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Politica, speranze e … sogni

27.08.2012, Articolo di Domenico Di Giovanni (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2012 – Anno VI, n.3)

La politica, per chi l’ha vissuta sempre e soltanto come una passione, e non come un mezzo, ha saputo regalare emozioni e tratti di vita vissuta che ti rimangono nel cuore anche quando, come a volte accade, essa può rappresentare cocenti delusioni.

Chi, come me, si è approcciato alla politica giovanissimo, e ne è stato parte attiva negli ultimi vent’anni, partecipando sempre alla formazione delle liste e facendone anche parte qualche volta, oggi non può esimersi dal rimarcare, con grande rammarico lo stato pietoso in cui versa la politica locale.

Appare addirittura superfluo, raccontare quello che allo stato sono i partiti. Lugubri locali, frequentati da nessuno, ma che servono a pochi, davvero a pochi, per sostenere che costoro rappresentano qualcosa. In realtà non rappresentano nulla se non la propria mediocrità, che diventa addirittura saccenza quando ci si avvicina all’appuntamento elettorale.

Leggevo proprio sul vostro giornale, che tutte le forze politiche si starebbero organizzando per non farsi trovare impreparate alle prossime elezioni amministrative, addirittura che sono in atto incontri carbonari per cercare di mettere insieme vecchie alleanze, di cui sinceramente nessuno sente la mancanza, e che evocano momenti della nostra vita politica ed amministrativa che per quanto mi concerne sarebbe meglio non ripetere.

Ad ogni buon conto, credo che tutto ciò ammesso stia avvenendo, è il frutto di azioni sporadiche e personali che nulla hanno a che vedere con la politica, che per quel che è dato sapere è l’opposto di tutto ciò. La politica, quella che mi ha appassionato, era fatta di mille discussioni, a volte anche stucchevoli per la loro lungaggine, ma soprattutto era fatta di persone che quando entravano in un partito,qualunque esso fosse, lo facevano in punta di piedi e con la volontà di imparare da chi già aveva intrapreso quel cammino. Esattamente come avviene in tutte le arti, dove prima di praticare occorre imparare.

Per carità non voglio, raccontare un mondo che non è mai esistito, i furbi ci sono sempre stati, quelli che perseguivano interessi personali lo stesso, ma ora sembra di vivere qualcosa di irreale. Partiti, anche se mi viene difficile chiamarli tali, che spesso sono rappresentati da una sola persona, o al massimo da poche persone, ma che in realtà lo sono solo nel loro immaginario.

Tutto ciò è inconcepibile ed inaccettabile e con la nuova legge, la situazione può solo peggiorare, visto che bastano sette persone per formare una lista. Praticamente una famiglia numerosa. Quanto testè asserito è il motivo principale per cui spesso, persone come me e posso garantire che siamo in tanti, si trovano a dovere scegliere di votare gente che è lontana anni luce dalla nostra cultura politica e da quella che è la nostra idea di vita comune.

Attraverso la politica abbiamo coltivato la speranza che il paese potesse avere uno scatto di orgoglio, che lo portasse ad avere una certa indipendenza di pensiero da questo o quel politico, che salvo venire a chiedere i voti, non aveva alcun interesse per le nostre sorti. Abbiamo coltivato il sogno di vedere l’altra parte del paese, quella che non si identificava con il cosiddetto centro sinistra, amministrare questo paese, in modo diverso e senza certi faziosismi che nel corso degli anni hanno prodotto solo danni. Tutto ciò ci spingeva a fare politica, non quel retro bottega squallido che oggi sembra diventato la quinta essenza della politica stessa.

Purtroppo, quanto speravamo e sognavamo non è avvenuto, ed io per primo me ne rammarico, certamente senza omettere di fare una seria autocritica, anche se mi piacerebbe che tanti altri, che sono stati maggiormente protagonisti, che hanno avuto ruoli più importanti, facessero lo stesso, riconoscendo che se oggi il paese è amministrato dalle stesse forze politiche di sempre, in fondo è anche un po’ colpa nostra.

Credo che se lo scenario politico raccontato dall’ottimo collega Nigro Domenico sia veritiero o quanto meno tendente alla realtà, ebbene anche questa volta ci tocca la stessa sorte degli ultimi anni … o non andare a votare, oppure votare gli altri, quelli stessi che per anni abbiamo combattuto. Questo scenario non mi alletta per niente, atteso che nell’ultima tornata elettorale ho dovuto scegliere, anche se poi la scelta, per tanti motivi, è stata facile, tra tre compagini che erano in toto, tranne qualche piccola eccezione, di centro sinistra. Davvero non il massimo per chi ha rappresentato un partito di destra.

Per il resto non ho la presunzione, come fanno in molti, di dire se l’amministrazione uscente abbia fatto bene o male, se merita di essere riconfermata o meno, tutto questo come sempre lo deciderà il popolo, la mia speranza ed anche il mio sogno sono quelli di vedere che certe decisioni, importanti o meno, siano riconsegnate alla politica, quella vera e non al protagonismo di certe persone che spesso si dicono rappresentanti di un partito senza essere mai stati eletti da nessuno, o ancora peggio di essere rappresentanti di un partito che non esiste, e che poi, in fondo, quando sono stati visti all’opera, hanno dimostrato di valere poco o niente per cui, sinceramente, di costoro si sarebbe potuto volentieri fare a meno.

                                                                                                       

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