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A colloquio con Luciano Arciuolo, dirigente scolastico e politico

08.01.2013, L’intervista di Giovanni Nigro (da “Fuori dalla Rete” – Dicembre 2012, Anno VI, n.5)

Chi potrebbe sensibilizzare un popolo di giovani se non un preside di una scuola che ha “coccolato” tutti i giovani bagnolesi fino alla scelta di una scuola superiore. La scuola elementare e media “Michele Lenzi” di Bagnoli gode di salute buona. Partecipa ad attività di stampo europeo e nazionale, con le proprie forze senza richiedere altrui consensi. E cerca di fare dell’istruzione il metodo più assiduo di ricerca del futuro.

Luciano Arciuolo preside, ma anche uomo politico che ha unito l’arte di insegnare alla vita politica. Non rimane da fargli qualche domanda.

Cosa significa oggi essere giovani?

«Posso dire quello che significava ai miei tempi essere giovani, significava voler cambiare il mondo. Oggi per voi non so che significa»

Come è cambiata l’istruzione da quando lei andava a scuola?

«L’istruzione è cambiata, secondo me, in meglio; prima c’era forse più ordine, rispetto, disciplina però c’era anche più ipocrisia e probabilmente si imparavano meno cose».

Come è cambiata invece la politica da quando ha iniziato a praticarla?

«La politica è cambiata perché prima c’erano i partiti che funzionavano e facevano da filtro; cioè una persona come Fiorito, Belsito, Renzo Bossi o lo stesso Bossi non avrebbe mai avuto la possibilità di diventare consigliere regionale, assessore, ministro. Oggi invece conta più avere l’occhio favorevole del padrone e questo probabilmente è anche colpa di chi si è voluto mettere da parte e ha dato spazio a persone meno capaci».

Tra poco finisce il suo mandato come concluderete?

«Guarda io ho fatto l’assessore alla cultura per un anno praticamente e mi ero riproposto tre obiettivi, riaprire la Pinacoteca comunale e credo che riusciremo a farlo prima delle elezioni perché siamo praticamente a buon punto, riportare il Marco Pino da Siena a San Domenico e questo l’abbiamo fatto e poi mi ero ripromesso di portare il WIFI a Bagnoli. Siamo in difficoltà perché la Comunità Montana che ha eseguito dei lavori appalterà il servizio di gestione il 21 gennaio e speriamo che questo servizio funzioni, se non dovesse funzionare, come io temo, non so se faremo in tempo poi noi, come Comune, a intervenire. Non dimentichiamo poi che abbiamo, solo in questo anno, deliberato un registro per le coppie di fatto con tre coppie iscritte in un piccolo paesino come questo; una delibera a pari passo con pochi paesi italiani e mondiali. Poi di mia iniziativa, e ne vado fiero, ho proposto una delibera che ha dato la cittadinanza onoraria ai figli degli stranieri di Bagnoli. Con un ampio consenso abbiamo anche mandato al Ministro degli Interni una delibera per invitare il Governo a rinunciare ai cacciabombardieri e abbiamo stilato ed approvato un Codice Etico degli Amministratori Comunali, che assicura una trasparente vita amministrativa al paese».

La possibilità di rivederla candidato nel 2013?

«Nessuna possibilità. Allora io sono diventato consigliere comunale e assessore a 23 anni nel 1983. In questo anno c’era il muro di Berlino vivo e vegeto, in Italia il principale partito della sinistra si chiamava Partito Comunista Italiano, c’era la Democrazia Cristiana, c’era il Partito Socialista, c’era il Partito Repubblicano, c’era il Partito Liberale, c’era il Movimento Sociale. Berlusconi stava cominciando o forse suonava ancora nelle crociere. Cioè stiamo parlando di un altro mondo. Allora io credo che Bagnoli debba avere il coraggio e la forza di trovare altri protagonisti della politica e non di chiedere sempre alle stesse persone di sacrificarsi».

Cosa direbbe ai giovani adesso?

«Guarda io credo che i giovani di oggi siano più preparati di quanto eravamo noi. Siano probabilmente più sfortunati di quanto eravamo noi, perché oggi vi è una situazione di difficoltà nel trovare lavoro, nel trovare una propria strada, ecc. Però credo anche i giovani si sono abituati troppo alla realtà che li circonda. Credo che serva ai giovani meno assuefazione e più capacita di immaginare e di realizzare una realtà diversa. Voglio dire che probabilmente alcune delle cosiddette riforme realizzate negli ultimi anni della scuola, dell’università, del mondo del lavoro sono state possibili anche perché i giovani non si sono fatti sentire a sufficienza. Queste controriforme quaranta anni fa non sarebbero state possibili perché probabilmente i giovani di allora non l’avrebbero permesso».

Monti o Berlusconi, chi vorrebbe sfidare?

«Io credo che possiamo sfidare tutte e due e vincere con tutte e due. Io ho qualche timore al Senato, ma alla Camera non ci saranno problemi. D’altra parte bisogna dire pure che Monti conquista gran parte di voti non tra la gente di centro-sinistra, ma dal centro-destra. Alla fine è una realtà quella del centro-destra che probabilmente dividerà i voti tra Monti e Berlusconi. A noi ruberanno meno voti e quindi credo che non ci dovrebbero essere problemi».

                                                                                                       

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