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Emergenza Cinipide, no ad agenti chimici

19.07.2013, Ottopagine

Il comitato strategico per la salvaguardia della castagna e la lotta al cinipide di Montella è stato ricevuto a Roma dai funzionari del Ministero per l’Agricoltura rappresentato da Nunzia Di Girolamo. Al tavolo hanno preso parte, oltre alla componete locale guidata dal sindaco di Montella Ferruccio Capone, anche esperti del settore fitosanitario e i vertici del dicastero, chiamati a esprimersi sulla richiesta avanzata dal comitato irpino circa il nulla osta ad implementare un trattamento chimico innovativo per combattere il cinipide galligeno, ovvero un composto di estratti biologici come il piretro, non previsto al momento dal protocollo fito sanitario per il trattamento ai frutti in guscio. Una richiesta che i funzionari del Ministero non sembrano avere accolto, come spiegato dal sindaco Capone.

“Al momento i vertici ministeriali hanno scartato l’ipotesi di considerare altri trattamenti che non siano previsti dal protocollo” argomenta Capone. Illustrate le gravi difficoltà in cui versa il principale settore produttivo di ben cinque comuni, i funzionari di Governo hanno invitato la delegazione a compiere una scelta: continuare a conservare il marchio Igp e a favorire metodi non invasivi per debellare la dannosità dell’insetto, oppure passare a trattamenti farmaceutici più incisivi e accorciare i tempi per distruggere il cinipide.

Le argomentazioni illustrate dal comitato infatti, hanno evidenziato che le misure adottate per debellare le invasioni del cinipide finora applicate abbiano portato solo risultati deludenti, dilatando la crisi del comparto produttivo, e cedendo spazio a nuove conseguenze. La calamità che si è abbattuta sulla produzione, grava infatti non solo sulla rendita dei castanicoltori, ma anche sull’equilibrio ambientale del sottobosco, che in caso di definitivo abbandono delle coltivazioni potrebbe alterare l’equilibrio del sottosuolo, determinando dissesto idrogeologico.

“Prima di programmare un secondo incontro al Ministero, saranno concordate una serie di incontri del comitato strategico locale, richiamando l’attenzione di tutte le componenti, per redigere un piano programmatico da consegnare ai funzionari” continua il sindaco. “Proporremo di fare degli esperimenti con alcuni prodotti messi a disposizione dalle aziende, come concimi e insetticidi di estrazione naturale, e chiederemo il supporto non solo del Ministero ma anche delle Università. Immaginiamo di utilizzare prodotti organici non inquinanti da trasferire a tutta l’area di produzione della castagna, da Montella a Cassano, Bagnoli, Serino e Montoro”.

Il tavolo tecnico rappresentativo di più di cento aziende di castanicoltori, Coldiretti, Cia, Cnr di Avellino e docenti universitari, avrà l’onere di concentrare l’attività presso il centro di ricerca sperimentale sulla filiera del castagno, che l’amministrazione di Montella immagina di istituire nella progettazione dell’ Ats “area di crisi Montella Calitri”. Il Comitato strategico dovrà pronunciarsi inoltre, sulla direttive indicate dal Ministero, ponendo gli addetti ai lavori di fronte a una scelta decisiva: rinunciare al marchio Igp o distruggere in tempi brevi l’insetto.

                                                                                                       

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