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Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

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Il tempo cambia, ma non facciamo confusione!

08.01.2013, Articolo di previsione meteo (di Michele Gatta)

Nell’ultimo editoriale abbiamo illustrato quello che potrebbe portarci il riscaldamento in stratosfera, che proprio in queste ore sta toccando i suoi massimi. Vi assicuro, a voi che ci seguite assiduamente, che tante “speculazioni meteorologiche” vengono proposte dai vari siti presenti sulla rete, proprio su questo tema. La pubblicità presente in queste realtà purtroppo condizionano e di molto proprio le loro attività. Anche per questo ci sembra opportuno ringraziare il commento “gratificante” arrivato al mio ultimo editoriale che “premia” il nostro impegno legato alla sola passione per la meteorologia.

Oggi ci preme confermare il cambiamento radicale del tempo che avverrà già dal prossimo fine settimana. Su tale peggioramento, che proseguirà anche all’inizio della prossima settimana, e che porterà le prime piogge e la neve anche a quote basse al nord, in collina al centro e a quote più alte al sud-Italia, si è fatto una confusione mediatica che obiettivamente non può che infastidire un pò tutti gli appassionati di meteorologia.

Quando noi abbiamo segnalato una svolta invernale, sempre da confermare nei prossimi giorni, per la nostra penisola, il “target” di questa previsione vedeva e vede tuttora l’ultima decade, se non addirittura l’ultima settimana di gennaio come eventuale periodo nel quale possa realizzarsi tale previsione (vedi l’editoriale del 27 e 31 dicembre 2012).

Il prossimo peggioramento del tempo, enfatizzato già da vari analisti, non va relazionato assolutamente allo stratworming in atto nella stratosfera. Lo ribadiamo, ancora una volta, i suoi effetti, anche di una notevole portata, potrebbero verificarsi non prima di 15-20 giorni dalla conclusiva fase di riscaldamento stratosferico. Ma soprattutto la traiettoria di questo “bolide” gelido, la si capirà certamente non prima di un certo periodo, certamente non vicino. Probabilmente la fenomenologia dell’evento potrebbe avere anche una reiterazione simile all’evento del febbraio scorso, ma enfatizzarlo sarebbe prematuro e poco professionale.

Noi abbiamo sempre scelto una linea editoriale prudente e soprattutto seria. Continueremo su questo “percorso” sicuri che questo sia il modo più corretto d’informare i lettori presenti sulla rete.

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05.01.2013, Articolo di previsione meteo (di Michele Gatta)

Neve e gelo in prospettive? Ecco il perchè …

Negli ultimi due editoriali abbiamo accennato alla probabilità di un deciso “scossone” atmosferico per la seconda parte del mese di gennaio. Un’eventualità che sarebbe determinata da un forte riscaldamento in stratosfera che si realizzerà dalla Siberia fin verso le isole Aleutine, nel Pacifico.

Oggi cercheremo(come promesso nell’ultimo editoriale) di spiegare cosa potrebbe succedere, anche meteorologicamente parlando, sul continente europeo e quindi anche in l’Italia, in seguito a suddetto riscaldamento, meglio conosciuto come Stratworming.

Proprio domani, giorno dell’Epifania, il suddetto riscaldamento raggiungerà il suo massimo valore di differenzazione rispetto alle settimane scorse. Un valore positivo particolarmente elevato; da record quasi assoluto. Quindi un stratworming di carattere Major. Solo nel 1929,1956 e 1985 tali valori erano pressocchè identici. Sappiamo bene cosa successe in quei tre anni in termini di neve e freddo.

Ma cosa comporta tale riscaldamento? L’effetto maggiore si va a concentrare fin verso la troposfera, che non è altro che lo strato di atmosfera che confina in basso col suolo terrestre e in alto con la tropopausa. In questa colonna d’aria, avvengono tutti i fenomeni meteorologici che costituiscono il tempo atmosferico.
Il vortice polare, colmo di aria molto fredda, viene disturbato nella sua attività che interessa le latitudini settentrionali, fino al punto da determinare una sua “rottura”. Tale rottura  determina una “bilobazione” del vortice stesso.

Una parte di essa è vista invadere il continente nord-americano e canadese, l’altra andrà a collocarsi dalla Siberia fino a raggiungere parte della Russia europea. I primi tasselli sono messi.

Un’altra condizione che deve realizzarsi, e che sarebbe molto importante per l’Italia, è quella che, alla scontata elevazione verso il polo “dell’alta pacifica” , si unisca anche quella delle  “Azzorre” che andandosi a congiungere con la prima, creerebbe un canale “gelido” che dalle lontane steppe siberiane raggiungerebbe l’Europa. Questa  “manovra”, favorita dalla QBO- (Quasi Biennal Oscillation) quindi favorevole all’ instaurazioni di correnti Est-Ovest, non può che far incastrare altri tasselli al progetto originale.

Nel momento in cui l’Alta pressione delle Azzorre si eleverebbe verso nord, “chiudendo” di fatto il canale alle correnti atlantiche, il freddo proveniente dall’estremo nord-est euro-asiatico, avrebbe la strada spianata per raggiungere proprio il nostro continente.

I giochi per l’Italia sono fatti? Non ancora. L’ultimo ostacolo potrebbe venire dalla traiettoria del “bolide gelido”. Questa potrebbe avere varie direzioni. Noi, per esperienza, crediamo che le possibilità più concrete, sono due.

A)- Le correnti prendono una direzione nord-est/sud-ovest, e in questo caso l’Italia sarebbe  “centrata” in pieno. Avremo così precipitazioni nevose soprattutto per le regioni centro-meridionali e anche a quote basse, con il nord interessato da gelo ma con assenze di precipitazioni. Le regioni centrali tirreniche e la Sardegna vedrebbero freddo e precipitazioni poco significative.

B)- Le correnti prendono una direzione est-ovest con asse spostato più verso il centro-Europa. Questo per uno spostamento troppo settentrionale dell’alta pressione, la quale, distendendosi lungo i paralleli, favorirebbe questa manovra. Buona parte dell’Italia “uscirebbe” dalla “tenaglia gelida”, con precipitazioni nevose, anche a quote basse, che interesserebbero il nord, e solo la parte più settentrionale delle regioni centrali. Per il restante territorio italiano avremo temperature meno fredde e la neve interesserebbe solo i rilievi più alti.

Quest’ultima situazione, che al momento crediamo meno probabile (35-40%), potrebbe comunque verificarsi anche nella seconda parte della prima ipotesi.

I modelli previsionali dalla giornata di ieri cominciano a prendere in considerazione lo scenario sopra esposto. Chiaramente le tempiste sono ancora troppo lunghe. Ma riteniamo che la seconda parte del mese di gennaio 2013 sembra sempre più, “promettere” situazioni meteorologiche estremamente interessanti, con connotati che però, e ne siamo sicuri, potrebbero non piacere alla globalità dei lettori della nostra rubrica.

L’appuntamento per i primi giorni della prossima settimana, ci servirà per capire meglio quale scenario dovrebbe prevalere.

In conclusione, ribadiamo, anche oggi, che  la nostra sensazione è quella di trovarci alla vigilia di qualche situazione meteorologica non comune, almeno per parte della nostra penisola.

                                                                                                       

1 Commento »

  • Lacenofilo scrive:

    A mio avviso uno dei migliori articoli!!
    L’utilizzo di termini tecnici(come stratworming) mi spinge ad approfondire la mia conoscenza della meteorologia p.s. speriamo arrivi la neve!

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