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Bagnoli, il Comune revoca la concessione per le seggiovie

27.07.2014, Ottopagine

Progetto Laceno, si rischia la revoca dei fondi

Il progetto relativo alla costruzione della stazione sciistica sull’altopiano del Laceno, candidato al bando di accelerazione della spesa con un investimento di 15 milioni di euro è oggi al centro della querelle fra Comune di Bagnoli e la società concessionaria degli impianti, la Giannoni srl, presente in Alta Irpinia dagli anno ’70.

Il braccio di ferro legale annunciato dalla società, riguarda una diffida di sgombero inviata dal Comune, che intima la concessionaria a liberare le aree per renderle disponibili “Così come richiesto dalla Regione Campania”. L’invio della diffida intanto, è stato motivato dal sindaco come la condizione necessaria per ottenere il finanziamento e dare il via alla costruzione del polo turistico invernale di respiro regionale.

“L’ottenimento del finanziamento è condizionato dalla disponibilità dell’area, e questo presupponeva una scelta: un accordo con la Giannoni, oppure adire le vie legali” ha spiegato Nigro. La manovra messa in campo dall’amministrazione, intanto, si avvarrebbe di una sentenza del Tar, cge stando a quanto confermato dal sindaco, confermerebbe che la convenzione fra la società e il comune sull’area fosse scaduta nel 2002.

Con parere opposto, invece, ha ribattuto la Giannoni, che sostiene che il Tar non si sia ancora pronunciato sulla questione, e che anche con la scadenza della convenzione, il Comune avrebbe continuato ad affidare la gestione degli impianti alla società, che ritiene di svolgere un servizio pubblico.

Non solo. Le parti espongono un rimballo di responsabilità, sulla possibilità di assistere alla revoca del finanziamento, e al crollo definitivo della progettazione.

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26.07.2014, Il Mattino (di Dora Spiniello)

Laceno, contenzioso sugli impianti e fondi a rischio

Dal Comune lo sgombero al concessionario, la lite potrebbe costare 15 milioni.

È lite tra Comune di Bagnoli e i privati sulla concessione per gli impianti del Laceno. Una querelle che rischia di far saltare il finanziamento regionale di 15 milioni per il restyling dell’area. «Siamo pronti a fornire tutto il supporto possibile all’amministrazione per ottenere il finanziamento per una meta turistica di livello come il Laceno».

Queste le parole dell’avvocato Diego Altamura, in occasione della conferenza organizzata ieri al Circolo della stampa dall’ingegnere Marzio Giannoni, suo assistito, rappresentante della «Ing. Marzio Giannoni & Co. Sas», oggi in conflitto con il Comune di Bagnoli.

La diatriba è iniziata nel 2008, quando il Comune di Bagnoli irpino ha presentato domanda in Regione per un finanziamento di oltre 15 milioni, che adesso rientrerebbe nelle procedure per l’accelerazione della spesa, per ristrutturare gli impianti tecnici e le strutture che oggi sono ancora gestite in concessione dalla società di Giannoni. Società che però lo scorso 22 luglio è stata diffidata dal Comune di Bagnoli ed è stata invitata dallo stesso a lasciare i terreni in concessione per l’impiantistica entro 7 giorni dal giorno della diffida. Stando così le cose, qualora Giannoni non lasciasse i suoli il Comune ha già avvertito che adotterà provvedimenti d’autorità. Da qui l’inevitabile contenzioso.

Le problematiche che caratterizzano la discussione sono molteplici: prima di tutto il Comune e la società non sono concordi sulla validità della concessione. «Il periodo di cessione durava 29 anni, pertanto nel 2002 è scaduta – ha affermato il sindaco di Bagnoli Irpino Filippo Nigro -L’ amministrazione comunale di allora ha manifestato la volontà di non voler rinnovare. L’impresa ha avanzato ricorso dinanzi al Tar Campania, che lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, l’impresa ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. Poi, di fatto, la convenzione a cui l’impresa fa riferimento è scaduta il 4 maggio del 2002.

Inoltre, l’amministrazione ha proposto una risoluzione all’impresa, ovvero, la cosiddetta «novazione» – ha continuato il sindaco Nigro – che in termini giuridici, consiste nell’estinzione di un rapporto di obbligazione tra due parti, una creditrice e l’altra debitrice, con conseguente nascita di un nuovo rapporto. In sintesi, la società dovrebbe corrispondere una sorta di affitto al Comune, dal momento che si trova su un suolo pubblico e, ad oggi, usufruisce di una concessione scaduta».

La risposta della concessionaria alla diffida non si è fatta attendere, come si legge nella lettera destinata al Comune di Bagnoli e alla regione Campania. «Le suddette aree – si legge – sono in oggetto di concessione a favore della società, e, secondo il nostro parere, il rapporto concessorio non è affatto terminato. Dunque il Comune non ha titolo per chiederne restituzione. Il contenzioso al quale fa riferimento non si è ancora concluso, come d’altronde nella nota suddetta si riconosce; né sussiste, allo stato, alcuna sentenza che abbia deciso il merito della controversia».

Il braccio di ferro sul Laceno continua: «Siamo disposti a qualsiasi soluzione con il Comune e siamo disponibili affinché questo finanziamento venga erogato, dal momento che la vita tecnica degli impianti è ridotta all’osso. Potrebbero durare al massimo un paio di anni – ha spiegato poi Marzio Giannane, figlio di Franco, il fondatore della società – Mio padre creò la società in questione circa 40 anni fa e dà lavoro a circa 200 famiglie».

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26.07.2014, Il Corriere

Bagnoli, la guerra degli impianti sciistici

Braccio di ferro tra titolare e il Comune sulla concessione.

In ballo ci sono circa 15milioni di euro, fondi regionali, per l’ammodernamento della stazione sciistica Laceno. Ma è braccio di ferro con il Comune, che ha appena revocato la concessione alla società per la gestione degli impianti sciistici.

Il titolare della stazione, Marzio Giannoni, solleva il caso davanti alla stampa, avverte che quei fondi sono a rischio, se il Comune non attiverà tutte le procedure del caso. E si batte, in nome della storia della sua famiglia, e di suo padre che anni fa ha investito sull’altopiano del Laceno, altopiano mai decollato turisticamente.

Ma restiamo alla querelle tra società e Comune. La causa del contendere attraversa vari aspetti. L’amministrazione comunale contesta l’atto di concessione iniziato nel1973 con scadenza naturale dopo 29 anni. Una nota sindacale dell’allora sindaco Meloro ha manifestato l’intendimento del non rinnovo alla scadenza (2002), ma le autorizzazioni sono state rilasciate comunque, successivamente.

Gli attuali gestori sono ricorsi al Tar e poi al Consiglio di Stato rispetto alla nota sindacale. Per loro il rapporto concessorio non è affatto terminato: è anche la risposta che si invia al Comune. Il contenzioso è tutto aperto, sostiene Giannoni. Nessuna sentenza definitiva ha fatto chiarezza sulla vicenda.

Dalla Regione, intanto, l’emissione del decreto per il rilascio dei fondi, i 15 milioni per la ristrutturazione. Ma mentre si aspettano queste risorse, dal Comune si intima la Società Giannoni a lasciare l’area entro il termine di sette giorni. La questione è al vaglio dell’avvocato Diego Altamura, legale della società che già da ora contesta le modalità con cui si intende liberare una proprietà privata.

Ancora più espliciti, quando si dice che se ”la mancata consegna delle aree dovessero comportare la perdita del finanziamento dell’intervento, verrà esercitata azione di rivalsa nei confronti dell’impresa. La Società da me rappresentata- dice Marzio Giannoni – vuole mettere in atto tutte le procedure per evitare la perdita di questo importante finanziamento ed è disponibile a compiere tutti i passi necessari purchè ci si affidi a professionisti competenti conoscitori della materia. Nel caso in cui il finanziamento venga revocato, la colpa è da addebitare al beneficiario (il Comune di Bagnoli Irpino) e non certamente a chi con sacrificio e dedizione sta portando avanti da anni questa realtà invidiata da tutto il sud Italia.”

Ci sono tutti i presupposti per dire che la querelle andrà avanti in tutte le sedi. Alla fine è esplosa la tensione che fino ad ora era tenuta in qualche modo sotto controllo.

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25.07.2014, Ottopagine

Bagnoli, il Comune revoca la concessione per le seggiovie

La compagine di governo di Filippo Nigro invia una diffida per il rilascio della concessione alla società impegnata nella gestione della seggiovia cittadina. Inviata per conoscenza tutti i componenti del consiglio comunale, la missiva è oggi al centro del dibattito cittadino.

Restano ignote, intanto, le motivazioni che hanno condotto l’amministrazione a compiere tale scelta, anche se i bene informati ritengono plausibile una interruzione della trattativa sul progetto regionale, concentrato sulla costruzione del polo turistico invernale sull’altopiano del Laceno.

Non si esclude dunque la convocazione di una conferenza stampa, indetta proprio dalla società Giannoni, che potrebbe illustrare alla stampa l’iter seguito sul progetto candidato al bando di accelerazione della spesa.

Già nei mesi precedenti, intanto, si è parlato di malumori e dissidi interni fra l’esecutivo Nigro e i vertici della società, puntualmente rientrati e messi a tacere, che oggi ritornano.

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25.07.2014, Irpinianews

S.O.S. di Marzio Giannoni: a rischio il finanziamento per le seggiovie

Impianti Laceno a rischio, il Comune intima sgombero Concessionario. Giannoni tiene una conferenza stampa ad Avellino.

Mentre la Regione Campania accelera per le procedure di spesa, a Bagnoli  Irpino  l’amministrazione comunale rallenta, o meglio si perde in meandri giuridici  che  potrebbero compromettere definitivamente, sempre se non è già avvenuto, il  “famoso” finanziamento (circa 15milioni di euro) per l’ammodernamento della  stazione sciistica Laceno.

Il grido di allarme è stato lanciato dai  gestori  della stazione sciistica, nella persona del titolare Marzio Giannoni, figlio  di  Franco, quell’uomo sconosciuto proveniente da Roma che circa 40 anni fa ebbe  l’  intuizione di far crescere un polo turistico/sportivo sulle vette del Laceno  ed  investì con propri capitali in Irpinia.

Oggi la situazione è  completamente precipitata. La querelle sulla concessione delle aree è tema da  carte bollate. L’amministrazione contesta l’atto di concessione iniziato nel  1973 con scadenza naturale dopo 58 anni, che l’allora sindaco Meloro con una  nota  sindacale manifestò l’intendimento di non rinnovarlo alla scadenza (2002), ma  nello stesso tempo e nel periodo successivo fino ai giorni nostri il Comune  rilasciava autorizzazioni alla società Giannoni che procedeva a  ristrutturazioni, migliorie e compartecipava anche a finanziamenti  pubblici/privati. Gli attuali gestori sono ricorsi al Tar e poi al Consiglio  di  Stato rispetto alla nota sindacale.

“ Le suddette aree sono oggetto di concessione a favore della società, e,  secondo il nostro convinto parere, il rapporto concessorio non è affatto  terminato – spiega Marzio Giannoni – Dunque il Comune non ha titolo  per  chiederne la restituzione. Il contenzioso al quale la nota citata fa  riferimento non si è ancora concluso, come d’altronde nella nota suddetta si  riconosce; né sussiste, allo stato, alcuna sentenza che abbia deciso il  merito  della controversia. La sentenza del Tar Salerno si è pronunciata infatti  soltanto su eccezioni di rito. Aggiungiamo che sulle aree indicate la nostra  società svolge un’attività riconosciuta come servizio pubblico; pertanto essa  non può essere interrotta”.  Una querelle che si intreccia tra pratiche burocratiche e pendenze…ma nel  frattempo questo muro contro muro partito dall’amministrazione comunale di  Bagnoli nella persona del sindaco Filippo Nigro vanificherebbe tutti gli  sforzi  profusi negli ultimi anni da parte della Regione Campania e del suo  presidente  Stefano Caldoro di concedere il finanziamento.

Da mesi l’Amministrazione  Comunale di Bagnoli Irpino sostiene che la Regione Campania è prossima alla  emissione del decreto. Nigro, sindaco eletto un anno orsono già nell’ottobre  2013 annunciò in pompa magna l’arrivo del finanziamento. Ma dopo 8 mesi il  procedimento non ha fatto passi in avanti, anzi si è fermi. Non sono bastate  le  continue comunicazioni inviate dalla Regione Campania a fare presto. L’  amministrazione nel frattempo ha pensato di fare ben altro: come aggirare il  concessionario. La nota del 22 luglio a firma del sindaco Nigro e del responsabile del  servizio Saverio Bello e indirizzata al Concessionario, rende il quadro più  chiaro e dai sospetti si giunge a delle certezze. Si informa “che la Regione  ha  necessità di acquisire documentazione dimostrante la disponibilità delle aree  interessate ai lavori”.

Inoltre si intima la Società Giannoni a lasciare l’area entro il termine di  sette giorni. “Un avvio del procedimento ex legge 241/90 solitamente si  concedono almeno  dieci giorni all’interessato per sentire le eventuali osservazioni, – dice  l’  avvocato Diego Altamura, legale della società – alla Giannoni vengono  “concessi” ben sette giorni per liberare l’area. Tralasciando ogni commento  voglio ricordare che in uno stato di diritto per liberare una proprietà  privata  esistono strumenti adeguati”. Infine come si può leggere nella lettera,  rilasciata in copia durante la conferenza stampa “la mancata consegna delle  aree dovessero comportare la perdita del finanziamento dell’intervento, verrà  esercitata azione di rivalsa nei confronti dell’impresa”.  Si ha la sensazione che l’amministrazione voglia trovare un capro  espiatorio per la perdita del finanziamento, quando invece le colpe sono  tutte  da ricercare nella negligenza di una amministrazione che non è riuscita ad  attivarsi per il bene di una comunità.

“La Società da me rappresentata –  dice Marzio Giannoni – vuole mettere in atto tutte le procedure per evitare  la  perdita di questo importante finanziamento ed è disponibile a compiere tutti  i  passi necessari purchè ci si affidi a professionisti competenti conoscitori  della materia. Nel caso in cui il finanziamento venga revocato, la colpa è da  addebitare al beneficiario (il Comune di Bagnoli Irpino) e non certamente a  chi  con sacrificio e dedizione sta portando avanti da 40anni questa realtà che ci  viene invidiata da tutto il sud Italia.”

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25.07.2014, IlCiriaco.it

Lago Laceno, «senza finanziamento addio al turismo invernale»

Schermaglie sull’altopiano del Lago Lacenoper la gestione degli impianti di risalita. Il sindaco di Bagnoli Irpino Filippo Nigro ha diffidato l’azienda che dal 1973 gestisce gli impianti, la Ing. Marzio Giannonidell’omonimo rappresentante legale, intimandogli di restituire le aree impegnate dagli impianti. La richiesta del Comune è arrivata lo scorso 22 Luglio ed ha una scadenza di 7 giorni.

La gestione degli impianti di risalita sull’altopiano del Laceno è stata già oggetto di contenzioso tra le parti. La convenzione di manutenzione era di 29 anni e rinnovabile per altri 29. Nel 2002 l’allora sindacoMeloro decise di non rinnovare la convenzione ma allo stesso tempo il Comune ha continuato negli anni, anche sotto la giunta Chieffo a deliberare per manutenzione e lavori, mentre contemporaneamente si è aperto un contenzioso tra le parti. « E’ una situazione della quale la società Giannoni sta discutendo dal 2008 con il Comune e non si è mai trovata una soluzione- afferma l’avv. Diego Altamura che difende gli interessi dell’azienda romana. La disponibilità delle aree è la condizione indispensabile per ottenere il finanziamento, ma non ci devono essere contenziosi. Se le condizioni sono queste il contenzioso è d’obbligo, ci chiediamo a questo punto se c’è la volontà di accedere al finanziamento da parte del Comune di Bagnoli Irpino. Se non arrivano questi soldi la vita tecnica degli impianti, costruiti dall’ ing. Giannoni che ha investito di tasca propria sull’altopiano del Laceno, avrà ancora pochi anni di vita tecnica dopodiché la struttura sarà costretta a chiudere con ingenti danni a tutta la comunità».

«Siamo disposti a qualsiasi accordo con il Comune di Bagnoli Irpino, abbiamo sempre mostrato la nostra disponibilità ma l’unica comunicazione che abbiamo ricevuto è stata questa diffida – ha commentato l’ing. Marzio Giannoni . Siamo aperti a tutte le soluzioni possibili affinché venga erogato il finanziamento e venga affidata la realizzazione e manutenzione dell’opera a soggetti esperti nel settore. Questa struttura è il fiore all’occhiello dell’Irpinia e di tutta la Campania in quanto l’unica in regione». La domanda a questo punto è lecita, che interesse ha il Comune di Bagnoli Irpino a togliere la gestione dell’impianto a chi lo ha gestito per 40 anni? «Il Comune con questa manovra ha l’unico obiettivo di addossare la colpa a noi di un mancato finanziamento approvato oramai nel 2010. Se ci diffidano, cosa che è nelle loro funzioni, saremmo costretti ad agire legalmente per vederci riconosciuto il lavoro di 40 anni. Ma questo implica anche un’azione legale che pregiudicherebbe l’eventuale finanziamento. L’unico responsabile di un eventuale mancato finanziamento è il Comune di Bagnoli Irpino che con questo atteggiamento vuole deresponsabilizzarsi ».

                                                                                                       

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