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“Omaggio” a Giovanni Bello

14.04.2013, Articolo di Pasquale Sturchio (da “Fuori dalla Rete” – Marzo/Aprile 2013, Anno VII, n.2)

Non c’è regalo più gradito di un regalo inaspettato; se il regalo è costituito da un libro il gradimento è doppio!

Alcuni giorni fa mi sono stati “regalati” due volumetti, gli ultimi due dei sette pubblicati da Giovanni Bello: 1°) Io e gli altri; 2°) Dio e Patria nel pensiero degli umili; 3°) Lo ciucciu sando; 4°) Il manicomio è un piccolo mondo ed il mondo è un gran manicomio 5°) L giostra; 6°) Perché il terrore del Comunismo; 7°) Il Comunismo non può e non deve morire ( questi ultimi due stampati nel 2011 e 2012 dalla tipografia Dragonetti di Montella).

Scrive di se stesso Giovanni: “amo la sincerità, l’onesta e la giustizia. La mia vocazione è quella di protestare contro l’ingiustizia sociale”.

Negli opuscoletti di Giovanni Bello vengono trattati (sotto forma di chiacchierata”) argomenti scottanti per i quali, però, l’opinione pubblica sembra assopita; il volgo moderno – come scrive Claudio Bozzacco – è ancora più distratto e insensibile della propria condizione perché divenuto consumatore!”

Il “pensiero” di Giovanni Bello merita di essere conosciuto non solo perché è un documento palpitante di umanità ma anche perché ha un valore storico in quanto in esso si riflette la vita “agra” di tantissimi che hanno percorso una trafila molto simile di sofferenza, umiliazione e dolorosa speranza delusa!

“Giovanni ha il dono di essere quello che è quale appare pure fisicamente: al suo viso roccioso ed inciso dalla fatica di una vita corrisponde dentro il granito delle sue convinzioni maturate e concretate nella sofferenza. Giovanni tempratosi al credo comunista d’una volta – scrive il filosofo Giuseppe Marano – è rimasto granitico nel culto d’uno stile di vita parco e serio, il suo pensiero dominante ricorre come un motivo di fondo: è il comunismo come altruismo cristiano!!!

È un documento “vivo” che ha un valore esemplare, direi educativo, col rischio probabile, tuttavia, di ridursi ad un eco spenta, ad una voce che si perde in un deserto di sordità in cui l’immensa folla umana, intronata, “infessita” tirata a capezza dal martellamento mediatico, è diventata incapace di “sentire” di apprezzare chi va avanti senza lubrificare le asperità del cammino con agevolanti leccatine.

Un tempo la politica era una missione: aiutare gli altri! Oggi è una professione: fottere gli altri senza pietà!!!

“Cari giovani – grida Giovanni Bello – siete voi l’avvenire di questo paese; spetta a voi riscattare questo popolo da miseria, schiavitù ed oppressione; siete voi che dovete combattere la casta del potere che mette in ginocchio l’umanità sfruttata ed umiliata! Voi avete oggi la possibilità perché avete avuto un ‘istruzione, avete tanti mezzi di comunicazione mentre ai miei tempi c’erano solo analfabetismo e miseria.”

“Il paziente lettore scorra le pagine di questi libri, mediti, rifletta, si tolga gli occhiali di parte, lasci alla parete le pergamene della sua istruzione e delle sue presunzioni, vesta gli abiti umili di socratica e francescana memoria – scrive il dott. Carlo Ciociola – e comprenderà molte verità nel periodare involuto, poco sequenziale, alle volte ripetitivo dell’amico Giovanni. Uomo semplice e rude, privo dell’istruzione intesa nei termini consueti (quinta elementare serale) ma Uomo di Cultura! Quella cultura che si conquista alla scuola della dura vita quotidiana, la cultura di chi ha percorso tutti i gradini dei lavori più umili, di chi ha conosciuto… “come sa di sale/ lo pane altrui e come è duro calle/ lo scendere e il salir per l’altrui scale…”

C’è sempre un tempo per ogni cosa, ora è il tempo del “grazie” a quanti come Giovanni Bello non hanno mai chiesto nulla ma solo dato molto, hanno offerto agli altri il proprio entusiasmo, la parte migliore di se stessi per sostenere la fiducia nella possibilità di rendere la vita degna di essere vissuta!

E allora “onorevole compagno Giovanni Bello” ricordiamo ai giovani di oggi e di domani il motto di Ferdinado Cianciulli, il pioniere del Socialismo irpino “… per vie diverse giungeremo al giorno solenne ed ineluttabile della riscossa e quel giorno ci troveremo tutti uniti!”


                                                                                                       

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