per lasciare un commento.