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La querelle sui fondi per le radure: la parola a Luca Branca

17.11.2013,L’intervista di Giulio Tammaro (da “Fuori dalla Rete” – Novembre 2013, Anno VII, n.5)

Avevo contattato in tempi non sospetti il dott. Luca Branca per un intervista, l’idea originale era quella di fargli una serie di domande sulle politiche agricole e ambientali in generale per cercare di capire quali fossero le possibilità di sviluppo in questi settori per una realtà come quella bagnolese. La querelle estiva sui famosi finanziamenti per le radure, arrivati grazie all’interessamento del dott. Branca, quando era assessore al Comune di Bagnoli, ha spostato  l’obiettivo su questo argomento e quella che ne è uscita la considererei quasi un “intervista a tema”. Anche se il risultato è diverso dalle aspettative,  mi sembrato opportuno dare la priorità a degli argomenti di stretta attualità per la nostra comunità. Per quanto riguarda l’idea originale avremo modo  e tempo di realizzarla in un prossimo futuro.

 

I famosi finanziamenti derivanti dalle radure, di cui oggi tanto si parla, sono arrivati grazie al suo interessamento quando era assessore all’agricoltura nell’amministrazione Chieffo. Quali dovrebbero essere le finalità di questi fondi? A cosa servono?

Quando il sindaco mi ha chiesto di interessarmi di agricoltura e ambiente mi sono dato degli obiettivi e ho cercato dei possibili finanziamenti per quello che volevo realizzare. Nel 2009 è stato pubblicata una misura comunitaria sui boschi che poteva essere utilizzata come finanziamento per le attività agricole e ambientali che avevo in mente. Ho chiesto ad un tecnico di Bagnoli, che conosce bene le nostre montagne, di verificare le condizioni per questo finanziamento ma dopo tre mesi ho avuto risposta che la cosa non si poteva fare. Peccato, avrebbe fatto un buon lavoro per la comunità e per se stesso, per le spese tecniche a cui avrebbe avuto diritto.

Ho chiesto ad altri fino a che un tecnico “forestiero” ha centrato l’obiettivo. Purtroppo la prima trance di finanziamenti è arrivata solo nel 2012.

Quali sono le finalità di questi fondi. Personalmente li definisco sopravvenienze patrimoniali ovvero ho delle radure nel mio territorio mi impegno a rispettarle e a mantenerle e per questo ho diritto a un “riconoscimento”.

Logicamente l’uso di questi fondi va ed è stato finalizzato ad interventi legati a problematiche agricole, ambientali, forestali, di valorizzazione delle produzioni tipiche (tartufo, castagne, zootecnia, ecc.), ad interventi di turismo ambientale che potessero rendere Laceno più “presentabile” e, perché no, a risolvere problemi di questo tipo anche per il paese.

Il sindaco Nigro afferma che ha provveduto ad apportare delle modifiche alla ripartizione fatta dall’amministrazione Chieffo, perché vi erano alcuni progetti  a suo avviso inutili, tipo il molo sul lago o le torrette di avvistamento. Cosa risponde a tal proposito? Quali erano le finalità di quei progetti?

Personalmente ritengo che il lago ha bisogno di due moli, non di uno solo, perché sono attrattori turistici eccezionali (come le torrette) e che possano servire per ripigliare una consuetudine antica: la gita in barca sul lago. Ma che ci vuoi fare è molto più facile impegnarli per finanziamenti ad associazioni pseudo-montane o che faranno convegni sulla montagna e a spettacoli estivi di comici e fuochi vari.

E della ripartizione effettuata dall’amministrazione Nigro cosa ne pensa?

Non la conosco. Mi piacerebbe ne facessero una presentazione pubblica come abbiamo fatto noi.

Posso solo ricordare che avevamo stanziato, se non ricordo male, 30 mila euro per un corso di formazione forestale e sto aspettando che arrivi la notizia che si farà. Altri 30 euro per il controllo territoriale montano attraverso l’uso di telecamere anche quella sarebbe una bella notizia.

È stato attaccato duramente anche sulla realizzazione della recinzione del lago, si è fatta tanta ironia sulla questione,  cosa risponde in merito?

Credo che di ironia se ne sia fatta abbastanza con i comici estivi. Il problema lago è una cosa molto seria e come tale va trattata. Ho già avuto modo di precisare come la penso a proposito. Si sta giocando con il fuoco, pardon con l’acqua e le ripercussioni soprattutto per gli allevatori potrebbero essere molto serie. Si tratta di reati ambientali. La recinzione serve a tenerli lontano dall’acqua e il problema non è la superficie recintata ma la funzione barriera per gli animali che va potenziata con la piantumazione di essenze arboree e arbustive idrofile.

Altra polemica sempre d’attualità è  la ormai celebre monorotaia, a lavori ultimati potrà essere utilizzata anche per fini turistici?

La monorotaia serve per attività di tipo agricolo e forestale ma niente vieta, già da oggi, di farne un attrattore turistico. Nell’appalto del secondo tratto è prevista anche una motrice per il trasporto delle persone. La Grotta di San Guglielmo è completata, manca solo l’inaugurazione, e i percorsi montani ci sono tutti, saranno solo migliorati con il progetto “Laceno Bike Park”. Bisogna solo fare squadra ad esempio con il trenino del Laceno o con altre soluzioni fantasiose.

Spero solo che la sua utilizzazione, ci sono già da tempo persone disposte a gestirla, svegli i castanicoltori di aree con accesso difficile, penso a Caliendo, a Portera o altro ancora, per prevedere con altri finanziamenti anche una sua utilizzazione prettamente agricola.

È recente la notizia che Bagnoli, sempre grazie al suo interessamento, riceverà  il finanziamento di due suoi progetti,  una relativo alla costruzione di infrastrutture ricreative intorno al Lago Laceno e del percorso per l’area naturale Grotta San Guglielmo. L’altra, invece, è relativa alla realizzazione del «Museo del territorio e del Centro ambientale del Laceno». Il tutto per un totale di circa € 500.000,00.  Soddisfatto?

Intanto i progetti non sono solo i due che hai citato ma otto e credo che saranno tutti finanziati. Gli altri interventi sono due progetti, che siamo stati costretti “a recuperare per i capelli”, del Parco (Laceno Bike Park e La Rete dei Belvedere) per un importo di circa 1 milione di euro; due progetti del GAL (recupero della Grotta di San Guglielmo sotto all’Hotel al Lago e la messa in sicurezza delle Grotte del Caliendo a valle + sistemazione del Casone); infine due progetti della Comunità Montana su cui, come Bagnoli, abbiamo opzionato il “Mercatino del Laceno” (10 casette in legno vicino alla sciovia) e un finanziamento per la Sagra del Tartufo e della Castagna per il 2014.

Abbiamo preparato, inoltre, altri tre progetti esecutivi, cioè muniti di tutte le autorizzazioni, che si potranno spendere in futuro (Area pic-nic del Vivaio Forestale – Caserma Forestale e La Strada dei Castagneti “ValleRomana-Fieste). Cosa dovevamo fare di più.

Non sono soddisfatto perché credo si perderanno tante opportunità per il futuro. Opportunità di cui Bagnoli ha bisogno come il pane.

Il lavoro che faccio prevede finanziamenti al sviluppo territoriale e posso dirvi che sono tanti i Comuni che si stanno organizzando dal punto di vista turistico. Recentemente sono stati finanziati progetti per 10 milioni di euro e altri 15 lo saranno nei prossimi mesi. Tutti finalizzati all’organizzazione turistica dei piccoli centri dell’Irpinia. Se Bagnoli non si caratterizza per una peculiarità, che io credo sia il turismo ambientale, perderà l’ennesima occasione.

Il suo lavoro è stato premiato con diversi riconoscimenti di carattere nazionale , eppure in paese è stato spesso oggetto di critiche,  a tutte questi attacchi oggi cosa risponde?

Abbiamo proposto un modo completamente nuovo di fare ambiente (tre Piani Ambientali) e siamo stati premiati. Piccoli interventi a costi ridotti ma che se valorizzati bene, soprattutto dagli operatori turistici, potevano dare una marcia in più al Laceno. Peccato che i nostri operatori turistici nemmeno se ne sono accorti.

Ha difeso strenuamente la categoria degli allevatori, ha provato a farli ritrovare tutti in un associazione sullo stile attuato per i tartufai, crede ancora che allevatori e operatori turistici possano convivere sul Laceno e lavorando in sinergia dare uno slancio allo sviluppo turistico dell’altopiano?

Intanto credo che l’associazione sia ancora possibile. Sul pecorino bagnolese un gruppo di 6 allevatori a deciso di valorizzare il prodotto con la realizzazione di un disciplinare di produzione e un marchio. Credo che la cosa andrà avanti. Quello che più mi preoccupa sono gli allevatori bovini che sono refrattari a ogni intervento e che credo avranno grosse difficoltà in un prossimo futuro. O si organizzano con modi e forme diverse o non credo ci sia un buone possibilità per loro. La Piana del Laceno, tranne la zona Lago, è loro ma si delinea sempre più la necessità di dividere le aree di competenza all’altezza del circuito Santa Nesta – Lo Spiedo – Svincolo La Lucciola – Vivaio con una zona organizzata di passaggio per la salita verso l’Acernese.

Ultima domanda. Ritornando indietro di cinque anni, rifarebbe tutto oppure c’è qualcosa che con il senno di poi  eviterebbe di fare?

Rifarei ogni cosa, anzi, se fosse possibile cercherei di concretizzare prima alcuni degli interventi perché, purtroppo, so che adesso difficilmente si realizzeranno. Il paese non ha bisogno di “brave persone” ma di gente preparata che possa dare concretamente una mano allo sviluppo del territorio e questo richiede competenze che non si inventano. Su alcune cose abbiamo tardato perché prima di decidere abbiamo cercato di avere le idee chiare su quello che volevamo fare. Esempio, offerte per realizzare un impianto a biomasse ne abbiamo avute almeno cinque ma non eravamo convinti su quale sarebbe stato quello più rispondente al nostro territorio; c’era, inoltre, e c’è il settore forestale da organizzare per garantire rifornimento di legname a un impianto del genere; c’è da sollecitare, come abbiamo fatto, una nuova legge regionale su tagli boschivi che oggi non consentono di poter appaltare tagli boschivi a piccole aziende locali.

È facile parlare di alleviare la disoccupazione con quattro soldi dati alla pulizia delle radure, la necessità è di creare figure competenti per le attività forestali montane.

Avevamo stanziato, se non ricordo male, 30 mila euro per un corso di formazione forestale sto aspettando che arrivi la notizia che si farà.

                                                                                                       

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