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L’ex sindaco Di Mauro: «Chieffo non può cancellare la mia storia»

13.05.2013, Il Corriere (di Raffaele Tecce)

E’ un fiume in piena l’ex sindaco Antonio Di Mauro. Lui che ha dedicato molti anni della sua vita per gli interessi di Bagnoli non ci sta ad essere tirato in ballo in questa campagna elettorale. Il suo lavoro, i suoi risultati, vanno difesi a denti stretti. La questione è quella riguardante il finanziamento di dodici milioni di euro per gli impianti sciistici del Laceno.

«C’è da parte dell’attuale sindaco Aniello Chieffo una discutibile operazione di appropriazione di meriti che non gli appartengono».

A cosa si riferisce?

«Al finanziamento di dodici milioni di euro relativo agli impianti sciistici. E’ come se dopo qualche anno mi stessero uccidendo politicamente una seconda volta. Il sindaco Chieffo mischia la causa con l’effetto».

Può raccontarci la storia di questo finanziamento?

«Lo studio di fattività partì all’epoca in cui Francesco Maselli era il presidente della Provincia e a Bagnoli c’era il sindaco Attilio Meloro, stiamo parlando del 1999. Maselli, consapevole dell’importanza del nostro altopiano, volle finanziare il progetto di sviluppo del Laceno. Oggi Chieffo dice che mancano le carte, che non ci sarebbero le prove che l’iter del progetto sia partito prima di lui. Ecco, ricordo al sindaco che la prima delibera è stata quella dell’Amministrazione Provinciale. Lo studio venne affidato a tecnici della Provincia e a tecnici locali. Il progetto venne poi presentato alla Regione. Sul tavolo di Palazzo Santa Lucia c’erano centinaia di richieste di finanziamento, solo grazie all’allora presidente Antonio Bassolino e a Isaia Sales fu scelto il nostro progetto».

Poi cosa accadde?

«Per renderlo più attrattivo fu affidato a Sviluppo Italia. Io stesso sono andato diverse volte a Roma per controllare tutto da vicino. Il progetto fu poi inserito nei Por 2006-2013 e venne infine finanziato. Nel 2008 anche se non ero più sindaco di Bagnoli il dott. Monaco della Provincia chiamò anche me per dirmi che il progetto era stato approvato. Lo fece perché era a conoscenza di tutto il lavoro che avevo fatto. Mi misi a disposizione del sindaco Chieffo per dargli una mano se necessario, ma il suo comportamento e il suo modo di fare mi lasciarono senza parole. Mi trattò con arroganza».

Cosa si sente di dire a Chieffo?

«Non può prendersi meriti su un progetto che è nato ben prima di lui. Di fatto, è stato finanziato dopo pochi mesi dal suo insediamento. Il sindaco non può stravolgere la realtà a suo piacimento».

Perché ha deciso di intervenire?

«Perché mi sono sentito tirato per i capelli in questa campagna elettorale. Dopo aver lavorato anni per gli interessi del mio paese è inconcepibile che oggi debba difendere il mio operato di sindaco. Nella lettera in cui qualche anno fa annunciai la mia mancata ricandidatura scrissi che il frutto del mio lavoro si sarebbe visto meglio nel futuro. I fatti mi hanno dato ragione. Oggi si tenta di annullare la mia storia con un colpo di spugna. Questo non lo accetto».

                                                                                                       

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