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Monotonia?

27.04.2014, Il comunicato (Gruppo Speleologico Giovanni Rama di Bagnoli Irpino)

La replica all’ ex Assessore all’Ambiente del Comune di Bagnoli Luca Branca.

Sembrava un miracolo che il Gruppo Giovanni Rama fosse passato indenne dalla querelle sui finanziamenti alle associazioni dell’estate scorsa; purtroppo, alla distanza, con il tempo, anche la nostra associazione è stata tirata nel calderone.

Con “nonchalance”, con ostentata indifferenza, in fondo ad un articolo che per la quasi intera esposizione parla di tutt’altro: “Dispiace vedere che il Circolo Rama parli di salvaguardia delle acque ma quando si è presa la decisione di abbattere la palizzata nella zona della Scaffa dove era?”.

E subito dopo a seguire in grassetto, ad enfatizzare il proprio pensiero, quasi a scagliare un anatema: “L’ambiente non è un fatto di appartenenza politica, va praticato e basta e va discusso senza le remore di pestare i piedi a qualcuno o di perdere qualche prebenda comunale”.

In verità gran parte dei soci del gruppo, letto il titolo e la parte iniziale dell’articolo (per la centocinquantesima volta ancora sulla monorotaia), ha chiuso il file ed è passato ad altro. Thomas, invece, è arrivato in fondo e sentitosi personalmente offeso, ha replicato con la nota sui rifiuti a San Pantaleone.

Chiariamo subito: nota personale di Thomas, ma condivisa da buona parte del gruppo.

Ad ogni modo parte dei rifiuti sono ancora lì; un rotolo di rete protettiva è ai piedi dell’ingresso, basta sporgersi un poco e non servono gli speleologi per vederlo! Altri rotoli di rete sono sparsi ancora più a valle. Materiale che ovviamente doveva essere posto in opera, a contenimento del costone roccioso.

Fatta questa breve ma doverosa introduzione, visto il contesto e soprattutto il modo, ci viene difficile rispondere in maniera organica; proveremo quindi a rispondere, punto per punto, con qualche riflessione di sintesi finale.

Dunque:

  • “Dispiace vedere che il Circolo Rama parli di salvaguardia delle acque ma quando si è presa la decisione di abbattere la palizzata nella zona della Scaffa dove era?”

– Non capiamo, o meglio non concepiamo, di cosa si dispiace Luca Branca. Il gruppo ha cominciato a preoccuparsi della salvaguardia delle nostre acque fin dal 1987, quando con il WWF di Avellino (e a proprie spese) ha più volte analizzato le acque del lago e di Caliendo, dimostrando che erano inquinate anche da tensioattivi, e grazie anche a questo finalmente abbiamo avuto la fogna sul Laceno.

Dov’era Luca Branca quando analizzavamo ed evidenziavamo l’inquinamento delle acque del lago in occasione della moria di pesci – anno 1985, laddove già proponevamo interventi di bonifica a breve, medio e lungo termine. Già nel 1986 proponevamo un piano ecologico e di riqualificazione del lago Laceno e nel 1988 l’istituzione di una riserva per grotta e vallone Caliendo.

Dov’era Luca Branca, quando per anni abbiamo denunciato la situazione disastrosa della fogna sul Laceno; solo noi vedevamo il torrente d’acqua disperso dallo sbocco a Chianizzi (in inverno) e il percolo di liquami nella piana (d’estate)? Abbiamo continuato a denunciare questo stato di cose e grazie alla nostra perseveranza, all’amministrazione Chieffo e a qualche tecnico che ancora una volta ha lavorato a gratis, a breve avremo le nuove fogne sul Laceno.

Noi nel 1997 eravamo sul metanodotto a contestare alla SNAM la quasi distruzione della sorgente Lagaretto; Luca Branca dov’era? Quando abbiamo eseguito nel 2000 (a nostre spese) le indagini penetrometriche per le diverse doline apertesi sul bordo del lago tra albergo e ponte scaffa, (che minacciavano lo svuotamento del Lago) c’erano solo gli speleologi.

Dov’era mentre il gruppo supportava l’amministrazione Di Mauro, durante lo sprofondamento e prosciugamento del lago nel 2003 e 2004.

E quando ci siamo preoccupati di pianificare e realizzare i diversi progetti per le “nostre” scuole medie: Tutela e salvaguardia delle aree carsiche, protezione delle sorgenti (Tronola, Muliniello, Acqualeggia, Fontanarosa), introduzione alla speleologia, ecologia ed educazione ambientale, dal 1996 al 2000, Luca Branca cosa faceva?

E poi ancora abbiamo contribuito fattivamente alla pubblicazione dei volumi  “Fiumi nella notte” e “Grotte e speleologia della Campania”, con interi capitoli sul carsismo, sulle acque, sul Lago Laceno e sul Caliendo. Per la captazione alle sorgenti della Fiumara di Tannera abbiamo prontamente denunciato quanto stava facendo il comune di Acerno, ma non è servito a molto.

E potremmo continuare a lungo e solo sull’argomento “tutela acque”. Un volume a parte servirebbe per l’esplorazione, la tutela e la valorizzazione delle grotte, e un altro ancora per le attività svolte nei comuni limitrofi (Caposele, Calabritto, Laviano, etc.).

Caro Luca, noialtri speleologi saremo sporchi, camminiamo spesso nel buio e strisciamo sovente nel fango, ma non accettiamo da te lezioni sulla tutela e salvaguardia dell’ambiente in generale, e delle acque in particolare.

In merito alla palizzata, ci siamo informati e a quanto risulta non è stata abbattuta, ma ri-conformata su pressione di alcuni allevatori.

In ogni caso, neanche fossimo stati nominati custodi giudiziari della palizzata, si giustificherebbe tanta veemenza nei nostri confronti; appare adamantino che le vere ragioni di tanta enfasi vanno ricercate altrove.

  • L’ambiente non è un fatto di appartenenza politica, va praticato e basta e va discusso senza le remore di pestare i piedi a qualcuno …” – Anche qui sembrerebbe che Luca Branca ha memoria labile; Il gruppo Speleo Giovanni Rama, si è confrontato, ha supportato e si è sovente scontrato praticamente con tutte le amministrazioni di Bagnoli Irpino, dal post terremoto ad oggi. Abbiamo lavorato con tutte le anime politiche del paese e con tutte abbiamo questionato. Anche con l’ultima amministrazione Chieffo non sono state tutte rose e fiori; su alcune questioni abbiamo polemizzato, vedi per esempio San Pantaleone (a proposito, ricorderà il buon Luca le richieste di accompagnare tecnici comunali, progettisti e collaudatori, e le giornate spese dal gruppo – a gratis – per supportare l’allora amministrazione Chieffo in questo progetto) e ciò non di meno molte attività sono state portate avanti ed altre sono ancora in itinere.
  • “…. o di perdere qualche prebenda comunale” – Qui occorre qualche attimo di riflessione e misurare le parole. Dal dizionario della lingua italiana Hoepli – Prebenda: “Guadagno facile e illecito”. Ora confidiamo che Luca Branca, da persona acculturata qual è, abbia usato il termine in maniera poco accorta. Ciò nonostante, dobbiamo parafrasare Sir Conan Doyle il quale sosteneva che tre indizi fanno una prova; è qui siamo già a due indizi. Il primo abbiamo già avuto modo di chiarirlo e archiviarlo; contiamo di chiarire a breve anche questo, “Face to Face”.

Volendo a questo punto  fare un’analisi di sintesi, la sensazione che si ha e che questi attacchi, palesemente pretestuosi; rivolti al Gruppo Speleo da parte di persone che, se non avverse di certo non in sintonia con il nostro “modus operandi”, vogliano farci pagare o comunque non tollerano, non sopportano, non gradiscono la collaborazione fattiva instaurata tra il gruppo Speleo e l’attuale Amministrazione Comunale. Ce ne faremo una ragione.

Da parte nostra possiamo solo ribadire che riteniamo doveroso collaborare attivamente con gli amministratori, a prescindere dall’area politica di appartenenza, e se del caso criticarli, anche duramente, nel momento in cui riteniamo siano in errore.

Più delle chiacchiere parlano i fatti, e questi dimostrano che stiamo facendo con l’amministrazione Nigro “niente di più e niente di meno” di quanto già fatto con la precedente amministrazione Chieffo.

E non c’è prebenda che tenga, caro Luca.

Chiudiamo qui, comunque nella consapevolezza che le nostre e le tue energie possano essere spese, e vadano spese, su questioni ben più importanti di sterili polemiche.

Ad maiora!

Il Gruppo Speleo Giovanni Rama di Bagnoli Irpino

                                                                                                       

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