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La disperazione dei castanicoltori irpini su RAI3: “FATE PRESTO!”

01.11.2013, La testimonianza dei produttori bagnolesi

L’appuntamento TV  è per sabato 2 novembre (ore 12:25) e lunedi 4 novembre (ore 07:30) su RAI3.

Il dramma dei castanicoltori irpini raccontato con dovizia di particolari dal giornalista RAI Rino Genovese. Il conduttore TV, da sempre sensibile alle tematiche del territorio, ha rotto ogni indugi e ha deciso di dedicare diversi approfondimenti al fenomeno del cinipide calligeno e alle nefaste conseguenze che l’insetto (d’importazione cinese) insieme ai mutamenti climatici ha prodotto sull’economia non solo locale ma anche regionale e nazionale.

Nei giorni della 36esima Sagra della Castagna e Mostra Mercato del tartufo nero di Bagnoli Irpino, coadiuvato dalla  sua troupe, Genovese ha girovagato tra gli stand posizionati nel borgo antico; ha visitato castagneti e raccolto testimonianze sull’argomento. Ha intervistato, tra gli altri, il sindaco di Bagnoli Filippo Nigro, il proprietario dell’azienda agricola Cappetta, e ascoltato con attenzione diversi produttori locali (non ultimo l’ex. primo cittadino Antonio Di Mauro).

L’auspicio è che le grida di disperazione di queste popolazioni, attraverso i network televisivi, possano giungere fino ai piani più alti della politica, per costringere le istituzioni tutte ad assumersi fino in fondo la responsabilità di scelte che possano incidere efficacemente sugli sviluppi futuri dell’economia locale.

La registrazone della trasmissione è stata inserita nel palinsesto di RAI3. L’appuntamento TV è per sabato 2 novembre con inzio alle ore 12:25 e successivamente lunedì 4 novembre alle ore 07:30. Seguiranno altri approfondimenti anche all’interno dei TG regionali e nazionali.

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02.11.2013, Irpinianews

Crisi castanicoltura, Carlo Sibilia: “Serve indennizzo alle aziende”

Sulla grave crisi del settore castanicolo interviene il deputato cittadino, Carlo Sibilia, che fa sapere di aver depositato una interrogazione indirizzata al Ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali per sapere se “intenda valutare l’opportunità di assumere iniziative per prevedere un intervento compensativo quale indennizzo per la drammatica situazione che sta vivendo da alcuni anni l’intera filiera produttiva”.

Non solo. In merito alla diffusione del cinipide calligeno che sta devastando i castagneti italiani, nonostante l’ormai nota strategia di contrasto messa in campo con l’utilizzo di un parassita antagonista, Sibilia chiede di “avviare una riflessione sulla sperimentazione di nuove pratiche di lotta integrata e di utilizzo di prodotti già ammessi nel campo dell’agricoltura biologica”.

L’atto di sindacato ispettivo sposa in pieno la linea del Movimento 5 Stelle che, a giugno, ha presentato una proposta di legge per la salvaguardia e il ripristino dei castagneti, già assegnata in Commissione. “Gli ultimi dati diffusi sulla coltivazione e commercializzazione delle castagne – commenta Sibilia – restituiscono un quadro allarmante rispetto al quale occorre assumere iniziative tese a sostenere gli operatori del settore che sono in difficoltà.

La castanicoltura con i suoi marchi Igp rappresenta un’eccellenza del comparto agroalimentare che deve essere sostenuta ed incentivata. Chiediamo al Governo un impegno serio nella direzione di un sostegno alle aziende in crisi e di nuovi investimenti per la tutela dei castagni”.

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01.11.2013, Il Corriere e Ottopagine

Castagne, un settore in ginocchio

Montella – La produzione delle castagne registrata al 2013 nel Comune di Montella si attesta al 10 per cento della capacità produttiva totale, con una perdita di circa 8milioni di euro. L’attacco biologico subito dal principale prodotto esportato dalla provincia di Avellino ha letteralmente messo in ginocchio centinaia di aziende agricole, pronte a lanciare l’allarme sulla necessità di proclamare lo stato di calamità naturale. Oltre alla pesante perdita economica, riversata sull’intero assetto socio economico del paese, gli amministratori incalzano i vertici ministerali sull’alterazione degli equilibri sottobosco, e sul pericolo non trascurabile di incorrere in frane e smottamenti. L’invasione del cinipide galligeno ha azzerato la produzione delle castagne, settore determinante per il PIl cittadino.

“Il Comune di Montella ha una capacità di produzione che arriva fino a 40mila quintali all’anno, mentre ad oggi, la raccolta è stata di 5 mila quintali circa” spiega il vice sindaco Michele Brandi. “I boschi non sono curati: sono stati abbandonati perchè è venuta a mancare la catena di montaggio che si occupava della raccolta di castagne. In questo modo però, aumentano le condizioni per il rischio idrogeologico, d’inverno; e rischio incendi d’estate”. Il Comune aveva messo a bando ben sei lotti di terreno votati a castagneto, che solitamente venivano fittati all’asta. “Quest’anno le aste sono andate deserte, hanno risposto in pochi, mentre prima c’era una competizione serrata”.

Legata a doppio filo con la produzione di castagne, è la sopravvivenza degli Enti Morali, che sostengono le iniziative grazie ai proventi dei castagnenti. “Anche la casa di riposo è in fibrillazione, sostenuta da un Ente Morale, così come la manutenzione di Villa De Marco: la castanicoltura rappresenta l’asse portante dell’economia cittadina, e di certo queste tematiche saranno affrontate alla presenza del Ministro De Girolamo”. A subire il fermo lavorativo, non solo intere famiglie pronte a fittare i fondi, ma anche lavoratori stagionali, agenzie di trasporto pullman, e aziende deputate alla trasformazione e produzione dolciaria.

“Il marchio Igp conquistato da Montella era presente nelle Coop, negli Autogrill, e in altre catene commerciali. La riduzione al minimo della produzione non ci consentirà di sostenere la domanda imposta dalla catena commerciale” continua Brandi. A detta del vice sindaco, recuperare in termini di pregio e sostenere la concorrenza sul mercato, non sarà un’operazione semplice. Soprattutto se i tavoli tecnico istituzionali per debellare il cinipide non avrebbero prodotto risultati degni di nota. In assenza di un antidoto efficace, infatti, i produttori dovranno adottare metodi farmaceutici, che potrebbe comportare, a sua volta, la perdita del marchio Igp.

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31.10.2013, IlCiriaco.it

Crisi castanicoltura: la proposta del sindaco di Volturara

Una lettera aperta, a firma dei sindaci irpini, da indirizzare a tutte le Istituzioni nazionali.

Volturara Irpina – La crisi della castanicoltura ha messo in ginocchio l’economia irpina, in una terra che rappresenta circa il 50% della produzione nazionale. «Gli effetti negativi del cinipide, con il veloce deperimento delle piante che attacca – spiega Marino Sarno, sindaco di Volturara Irpina – uniti ai cambiamenti climatici, ha portato quest’anno all’azzeramento della produzione di castagne in provincia di Avellino».

Un danno che provoca gravi ricadute su un sistema produttivo e occupazionale che in Irpinia coinvolge 5mila aziende e che, nella zona di Volturara, dove ogni famiglia è più o meno direttamente coinvolta nella castanicoltura, è quantificabile in circa 6 milioni di euro. «Dell’area della Piana del Dragone – continua Marino Sarno – dove l’economia della castagna ha valenze anche su un indotto turistico da valorizzare ulteriormente, la castanicoltura è un’attività diffusa, dove le singole famiglie la praticano a livello di sostentamento. Quindi questa crisi ha effetti più devastanti, perché, oltre a cancellare un prodotto simbolo delle nostre zone ed a mortificare ogni politica di sviluppo, sociale, produttiva, turistica e ambientale, priva i cittadini di Volturara e di tanti altri centri irpini di uno dei mezzi principali di sopravvivenza».

Eppure, nonostante la legge regionale della Campania n. 13 del 21 maggio 2012, che ha riconosciuto l’alto valore economico della coltura del castagno e l’attività della Commissione regionale Agricoltura, che ha considerato l’infezione da imenottero cinipide galligeno un’emergenza sotto il profilo economico fitosanitario ed ambientale, sollecitando risorse e azioni per favorire e potenziare la difesa del castagno, poco o nulla al momento è stato fatto per il sostegno del comparto produttivo e alle comunità locali. «Mi sembra assurdo – aggiunge il sindaco di Volturara Irpina – che di fronte ad una situazione così drammatica, che sta totalmente cancellando un prodotto forte, simbolo del territorio, privandolo della sua più autentica ricchezza e forma di sostentamento, le comunità locali siano abbandonate al loro triste destino.

Questa stato di cose, che rischia di ripercuotersi in modo grave sull’occupazione e su tutto il sistema economico provinciale, già duramente provato dalla crisi finanziaria internazionale, mi spinge ad organizzare un’assemblea, a Volturara, di tutti i primi cittadini irpini, per mettere a punto una lettera aperta da indirizzare al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al ministro dell’Agricoltura, ai presidenti delle relative commissioni parlamentari, al presidente della Regione Campania e della provincia di Avellino, con i rispettivi assessori all’Agricoltura e presidenti delle relative commissioni consiliari, ai segretari provinciali, regionali e nazionali di settore, ai responsabili provinciali, regionali e nazionali delle associazioni di categoria, al presidente dell’Unione industriali di Avellino e di Confindustria Campania, al presidente della Camera di commercio di Avellino e di Unioncamere Campania, nonché a tutti deputati, senatori e parlamentari europei eletti nei nostri collegi, per denunciare la gravità di questa crisi ed i suoi devastanti effetti, nonché chiedere con urgenza misure compensative e a sostegno della nostra economia e delle nostre comunità locali».

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Le tragedie dell’Irpinia

(Grafica di “Palazzo Tenta 39”)


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Il giornalista RAI Rino Genovese alla Sagra della Castagna e del tartufo di Bagnoli del 2005

(foto di Saverio Di Capua)

                                                                                                       

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